Calore. Amy Blankenship

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Calore - Amy Blankenship


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dalla sua mente, ma sembrava che più tempo passava accanto a lei, più profondamente lei si infiltrava sotto la sua pelle. La cosa più strana era che...a lui questo piaceva.

      Aveva basato la propria vita sul non preoccuparsi di niente...e di nessuno. Era anche orgoglioso di averla usata come regola per prendere quello che voleva. Lui voleva lei e lei doveva smetterla di tentare il diavolo. Quando era saltato dal balcone, pregò che lei fosse abbastanza intelligente da non seguirlo. Fortunatamente, la ragazza aveva un po’ di auto-conservazione.

      Finalmente lui raggiunse il suo obiettivo: una zona degradata di Los Angeles. Damon rimase sul ciglio buio del marciapiede, sorridendo quando le auto della polizia passavano e tutti sparivano. Non appena i poliziotti furono lontani, la feccia sarebbe uscita dal nascondiglio e si sarebbe rimessa all’opera come al solito.

      Damon sogghignò verso due donne poco vestite e continuò a camminare mentre loro cercavano di attirarlo con i loro corpi. Forse qualche settimana prima avrebbe potuto prendere la cosa in considerazione, ma adesso...non voleva avere niente a che fare con l’altro sesso. Il pensiero di prosciugare una di loro gli diede un po’ il voltastomaco.

      Girando un angolo, Damon notò due teppisti più avanti ed entrambi lo guardavano mentre si avvicinava. Adesso era questo di cui aveva più voglia.

      â€œCome va?” chiese uno con voce profonda. Infilò le mani nelle tasche della giacca, in attesa di vendergli un po’ di roba. Quando vide lo sguardo nei suoi occhi selvaggi lasciò perdere, pensando che questo ragazzo avesse già preso la sua roba altrove.

      Damon non rispose e continuò a camminare. Sapeva cosa stava per accadere e aspettava con ansia. Questi due ragazzi erano probabilmente i re di questa strada, con muscoli possenti e scuri occhi inespressivi. Poteva sentire l’odore di sangue vecchio sui loro vestiti e vide le nocche rovinate, proprie dei bulli. Sì, probabilmente si consideravano delle leggende.

      â€œEhi.” gridò il secondo “Il mio amico ti ha fatto una domanda.”

      â€œE il mio silenzio avrebbe dovuto fargli capire che non ero dell’umore adatto.” lo avvertì Damon, poi girò la testa per guardarli. Fece un sorriso malvagio, con le zanne che brillarono alla luce soffusa del lampione, quando essi videro le iridi rosse nei suoi occhi. “Tuttavia, una cena con entrambi mi sta bene.”

      Damon si mosse rapidamente, afferrando il primo e prosciugandolo in meno di un minuto. Iniziò a sudare per il dolore quando altri proiettili iniziarono ad uscire più velocemente e caddero a terra con udibili tintinnii metallici. Inclinando la testa, rise senza fiato prima di lasciar cadere l’uomo morto.

      L’eco del secondo uomo che scappava attirò la sua attenzione e Damon corse dietro di lui, avvolgendosi di nuovo nelle tenebre per nascondersi nell’inseguimento. Il dolore e l’adrenalina mantenevano i propri livelli.

      Raggiunse il robusto delinquente e lo seguì per qualche istante, godendo dell’odore della paura. Quando l’uomo iniziò a rallentare Damon ridacchiò nell’oscurità, portando l’uomo a correre di nuovo. Sì, era questo quello di cui aveva bisogno...liberare il mondo da un paio di delinquenti mentre si nutriva del sangue necessario per guarire.

      Iniziando ad annoiarsi dell’inseguimento, Damon raggiunse l’uomo e lo scagliò in un vicolo. C’è da dire che la lotta dell’umano fu valorosa, ma in confronto alla forza superiore di Damon...il risultato fu inevitabile.

      Alla fine, la lotta dell’uomo cessò e Damon lo lasciò cadere sul cemento. Durante la lotta, piccoli pacchetti di polvere bianca erano caduti dalle tasche dell’uomo insieme ad una mazzetta di soldi abbastanza spessa e ad una pistola. Damon si inginocchiò accanto al cadavere e, usando un angolo della camicia, si ripulì il viso da qualsiasi prova, prima di prendere i soldi e infilarseli nella tasca posteriore, poi si allontanò.

      Raggiungendo l’ingresso del vicolo, Damon infilò le mani in tasca ed iniziò a camminare lungo il marciapiede come se non gli importasse di nulla. Ora che il suo bisogno di uccidere e di nutrirsi era stato parzialmente soddisfatto, poteva scegliere la sua prossima vittima con un gusto più piacevole.

      Misery aveva osservato l’intera scena tra il vampiro e i due esseri umani che lui aveva scelto come vittime. Voleva avvicinarsi a lui ma era troppo debole per farlo. Invece, si soddisfò alimentandosi con la paura dei due umani mentre il vampiro li prosciugava. La loro morte era stata deliziosa.

      L’incontro con Kane quella sera l’aveva costretta ad usare a tutto il potere che aveva accumulato da quando era fuggita dalla grotta. Quando aveva combinato il proprio potere con il sangue di Kane, aveva usato quasi tutto quello che aveva. Creare crepe nelle pareti dimensionali di questo mondo era un processo noioso e ci sarebbe voluto molto più potere di quello che aveva al momento. Poteva sentire il male in questa zona e sapeva di aver risvegliato alcuni dei demoni più deboli che dormivano qui.

      Doveva essere più forte per assottigliare le pareti a sufficienza affinché i demoni dall’altra parte se ne accorgessero e ne approfittassero. Se i demoni erano abbastanza potenti...avrebbero completato la crepa dall’altro lato e si sarebbero uniti a lei in questo mondo.

      Mentre la sua dimostrazione non era sufficiente per fare ciò che voleva, il male in questa città stava prolificando e non ci sarebbe voluto molto per riportare il proprio potere al livello necessario. Una volta raggiunto quel livello...avrebbe cercato di rompere nuovamente le pareti di questa dimensione. L’aura di questo vampiro non era gustosa come quella di Kane, ma la somiglianza e il potenziale del rito del sangue c’erano sicuramente.

      Questo vampiro...anche se aveva mostrato un lato sadico che piaceva a Misery...il suo potere era completamente diverso da quello di Kane. Lei sapeva già come sfruttare il vero potere di Kane, ma più guardava l’anima di questo, più vedeva la pericolosa verità. Il potere che questo possedeva poteva essere rilasciato solo proteggendo qualcosa che ama. Era un potere inutile poiché la creatura reprimeva tale emozione.

      Dopo aver studiato il vampiro per qualche istante, Misery decise che era meglio se egli rimanesse senza amore, perché semmai avesse sfruttato tale emozione...il suo potere sarebbe stato illimitato.

      Damon sentiva odore di vampiri senz’anima svolazzare intorno a lui e nei vicoli bui. Per un attimo pensò di liberare la città da alcuni di loro, ma decise che aveva già fatto la sua buona azione quel giorno. Se volevano nutrirsi della gentaglia di quest’area, allora chi era lui per fermarli? Non che lui non avesse fatto la stessa cosa. Mentre continuava a camminare, altri proiettili caddero dalla camicia e colpirono il terreno, tintinnando sul marciapiede come ricordi dimenticati.

      I peli sulla nuca di Damon si rizzarono e lui smise di camminare, girando la testa da un lato all’altro...si sentiva osservato. Alla fine, girando la testa indietro, i suoi occhi si restrinsero quando vide una sagoma informe, in agguato sul tetto dell’edificio accanto.

      Tornando indietro nelle ombre, Damon avvolse l’oscurità attorno a sé, odiando che in questa città non ci fosse privacy con tutti quei dannati esseri paranormali in giro. Prima di venire qui, non era mai stato a contatto con mutanti né caduti. Nel suo paese, i mutanti erano stati scacciati nell’antichità ed erano abbastanza intelligenti da non tornare. Non si era mai reso conto di quanto patriottico fosse mentre ripuliva una terra.

      Non era mai stato un viaggiatore del mondo come Kane e Michael...non quando si divertiva così tanto lì dov’era. Ma non era un mutante quello sul tetto...era un caduto, e non era uno degli uomini che aveva visto in chiesa. Questo doveva essere quello fuggito.

      *****

      Zachary fece un sospiro di sollievo quando l’ultimo giornalista finalmente si annoiò e lasciò la sua, tra virgolette, scena del crimine. Riportò la propria attenzione sui vigili del fuoco coperti di fuliggine e fece una smorfia apatica. Poverini, non avevano avuto la possibilità di domare quell’incendio, anche se


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