Le Campane Dell'Inferno - Un Romanzo Della Serie Justice Security. T. M. Bilderback

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Le Campane Dell'Inferno - Un Romanzo Della Serie Justice Security - T. M. Bilderback


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permettermene una...magari part time e pochi giorni a settimana...”. Appese il quadro al chiodo, lo raddrizzò, poi fece un passo indietro per ammirarlo. “Solo che non sono sicuro di riuscire a trovare qualcuno abbastanza affidabile per fare il lavoro, ma che sia anche flessibile a sufficienza per fare il lavoro part-time. Qualcuno che non dia di matto se porto qui un ragazzo chiuso in galera o devo sparare a qualche povero idiota che si rifiuta di pagare gli alimenti e arriva a far casino.”

      “Parlando, sai, di lavoro,” disse Snickers, “Cosa, sai, stai facendo ora?”

      Nicholas sorrise. “Che tu ci creda o no, vecchio mio, ne ho appena finito uno e non ne ho un altro immediatamente in vista. Per ora, almeno. Perché?”

      Snickers alzò le spalle. “Non sono, sai, ancora sicuro. Dammi, sai, un paio di giorni e potrei, sai, potrei portarti del lavoro, sai, del tuo genere.”

      Nicholas ne fu commosso. Snickers era uno dei suoi informatori migliori e più affidabili. Aveva conosciuto Snickers nel corso dei suoi primi anni da poliziotto. Come agente di pattuglia, Nicholas aveva arrestato Snickers per furto in un negozio di liquori. Snickers immediatamente aveva cominciato a offrirgli informazioni su qualunque cosa Nicholas avesse voluto sapere, purché Nicholas non lo avesse mandato in prigione. Nicholas aveva fatto una contro offerta: se le informazioni si fossero rivelate accurate avrebbe fatto cadere le accuse.

      Le informazioni erano accurate e Nicholas era stato di parola. Il loro rapporto di collaborazione era cresciuto col tempo, e le informazioni date da Snickers erano direttamente responsabili per la promozione di Nicholas a Detective. Come ricompensa, Nicholas aveva pagato a Snickers una buona clinica di riabilitazione per ripulirsi.

      Un Snickers molto riconoscente teneva ancora i contatti con i suoi collegamenti, ma era rimasto pulito. Aveva un gran talento per i computer, e aveva un posto come programmatore. Era un uomo piccolo, con l’aspetto di un topo e aveva ancora tutti i tic nervosi che aveva sviluppato da tossico. Passava la maggior parte delle serate al McFeely’s, un bar a Hollow. Il McFeely’s, più noto come il “McFeelme’s”, era un posto duro che serviva drink forti per uomini ancora più duri, e aveva la reputazione di essere in grado di fornire quasi tutto quello che una persona potesse cercare.

      Madeline gli aveva detto che Snickers lo adorava, e lo vedeva come un fratello maggiore. E voleva incontrare Snickers. Visto che Madeline era quello che era, questo gli diceva chiaramente molto su Snickers.

      “Bene, apprezzo sempre nuovi lavori,” rispose Nicholas. “Credo che tu non possa darmi ancora un’idea, vero?”

      “No...sai, devo convincere, sai, questo tizio che tu sei, sai, giusto.”

      “Giusto?”

      Snickers ridacchiò. “Nicky, sai cosa voglio dire! Devo essere sicuro che lui creda che tu non, sai, lo consegnerai...o lo tratterai, sai, di merda perché è un ex-carcerato, capisci?”

      Nicholas sorrise al suo amico. “Ricevuto, Snick.”

      “Voglio dire, lo sai, che solo perché tu sei, lo sai, a detective, devo convincerlo che tu non sei, lo sai, quel tipo di detective.”

      “Quel ‘tipo’ of detective?”

      “Lo sai, Nicky! Voglio dire, sai, che lo tieni privato!”

      “Beh, faccio del mio meglio per tenerlo privato. Anche Meredith dice che lo faccio.”

      Snickers sogghignò. “Ah, ah, divertente. Non, sai, so delle tue parti intime, ma tu sei un privato!”

      Entrambi persero il controllo per il loro umorismo infantile, e cominciarono a ridere rumorosamente.

      PIÙ TARDI, DOPO CHE ebbero finito di appendere i quadri, chiusero a chiave la porta dell’ufficio e si diressero verso la stanza nel resto che in precedenza era stata l’abitazione del detective privato.

      “Quindi, ehm...come va, sai, il tuo nuovo matrimonio? Tutto, sai, bene, Nicky?” chiese Snickers.

      Nicholas annuì. “Alla grande, Snick. Anche tu dovresti trovarti una bella ragazza...niente è meglio di tornare a casa dalle persone che ti amano.”

      Snickers scosse leggermente la testa facendo uno strano sorriso. “Non, eh, sai, non credo, Nicky, sai? Nessuna ragazza, sai, mi guarda e dice, sai, quello è colui con cui voglio, sai, passare la mia vita. Non è. Sai, così che succede.”

      Si sentì bussare alla porta esterna dell’ufficio. I due uomini si guardarono tra loro, sorpresi. Erano le 17 e 30 e, ufficialmente, l’ufficio era chiuso.

      Nicholas fece una smorfia. “Ah, perché no? Potrebbe essere un cliente, Snickers.”

      “Ti dispiace se, sai, esco, sai, dall’entrata di servizio?” chiese Snickers. “Vado, sai, giù da McFeelme’s.”

      “Certo amico, ci becchiamo dopo. Resta lontano dai guai.”

      Snickers sgattaiolò dall’entrata di servizio mentre si sentiva di nuovo bussare alla porta dell’ufficio.

      “Arrivo!” disse Nicholas.

      Nicholas andò verso la porta e girò la chiave. Quando l’aprì, c’era una donna in piedi davanti a lui.

      La donna sembrava avere poco più di quarant’anni, capelli marroni con qualche ciocca grigia, lunghi fino alle spalle. Bella figura, decisamente di mezza età. Alta circa un metro e sessanta, un bel vestito blu pastello lungo appena sotto il ginocchio con una sobria collana di perle e un paio di orecchini sempre di perla.

      “Posso aiutarla?” chiese Nicholas.

      La donna sorrise. “Salve, signor Turner.” Le porse la mano e Nicholas la strinse. Aveva una stretta forte ma non esagerata. “Mi chiamo Cindi Moore. Speravo di parlare con lei per un possibile lavoro part time di segretaria e gestione della contabilità.”

      Nicholas ne fu stupito. L’unica persona con cui aveva parlato dell’idea di una persona a part-time era Snickers, ed era accaduto solo pochi minuti prima. Perciò, a meno che Madeline non fosse stata di nuovo dentro la sua testa, questa sua idea particolare aveva ricevuto risposta da una fonte molto più alta. Oppure era una grossa coincidenza.

      Nicholas sorrise alla donna. “Prego si accomodi signora Moore.”

      Cindi restituì il sorriso. “Grazie, signor Turner.” Entrò nell’ufficio.

      Nicholas chiuse la porta e le indicò la scrivania. “Si sieda per favore.”

      Cindi si sedette sulla sedia dei clienti. Nicholas si sistemò dietro alla scrivania.

      “Bene, signora Moore, cosa la porta da me?”

      Cindi sorrise. Bel sorriso, pensò Nicholas. “È una storia molto breve, signor Turner. Sembra che debba trovarmi un lavoro, solo che...son finita in città.”

      “La cosa sembra interessante, ma perché io?”

      “Ho sentito parlare molto di lei ultimamente, signor Turner, sui giornali e in tv. Ho la sensazione che i suoi affari potrebbero essere aumentati così tanto da giustificare il fatto di assumere qualcuno che si occupi dell’ufficio per lei, perciò sono venuta a vedere. Mi piacciono i bambini e mi rendo conto che non è sempre divertente fare quello che fa. Sono in grado di fare la segretaria, di compilare relazioni, ho conoscenze di contabilità, non perdo la testa in caso di emergenze e un lavoro part time sarebbe perfetto per me in questo momento.”

       Ciao, papà! Disse Madeline dentro la sua testa.

       Ciao, tesorino!

       Meredith dice che la cena è quasi pronta.

       Arrivo tra poco, tesoro.

       Glielo dirò. Ti voglio bene!


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