Il diritto di vivere: Dramma in tre atti. Bracco Roberto
Читать онлайн книгу.altri operai, e poi BRIGIDA, e poi ANTONIO, GIACOBELLI e MANGIULLI
(ad alcuni compagni:) Che ha voluto dire il gobbo? Ci ritroveremo con lui sotto lo stesso padrone?
E non lo sai che la mira del Salviati è di farci fallire per poi impossessarsi della nostra officina?
E metterci il cappio alla gola?
Però, io penso e dico che quest'officina, senza le parecchie dita di cervello che madre natura ha dato ad Antonio, sarebbe un peso inutile.
(una vecchietta a sessantun anno, una donna del popolo, tutta nitida e aggraziata, entra intanto dalla porta a destra e chiama a sè Saverio Magliuolo con la mano, assai confidenzialmente:) Psst, psst!..
(un vecchio operaio sessantacinquenne, sciupato dal lavoro, ma vispo e gaio, va a lei.)
(Tutti e due restano a confabulare affettuosamente, in un angolo.)
(frattanto, risponde a Larossa, mentre altri quattro o cinque compagni lo circondano per ascoltarlo.) Un peso inutile?! Ma tutte le sue innovazioni, tutti i suoi progetti li abbiamo attuati, li abbiamo sperimentati. Il cervello d'Antonio, oramai, sta qui, nei muri, nel ferro, nell'acciaio, nelle ossa, nelle vene dell'opificio. Se domani egli fosse obbligato ad andarsene – e voglio sputarci, su questa brutta parola (sputa) – il suo cervello resterebbe inchiodato qui dentro e funzionerebbe come prima. Tutto sta a costruirlo un orologio. Quando l'hai costruito, esso cammina così nella tasca mia come nella tua. Bisogna dargli la corda, s'intende; ma non è questa la cosa più difficile.
(a Brigida:) Aspetta che faccio la presentazione.
(a Larossa, concludendo:) Ti sei persuaso?
(va alle spalle di Santini, e, con le due mani insieme, gli assesta un colpetto all'occipite.)
(voltandosi) Oh!
Parli come un libro stampato, ma io non ti capisco. A voialtri fanno effetto gli spaventapasseri. A me, no. Oramai, sono sicuro del fatto mio. Ho una posizione, e, alla fine del mese, crepi l'invidia, io prendo anche moglie.
Alla tua età?!
E chi è la disgraziata che si piglia questo gatto a pelare?
(avanzandosi) Disgraziata, poi no!
Ah, bene! Questa vecchietta sarebbe la madre…
Ma che madre! Ma che madre! È la mia fidanzata.
(a Brigida:) Come, come, come, come?! Voi siete davvero la fidanzata di Saverio Magliuolo?
Da quarantadue anni!
E, Dio buono, a che scopo vi sposate adesso?
Per fare dei figliuoli, sangue di Bacco!
(Tutti ridono.)
Sì sì, ridete voi, ma ora, che so di essere un poco proprietario anch'io, vi garantisco che me li metto a fare.
(accostandosi a Brigida, come per carezzarla) Ma sai che è un bel muso di vecchietta?
A posto con le mani!
(contemporaneamente, tirando Santini per la giacca) Non tante smorfie, ohè!
Io ti faccio il compare d'anello, parola d'onore!
(tornando con Mangiulli e Giacobelli, e mangiucchiando ancora un pezzetto di pane) Chi è, chi è che si sposa?
Presente!
Tu!
E la fidanzata, eccola qua.
Uh! Donna Brigida! (Va per abbracciarla.)
(tirando anche lui per la giacca) Ma no, ma no, ma no, qui la Cooperativa non ha nulla da farci.
M'ha visto nascere donna Brigida, bestione che sei!
T'ha visto nascere e non c'è ragione che ti veda crescere. Per te, se è necessario, mi faccio ammazzare, e questo lo dico seriamente, ma la mia vecchietta è roba mia.
(ad Antonio:) Sono venuta a vedere la macchina.
(affettuoso) Cara la mia Brigidona! Giovanotti, avanti! Fate gli onori di casa alla signorina. Il futuro marito lo trattengo io.
(offrendo il braccio a Brigida) Donna Brigida…
(dandogli uno spintone) A me, a me! (Si mette a braccetto di Brigida, e tutt'e due si avviano verso il fondo.)
Oh, che bella coppia!
(ridendo bonariamente, gridano:) Gli sposini! Gli sposini (e li seguono, circondandoli, e spingendoli) Evviva gli sposi!
Eh! Che ci fate cadere!
Evviva gli sposi!
C'è la scala! Ci fate cadere!
(Tutti, meno Antonio, escono, discendendo la scala.)
SCENA V
(guardandoli con compiacenza) O ragazzi, c'è pericolo che vi rompiate il collo come dei ragazzi veri? E, fra poco, al lavoro, eh? (Resta ad ascoltare il gaio baccano che si allontana.)
– Donna Brigida!
– Gli sposini!..
– Macchina nuova e sposi vecchi!..
(con intimo godimento, ride) Ah! ah! ah!
(entra dalla porta a destra, timidamente. Ma non osa aprir bocca.)
(si frega, contento, le palme, chiude l'uscio del pianerottolo, e, voltandosi, ha una violenta e lieta sorpresa.) Chi vedo? (Corre a lei e le stringe ambo le mani.)
Non ti dispiace ch'io sia venuta a trovarti? Dimmelo sùbito. Non ti dispiace?
Tutt'altro! Non te ne accorgi, invece, che io ne provo una contentezza grande?
Veramente?
Veramente.
Oh, come ti ringrazio! Da tanti giorni, io avevo risoluto di venire. E poi, non so, non ne ho avuto l'audacia… E, un momento fa, presso la tua porta, io ho tremato, ho tremato, e volevo tornare indietro…
Avresti avuto torto.
Sì, credo anch'io che avrei avuto torto.
Siedi, siedi, dimmi tante cose!.. (Seggono) Oh! piccola mia, come mi sembra strano rivederti vicino a me dopo quattro anni! Lasciamiti guardare bene. Sei pallida, molto pallida, ma più bellina di prima!
(con un lieve cenno di protesta) Oh!
(continuando) E quegli occhioni sono diventati più profondi. Ma, dunque, dimmi, dimmi, questa è una visita buona, non è vero? E giacchè ne avesti il