Il Vero E Il Verosimile. Guido Pagliarino
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Guido Pagliarino
Il Vero e Il Verosimile
Racconti del Secondo â900
Copyright © 2017 Guido Pagliarino
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Guido Pagliarino
Il Vero e Il Verosimile
Racconti del Secondo â900
© 2017 Guido Pagliarino
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Vicende, personaggi, nomi sono immaginari, nessuno dei racconti della silloge ha spunti biografici ed eventuali riferimenti alla realtà passata o presente e in particolare a persone vive o vissute e a enti, istituti, ditte, società e loro prodotti esistenti o esistiti sono del tutto involontari e casuali.
Immagine di copertina: âVerità e menzognaâ di Alfred Stevens, 1857, Brtitish Museum, Londra: Verità , seduta su una panchina, il piede sul petto di Menzogna, reclinata sotto e che indossa una maschera, le strappa la doppia lingua.
Cover image: âTruth and Falsehoodâ by Alfred Stevens, 1857, Brtitish Museum, London: Truth seated on a bench, her foot on the chest of Falsehood, reclining below, wearing a mask, tearing out his double tongue
Indice
Brevissima Introduzione d ellâautor e
Guido Pagliarino, Il Vero e il Verosimile, Racconti del Secondo â900 :
Polvere per costruire montagne:
La Verità , il suo nemico e padre Paul
BREVISSIMA INTRODUZIONE DELLâAUTORE
Sono sette racconti, tutti ambientati nel corso degli ultimi decenni dello scorso millennio: In âPolvere per costruire montagneâ seguiamo un giovane apprendista industriale erede, o presunto tale, dâuno stabilimento per la produzione di giocattoli e prodotti per modellismo, nellâItalia del boom economico dei primi anni â60, che si scontra con pregiudizi e cattiverie, con false apparenze e la megalomania altrui. Ne âIl Vero e il Verosimileâ incontriamo le vicissitudini familiari drammatiche e insieme grottesche dâun uomo che, secondo alcuni, è un farabutto, per altri è invece, addirittura, un santo. In âLa perditaâ osserviamo le fasi tragicomiche della disavventura dâun modesto pensionato alle prese con unâirrefrenabile perdita idrica nel locale che, angosciosamente, vorrebbe affittare per arrotondare la sua magra pensione. âLa Verità , il suo nemico e padre Paulâ considera che non in tutti i conventi si può vivere sempre e soltanto in pace e preghiera, soprattutto se entrano in gioco, a un certo punto, rapporti di lavoro e sindacali. âLa Ragione dei Segniâ vuol dimostrare la grande importanza di certe piccole coincidenze, di quelle apparenti casualità che possono modificare radicalmente una vita; e non diversamente è per il successivo racconto âCane fantasmaâ; infine, nel breve "Il bene di Médeiaâ ci veniamo a trovare fra realtà e sogno a occhi aperti, altalenantesi forse per alienazione mentale forse, chissà , in vista dâuno scopo che supera i confini del mondo materiale.
POLVERE PER COSTRUIRE MONTAGNE
Il cavaliere venne veleggiando nell'aria coi piedi uniti a quattro metri da terra, volando impettito per tutta la grandissima piazza antistante l'alloggio al primo piano dei coniugi Seta, con le braccia appena alzate avanti al corpo a guidarne, col solo movimento delle mani, la direzione.
Era una notte chiarissima, tanto che la luna piena pareva come il sole quando l'astro è coperto da nubi leggere e il cielo è grigio perla; ed era la luna perché i fanali erano accesi e c'erano stelle.
Nessuno sulla piazza, pochissime auto parcheggiate, niente traffico.
Silenzio.
Bruno Seta era alla finestra del salotto, aperta.
Nel vedere il prozio, che già di lontano aveva riconosciuto, s'allarmò; l'avevano infatti sepolto poche ore prima. Solo ansia però, non terrore. Rientrò di alcuni passi, poi si fermò. Ebbe l'impulso di tornare a chiudere la finestra; ma mentre stava per muoversi, l'altro giunse innanzi al vano. Voleva entrare? No, s'arrestò senza superarla, con gli occhi grigi fissi a lui, sofferenti. Aveva lo stesso vestito in cui era stato inumato.
Bruno, con sforzo, s'avvicinò: aveva capito che il cavaliere voleva parlargli. Così, viso a viso, distanti una quarantina di centimetri, l'altro sospeso nel vuoto, lui con le gambe un poco deboli e i piedi come inchiodati al pavimento, si guardarono per secondi; poi l'ectoplasma disse:
"Siamo polvere che s'illude di costruire, da sola, montagne.
Ora so che Dio solo ci eleva a montagne, se ci affidiamo a Lui.
Scusami."
"Niente, niente, figúrati", rispose di getto il nipote, comicamente, come se l'altro gli avesse chiesto scusa di qualche veniale, involontaria mancanza; ma a voce alta per l'inquietudine.
Lo zio allora, senza più nulla dire, ruotò su di sé fino a dargli le spalle e se ne volò via, lungo la stessa linea già percorsa al suo venire, mentre Bruno lo fissava allontanarsi, convinto che, in un punto lontano, il fantasma si sarebbe dissolto nell'à ere; ma prima che ciò fosse avvenuto, si destò.
Accanto,