Salire In Alto. Guido Pagliarino

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Salire In Alto - Guido Pagliarino


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      vagabonda di sogni in chiaro abbraccio

      d’amore per l’aperta società,

      più non trabocca e non rinfranca il cuore

      la cultura dei savi;

      ma quale bene può trovare chi

      fa dell’altro una cosa,

      quale aiuto agli oppressi per risorgere

      se all’uno manca il nome di persona?!

      IN UNA VENTOSA NOTTE DI SAN LORENZO

      (dopo l'omicidio Moro)

      Ora e per poco libero dal mondo

      e abbandonato nell'incantamento

      d'un cielo nero coi suoi astri intenti

      a me pulsànti e luci in movimento,

      vorrei sapere, e quasi nel profondo

      sento che non è inganno, se il momento

      non sia questo dell'uomo, finalmente

      che il terrore si volge al fallimento:

      per i millenni ragionevolezza

      Ã¨ salita ai patiboli, la gente,

      certa nel certo di sue fedi, amava

      l'eguale a lei e l'altro assassinava;

      ma se l’ideale avesse la mitezza,

      serbasse il cuore, guadagnasse mente…

      SOGNO DEL CANTO

      In modulato suono, un canto – avaro

      alla memoria – scende una collina

      all'abbrunire e gira come chiaro

      vortice lento sopra una marina

      oscura e immota: il suo sonare caro

      si confonde nell'animo, l'affina.

      Nell'aria, in verso raro

      si levan alti lievi, e in cristallina

      rima, la gloria della piena pace,

      la tolleranza aperta sul mistero,

      la sapienza che dubita, l'ardita

      mitissima ragione che si tace

      agli umorosi semplici, il severo

      delizioso cercare di una vita;

      oh, sogno caro,

      dolcissimo risveglio, amara luce!

      L'UTILE E IL DILETTEVOLE SECONDO NATURA

      L'infante pesta le formiche in campo

      o le sorprende in fila a üna a üna

      sortenti al passo da un intercolonno

      del rastrello piccino,

      le schizza col piedino,

      le preme fra le dita, mitemente.

      Io pure amavo tanto gioco un tempo,

      e l'amavo talmente

      che m'intristivo a strage ormai conclusa.

      Ora son uso

      schivare il piede,

      aprire all'imenottero la via

      SE non gira per casa; e pur mi spiace

      quel dovere rapace,

      ci medito un istante

      avanti d'immolare l'ambulante:

      confusamente avverto nella causa

      un'oscura minaccia?

      Sotto una rosa gialla,

      altre formiche, in grappolo ferino,

      stanno partendo un grillo agonizzante.

      FANGO PER ADAMO

      Altre età, altre voci, altre corde

      i tempi dionisiaci

      della solarità;

      altre età in braccio a Crono e avanti Adamo:

      lappanti il sole dentro l'acque chiare

      verdissime un milione d'anni fa,

      omofagi dementi

      dai bianchissimi denti.

      GRADUALISMO?

      Benedetta sii tu, potente Materia,

       Evoluzione irresistibile, Realtà sempre nascente,

      Tu…

      [Pierre Teilhard De Chardin]

      Forse più avanti, fra un milione d'anni,

      ci sarà l'uomo mite che non sogna

      perché il sogno s’è aperto nella vita

      come una mèta della vera storia,

      la storia lunga che ha le nostre età

      quali parti minuscole di un'era.

      Adesso l'homo sapiens con le appena

      trecento dalla belva dipanate

      generazioni armate,

      di questo mondo,

      per sola grazia,

      non è signore

      né viceré.

      Quando ti prende avanti al sonno a notte

      enorme un groppo d'infinito,

      qualche poco tu spera e con la forza

      del molto dei tuoi sogni poi lo tenta;

      or di più non contenta

      la grazia di quei sogni con due lune

      e d'un colore che non c'è.

      MOSTRO

      Chi sa di che lievi esperienze del cuore,

      di quali amplessi in serene regioni

      Ã¨ frutto e miglior seme l'uomo mite,

      nei millenni oscuro mostro indefinibile.

      IL MALE

      La nube nera che ci copre il sole

      non è più grande dell'immane foco

      e si sfarà nella sua pioggia e grandine;

      ma oggi pare più forte che il dio.

      SOGNO DELLA PIAZZA

      A un sole vasto che ha la luce della tundra

      saltelli a piedi uniti d'una all'altra lastra

      entro una piazza che facesti a Urbino, a lato

      d'un monumento in una tela del De Chirico

      e poi caprïoleggi sul selciato

      mentre dintorno un ampio vario numero

      di magnanimi spiriti non giudica;

      e sai che una qualsiasi tua idea

      non uno sdegnerebbe.

      Fu un giorno cheto ieri

      e quel sogno si crebbe.

      ANCOR SI TORNA

      Ancor si torna al pelago rivolti

      a rimirare il sole e


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