Il Metro Dell'Amore Tossico – Romanzo. Guido Pagliarino

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Il Metro Dell'Amore Tossico – Romanzo - Guido Pagliarino


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      Guido Pagliarino

      Il Metro dell'Amore Tossico

      Romanzo

      3a Edizione riveduta e variata

      con l’appendice del racconto sui medesimi personaggi, fin a oggi inedito,

      Il Fu D’Aiazzo

      Copyright 2017 Guido Pagliarino

      Pubblicato da Tektime

      Precedenti edizioni del romanzo:

      1a Edizione, sotto il titolo “Il Poeta e il Committente”, libro cartaceo, Boopen Editore, ISBN 9788862230674 (fuori catalogo dall'anno 2014)

      Questa prima edizione, conforme alla prima stesura del 1992, fu Finalista (Targa del Sindaco di Novara) al Concorso Letterario Mario Pannunzio 2003 dell'omonimo Centro Studi ed ebbe il Secondo Premio al Concorso internazionale Calliope 2007

      2a Edizione, riveduta e variata, pubblicata in diversi formati e-book sotto il titolo “Il metro dell’amore tossico (Il Poeta e il Committente)”, copyright 2015 Guido Pagliarino, ISBN formato epub 9781311447227 Smashwords Edition

      I personaggi, le vicende, i nomi di persone, enti e ditte e le loro sedi che compaiono nel romanzo e nel racconto sono immaginari, eventuali riferimenti alla realtà passata e presente sono casuali e assolutamente involontari

       Il metro dell’amore tossico - Romanzo

       Capitolo I

       Capitolo II

       Capitolo III

       Capitolo IV

       Capitolo V

       Capitolo VI

       Capitolo VII

       Capitolo VIII

       Capitolo IX

       Capitolo X

       Capitolo XI

       Capitolo XII

       Capitolo XIII

       Capitolo XIV

       Capitolo XV

       Capitolo XVI

       Capitolo XVII

       Capitolo XVIII

       Capitolo XIX

       Capitolo XX

       Capitolo XXI

       Capitolo XXII

       Capitolo XXIII

       Capitolo XXIV

       Capitolo XXV

       Il Fu D’Aiazzo - Racconto

       Note

      

       Il Metro dell'Amore Tossico

       Romanzo

       ( © 1992 )

      

      Era il 1° luglio 1969, un martedì. Rincasando nel tardo pomeriggio, avevo ritirato una grossa busta dalla buca delle lettere. Sul momento avevo solo osservato ch'era giunta via aerea da un'ignota Alfio Valente Cultural Foundation - New York. Non avevo dato particolare importanza a quel plico, senza affrettarmi ero salito in casa, un modesto appartamento all'ultimo piano d'un vecchio palazzo del centro storico, m'ero messo in libertà e, finalmente, sedutomi alla scrivania della cameretta che mi serviva da studio, avevo aperto la busta. Ne avevo avuto un'esaltante sorpresa. M'era stato assegnato il Brooklyn Alfio Valente Poetry Award per la mia opera poetica tradotta e pubblicata negli Stati Uniti: un premio in denaro, ben 5.000 dollari, pingue cifra a quei tempi; le spese di soggiorno erano pagate. Quei signori americani dovevano nutrire gran fiducia nei servizi postali, visto che non mi avevano avvertito per raccomandata internazionale. Mi chiedevano, a firma del presidente Albert Valente, che avevo immaginato parente e avrei saputo figlio del defunto intestatario della fondazione, di confermare telefonicamente l'accettazione del premio e la mia presenza alla cerimonia di consegna. Avevo considerato, dopo aver dato uno sguardo all'orologio e aver tolto 6 ore alle 17 e 38 minuti che segnava, che per il diverso fuso orario a New York era ancor mattina. Avevo chiamato il centralino dell'unica società telefonica italiana di quei tempi, la SIP, perché mi collegasse alla fondazione: quanto a celerità di chiamate intercontinentali, erano tempi da mammut quelli, l'utente doveva ricorrere a una delle centraliniste SIP e aspettare ch'ella, dopo molti minuti d'attesa come minimo, finalmente lo collegasse col lontano numero grazie a un circuito di comunicazione operato a mano.

      Avevo riagganciato e, restando in attesa che l'apparecchio squillasse avvertendomi


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