Maria (Italiano). Jorge Isaacs

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Maria (Italiano) - Jorge Isaacs


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i quali verrete a farci la visita che mi avete promesso in precedenza. Tutto sarà facile per voi dopo quanto è stato concordato tra noi.

      –Buona notte, allora", disse, posando la sua mano sulla mia spalla, "che tu sia molto felice nella tua caccia; ho bisogno della pelle dell'orso che ucciderai per metterla ai piedi della mia branda.

      –Va bene", risposi.

      Mia madre mi tese la mano e, stringendo la mia, disse:

      –Vi aspettiamo in anticipo; fate attenzione a quegli animali!

      Nelle ultime ore mi erano girate intorno così tante emozioni che quasi non riuscivo ad accorgermi di ognuna di esse, ed era impossibile per me affrontare la mia strana e difficile situazione.

      Maria minacciata di morte; promessa come ricompensa per il mio amore, con una terribile assenza; promessa a condizione di amarla di meno; io obbligato a moderare un amore così potente, un amore per sempre posseduto da tutto il mio essere, a pena di vederla scomparire dalla terra come una delle bellezze fuggitive delle mie fantasticherie, e di dover apparire d'ora in poi ingrato e insensibile forse ai suoi occhi, solo per una condotta che la necessità e la ragione mi costringevano ad adottare! Non potevo più ascoltare le sue confidenze con voce commossa; le mie labbra non potevano toccare nemmeno l'estremità di una delle sue trecce. Tra me e la morte, tra la morte e me, un passo in più verso di lei sarebbe stato come perderla; e lasciarla piangere nell'abbandono era una prova al di là delle mie forze.

      Cuore vile! Non eri capace di lasciarti consumare da quel fuoco che, mal nascosto, poteva consumare lei? Dov'è ora, ora che non palpiti più; ora che i giorni e gli anni passano su di me senza che io sappia di possederti?

      Eseguendo i miei ordini, Juan Ángel bussò alla porta della mia stanza all'alba.

      –Come va la mattinata? -chiesi.

      –Mala, mio padrone; vuole piovere.

      –Bene. Vai alla montagna e di' a José di non aspettarmi oggi.

      Quando ho aperto la finestra mi sono pentito di aver mandato via l'omino nero che, fischiettando e canticchiando i bambù, stava per entrare nel primo lembo di foresta.

      Un vento freddo e fuori stagione soffiava dalle montagne, scuotendo i cespugli di rose e facendo oscillare i salici, e distraendo la strana coppia di pappagalli viaggiatori nel loro volo. Tutti gli uccelli, lusso del frutteto nelle mattine allegre, erano silenziosi e solo i pellari svolazzavano nei prati vicini, salutando con il loro canto la triste giornata invernale.

      In breve tempo le montagne scomparvero sotto il velo cinereo di una pioggia battente, che già faceva sentire il suo crescente rombo mentre arrivava sferzante attraverso i boschi. Nel giro di mezz'ora, torbidi e fragorosi ruscelli scorrevano giù, pettinando i pagliai sui pendii dall'altra parte del fiume, che, gonfio, tuonava rabbioso e si vedeva nelle spaccature lontane, giallastro, straripante e fangoso.

      Capitolo XVII

      Erano passati dieci giorni da quella penosa conferenza. Non sentendomi in grado di assecondare i desideri di mio padre riguardo al nuovo tipo di rapporto che, a suo dire, avrei dovuto intrattenere con Maria, e dolorosamente preoccupata per la proposta di matrimonio fatta da Carlo, avevo cercato ogni sorta di pretesto per allontanarmi da casa. Trascorsi quei giorni chiusa nella mia stanza o in quella di José, vagando spesso a piedi. Le mie passeggiate erano accompagnate da qualche libro che non riuscivo a leggere, dal mio fucile, che non sparava mai, e da Mayo, che continuava a stancarmi. Mentre io, preso da una profonda malinconia, lasciavo passare le ore nascosto nei luoghi più selvaggi, lui cercava invano di appisolarsi raggomitolato nella lettiera di foglie, da cui le formiche lo facevano sloggiare o formiche e zanzare lo facevano saltare con impazienza. Quando il vecchio si stancava dell'inattività e del silenzio, che non amava nonostante le sue infermità, si avvicinava a me e, posando la testa su una delle mie ginocchia, mi guardava affettuosamente, per poi allontanarsi e aspettarmi a qualche metro di distanza sul sentiero che portava alla casa; E nella foga di metterci in cammino, quando mi aveva convinto a seguirlo, faceva anche qualche salto di entusiasmo gioioso e giovanile, in cui, oltre a dimenticare la sua compostezza e gravità senile, se la cavava con poco successo.

      Una mattina mia madre entrò nella mia stanza e, sedendosi alla testa del letto da cui non ero ancora uscito, mi disse:

      –Non può essere: non dovete continuare a vivere così; non sono soddisfatto.

      Mentre io tacevo, lui continuò:

      –Quello che fai non è ciò che tuo padre ha richiesto; è molto di più; e la tua condotta è crudele nei nostri confronti, e ancor più nei confronti di Maria. Ero convinta che le vostre frequenti passeggiate avessero lo scopo di andare da Luisa, per l'affetto che hanno per voi in quel luogo; ma Braulio, che è venuto ieri sera, ci ha fatto sapere che non vi vedeva da cinque giorni. Cos'è che vi provoca questa profonda tristezza, che non riuscite a controllare nemmeno nei pochi momenti che passate in compagnia della famiglia, e che vi spinge a cercare continuamente la solitudine, come se fosse già fastidioso per voi stare con noi?

      I suoi occhi si sono riempiti di lacrime.

      –Mary, signora", risposi, "deve essere completamente libero di accettare o meno la sorte che Carlo gli offre; e io, come suo amico, non devo illuderlo sulle speranze che giustamente nutre di essere accettato.

      Rivelai così, senza poterne fare a meno, il dolore più insopportabile che mi aveva tormentato dalla sera in cui avevo saputo della proposta dei signori di M***. Le previsioni fatali del medico sulla malattia di Maria non erano diventate nulla per me prima di quella proposta; nulla la necessità di separarmi da lei per molti anni a venire.

      –Come hai potuto immaginare una cosa del genere? -Ha visto il vostro amico solo due volte, una volta quando è stato qui per qualche ora e una volta quando siamo andati a trovare la sua famiglia.

      –Ma, caro mio, resta poco tempo perché ciò che ho pensato sia giustificato o svanisca. Mi sembra che valga la pena di aspettare.

      –Siete molto ingiusti e vi pentirete di esserlo stati. Maria, per dignità e dovere, conoscendo se stessa meglio di voi, nasconde quanto la vostra condotta la faccia soffrire. Stento a credere ai miei occhi; sono sbalordita nell'ascoltare ciò che avete appena detto; io, che pensavo di darvi una grande gioia, e di rimediare a tutto facendovi sapere ciò che Mayn ci ha detto ieri al momento della separazione!

      –Dillo, dillo", implorai, alzandomi a sedere.

      –Che senso ha?

      –Non sarà sempre… non sarà sempre mia sorella?

      –Oppure un uomo può essere un gentiluomo e fare quello che fai tu? No, no; non è cosa da fare per un mio figlio! Tua sorella! E dimentichi che lo stai dicendo a una persona che ti conosce meglio di te stesso! Tua sorella! E io so che ti ha amato fin da quando vi ha addormentato sulle mie ginocchia! Ed è ora che ci credi? Ora che sono venuto a parlartene, spaventato dalla sofferenza che la poveretta cerca inutilmente di nascondermi?

      –Non voglio, nemmeno per un istante, darvi motivo di un tale dispiacere come mi avete fatto sapere. Ditemi cosa devo fare per rimediare a ciò che avete trovato riprovevole nella mia condotta.

      –Non vuoi che la ami quanto amo te?

      –Sì, signora; e lo è, non è vero?

      –Sarà così, anche se avevo dimenticato che non ha altra madre all'infuori di me, e le raccomandazioni di Salomone, e la fiducia che mi riteneva degna; perché se lo merita, e ti ama tanto. Il medico ci assicura che la malattia di Maria non è quella di cui soffriva Sara.

      –L'ha detto lui?

      –Sì; tuo padre, rassicurato in tal senso, ha voluto che te lo facessi sapere.

      –Allora posso tornare a stare con lei come prima? – Chiesi in modo arrabbiato.

      –Quasi…

      –Il medico ha detto che non c'è nessun pericolo di alcun tipo? – Aggiunsi; "è necessario che Charles lo sappia.

      Mia madre mi guardò in modo strano prima di rispondermi:

      –E perché dovrebbe essergli nascosto? È mio dovere dirvi quello che


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