Salire In Alto. Guido Pagliarino

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Salire In Alto - Guido Pagliarino


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o SENRIÛ (HAIKU IRONICO O SCHERZOSO)

      DUE BREVI PARERI SUGLI HAIKU PRECEDENTI

       L’AMICO

      PADRE CHARLES JEGGE MONACO TRAPPISTA EREMITA A “IL PRIETTO MONASTICO DI INDIRITTO (TORINO)” † 31 ott. 1995

       Poemetto in memori a, 1995

       A ppendice

       A L CUNE_ TRA LE LETTER E DI PADRE CHARLES INDIRIZZATE ALL’AUTORE

       SECONDA PARTE

       (Versi inediti o sparsi, 1960 – 2017)

       POESIE 1960-2017

      GIOVANISSIMA ESTATE

      C’ERA UNA VOLTA

      BUSSOLA SMARRITA

      UN BEL MATTINO

      LA MEMORIA DI DIO

      STRALCI DAL POEMETTO TRALASCIATO “CANTI DEL COSMO” (1984-5):

      MINIMA INTRODUZIONE DELL’AUTORE

      TRE PAROLE MALIGNE

      ISOLA SU UN PIANETA LONTANO

      LO SGUARDO E IL PESCATORE DI CORALLO .

       UN CERTAME NEL COSMO

       Poemetto giocoso (1995)

       Su

       L’ORA NEL VANGELO SECONDO GIOVANNI

       Poemetto in due canti (1998)

      NOTICINA INTRODUTTIVA DELL’AUTORE

      Canto I

      Canto II

      

      

      

       Salire in Alto

       Silloge di Poesie e di Racconti in versi 1960 - 2017

       (Versi già editi in libri )

       Poesie 1975 - 2005

      IMAGO

      Nera pantera lucida, dall'uno all'altro mobile,

      salta e si ferma con le fauci spalancate, immobile

      fissando dal suo rosso il bimbo attonito che appena

      volta gli occhi alla cosa palpitante nella casa,

      ne la penombra, e sa che quella è il diavolo.

      Nessuno attorno, il bimbo non ha voce.

      LUCE!

      Si desta il bimbo accanto al petto del suo babbo

      ed ascolta la favola,

      la bellissima favola

      di Peter che volava e non voleva

      crescere mai;

      e la spalla del padre si fa un'isola

      e il piccino s'invola

      a pugnare su in alto con Uncino e ancora in alto.

      Quasi trent'anni son passati e l'uno

      prova a essere l'altro.

      QUANDO ANCHE NOI

      Quando anche noi saremo nel momento

      d’aver dietro l'omega e innanzi l'Alfa

      vorremo avere nel bagaglio d'aria

      quanto ti porti adesso che, contento,

      sali mirando il quieto occaso spento.

      Più aperta ancòra viene la speranza

      nella scoperta che finisce mai,

      ora che il primo doloroso e lento

      mondo hai lasciato, e non poteva dare

      che un seme. Stretti in questo camposanto,

      noi, dell'ALBERo TuO, teniamo il pianto

      e innalziamo le fronde, per amare

      tua eternità: ella il dolore serra

      e, palpitando, piano lo sotterra.

      LI SAI QUEI SOGNI?

      Li sai quei sogni dove sei per casa,

      la casa vecchia, e dentro una persona

      cara ti vedi che sapevi spenta?

      Mi sono desto, pensi, e sei contento

      vuoi sentirle la voce, t'improvvisi

      a dir piccole cose

      e lei, che ti sa tacito, non dice

      quasi che nulla, come se sorpresa.


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