Ritorno a casa. Блейк Пирс

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Ritorno a casa - Блейк Пирс


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QUATTORDICI

       CAPITOLO QUINDICI

       CAPITOLO SEDICI

       CAPITOLO DICIASSETTE

       CAPITOLO DICIOTTO

       CAPITOLO DICIANNOVE

       CAPITOLO VENTI

       CAPITOLO VENTUNO

       CAPITOLO VENTIDUE

       CAPITOLO VENTITRÉ

       CAPITOLO VENTIQUATTRO

       CAPITOLO VENTICINQUE

       CAPITOLO VENTISEI

       CAPITOLO VENTISETTE

       CAPITOLO VENTOTTO

       CAPITOLO VENTINOVE

       CAPITOLO TRENTA

       CAPITOLO TRENTUNO

       CAPITOLO TRENTADUE

       CAPITOLO TRENTATRÉ

       CAPITOLO TRENTAQUATTRO

       CAPITOLO TRENTACINQUE

       CAPITOLO TRENTASEI

      PROLOGO

      Sherry Luntz non amava i sentimentalismi, ma adorava fare baldoria. Ed era il motivo per cui stava guidando leggermente oltre i limiti di velocità, tornando a casa dal lavoro. Aveva due bistecche in un sacchetto sul sedile del passeggero e una bottiglia di vino rosso in un altro. Quella sera era il suo anniversario; era sposata con Bo Luntz ormai da ventun anni ed era il primo anniversario che avrebbero condiviso senza il figlio in casa. Aveva sperato che non avere Luke a vivere sotto lo stesso tetto avrebbe aggiunto un po’ di pepe al loro matrimonio, ma non era stato così. Anzi, tra lei e Bo sembrava essere sorto un muro.

      Erano passate due settimane dall’ultima volta che erano andati a letto insieme, ed era stata una cosa frettolosa la mattina prima del lavoro. Ma dannazione...era il loro anniversario e stavolta lo avrebbero fatto. Se non avesse preso l’iniziativa lui, Sherry la settimana prima aveva ordinato online una cosetta particolarmente sexy, che avrebbe usato per saltargli addosso.

      Arrivò a casa alle 17:25, circa cinque minuti prima del solito. Il furgoncino di Bo era nel vialetto, il che significava che anche lui era già a casa. Non era niente di nuovo, perché di solito arrivava a casa prima di lei.

      Mentre parcheggiava l’auto e scendeva, le venne in mente che Bo forse non si rendeva nemmeno conto che oggi era il loro anniversario. Era abbastanza bravo a ricordare le date speciali, ma ultimamente sembrava avere la mente altrove. Da quando Luke era partito per il college, Bo sembrava distante e semplicemente non era più se stesso.

      Eppure...se si era davvero dimenticato che era il loro anniversario, si sarebbe incazzata sul serio. Siccome però aveva una gran voglia di saltargli addosso, pensava di poter aspettare fino al giorno dopo per arrabbiarsi.

      Entrò e trovò la casa silenziosa. Entrando nella zona giorno con cucina adiacente, vide che Bo non c’era. Era strano, perché quasi ogni pomeriggio era al tavolo della cucina a rispondere alle email di lavoro, oppure seduto sul divano a seguire il notiziario.

      All’inizio era confusa, poi un sorriso le increspò le labbra. Magari non solo sapeva che era il loro anniversario, ma era impaziente quanto lei. Sherry appoggiò le bistecche e il vino sul bancone della cucina e lentamente salì la scalinata tra il soggiorno e la cucina. Sapeva che Bo non era il tipo di uomo che usava petali di rosa o musica rilassante per sedurla. Nessuno dei due era particolarmente romantico.

      E a Sherry andava bene così. A dirla tutta, sarebbe stata altrettanto felice se lui fosse spuntato fuori da dietro la porta della camera da letto e l’avesse presa proprio lì, contro il muro. Il solo pensiero la eccitò, facendole accelerare il passo, ormai in cima alle scale.

      “Bo?” chiamò in tono giocoso.

      Oltrepassò il bagno e arrivò alla porta della loro camera da letto. Era chiusa e tentò di rammentare se l’avesse lasciata lei così, uscendo di casa. Troppo eccitata anche solo per rifletterci a lungo, la aprì, aspettandosi che lui la afferrasse o, se era davvero fortunata, che fosse steso sul letto nudo ad attenderla.

      Non accadde nessuna delle due cose. Sherry si accigliò, tornando in corridoio. Dove diavolo è?

      Poi le venne in mente che gli aveva mandato un messaggio per fargli sapere che avrebbe portato a casa delle bistecche. Era stata sul punto di aggiungere “Per il nostro anniversario", ma aveva deciso di non farlo, sperando che se ne ricordasse da solo. Sapendo che Sherry avrebbe comprato la carne, probabilmente era fuori sul patio, intento ad accendere la griglia.

      Un po’ delusa per non aver avuto una sorpresa in camera da letto, Sherry tornò al piano di sotto. Stava per andare in cucina a prendere le spezie e i condimenti, ma decise che preferiva vedere prima Bo. Magari gli avrebbe dato un bacio appassionato, lasciandogli intuire quello che si aspettava più tardi.

      Aprì la porta del patio e uscì fuori. Stava per richiudersela alle sue spalle quando vide Bo. E all’inizio non aveva senso.

      Era sdraiato sul patio, rivolto verso la porta. I suoi occhi erano spalancati e immobili e c’era qualcosa di scuro che gli penzolava dalla bocca, un oggetto morbido e tondeggiante. Cercò di capire cosa fosse, ma fu allora che si rese conto che una pozza di sangue gli circondava la testa. Era di una tonalità di rosso molto scuro, ed era ancora bagnato.

      “Bo...?”

      Naturalmente, Bo non rispose.

      Sherry sentì un urlo risalirle la gola. Dopo che le uscì di bocca, si accorse di sentire l’odore del liquido infiammabile e della carbonella. Bo era davvero uscito per avviare la griglia. Improvvisamente, l’odore della carbonella fu l’unica cosa di cui si rendeva conto, mentre cadeva in ginocchio, abbandonandosi a lamenti agonizzati accanto al marito morto.

      CAPITOLO UNO

      “Sono Danielle... dite quello che dovete dire dopo il bip.”

      Chloe riagganciò e mise il cellulare sul bancone del bar. Guardò fuori dalla vetrina del locale che aveva scelto a caso. Stava bevendo da sola il giovedì pomeriggio, appena due giorni dopo aver chiuso il suo ultimo caso. Era ancora indolenzita, ma quella era l’ultima cosa che le passava per la mente. Guardando fuori dalla vetrata il tardo pomeriggio che inondava di luce dorata le strade di Washington, Chloe stava cominciando a preoccuparsi per Danielle.

      Non parlava con la sorella da due giorni. Sapeva che due giorni non erano davvero motivo di preoccupazione, ma per il modo in


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