Cane Nero - Un Racconto Della Justice Security. T. M. Bilderback

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Cane Nero - Un Racconto Della Justice Security - T. M. Bilderback


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      "DONNA?" DISSE JESSICA ad alta voce. "Possiamo parlarne civilmente, adesso?"

      Ci fu quasi un intero minuto di silenzio, con Jessica e Mark che si scambiavano delle occhiate.

      Con voce calma la donna rispose: "Come lo hai capito?"

      "Onestamente? Era solo una buona ipotesi. - rispose Jessica - Posso alzarmi adesso, Donna?"

      Silenzio per qualche secondo. "Sì."

      "Prometti di non uccidermi?"

      "Per ora, sì."

      "Bene." disse Jessica. Facendo dei segali con le mani, secondo un codice della Justice Security, diede degli ordini a Mark.

      Jessica fece un respiro profondo, poi si alzò, guardando verso gli ascensori.

      Donna Yarbrough si era tolta il passamontagna e si trovava a circa sei metri dal banco della reception. Teneva un coltello a serramanico in ogni mano e una pistola Glock in una fondina sul fianco destro. C'era un coltello da caccia dall'aspetto malvagio in un fodero, sul suo fianco sinistro. Sembrava tranquilla e padrona di sé. Indossava pantaloni da tuta aderenti e una canottiera, con una giacca con cappuccio che aveva lasciato aperta. C'erano degli schizzi di sangue sulla giacca e sui pantaloni. Indossava anche dei guanti, probabilmente di lattice, che aderivano perfettamente alle sue mani.

      Jessica quasi sussultò quando vide gli schizzi di sangue. Poi cominciò a realizzare: quella donna aveva ucciso o ferito venti persone in pochi minuti, e aveva piazzato degli esplosivi al quinto piano, presumibilmente per distruggere l’ala superiore dell'edificio. Gli occhi di Jessica si strinsero sulla donna. Era tutto ciò che poteva fare per controllarsi ed evitare di farle un buco in fronte.

      "Allora, cosa vuoi sapere, Jessica?" disse Donna beffarda. "Perché l’ho fatto? Di solito è questa la grande domanda. "

      "Per cominciare credo che vada bene.” disse Jessica, con tono asciutto.

      Donna fece un paio di passi in avanti, cosa che la allontanò dagli ascensori e dalle scale.

      "Ho solo eseguito degli ordini. Esteban Fernandez voleva che questo fosse un attacco su due fronti. L’idea era di eliminare il vostro capo - Joey Justice - e uccidere tutti i suoi soci, e infine far saltare in aria l’intero edificio, in modo da cancellare la Justice Security dalla faccia della terra.” Fece un altro passo avanti, le braccia libere lungo i fianchi. “Anche l'idea di usare l’esplosivo è sua. Mi ha ordinato di piazzarlo al quinto piano, per fare più danno e causare il crollo di tutto...un effetto Torri Gemelli, per essere più chiari." Guardò Jessica, con una piccola espressione di dolore sul viso. "Uccidere queste persone non mi fa sentire bene, signora... ma sicuramente è meglio trovarmele morte ai miei piedi piuttosto che vive con una pistola puntata su di me.”

      Mark, obbedendo agli ordini muti di Jessica, stava trasmettendo ogni parola attraverso il sistema radio della Justice Security. I microfoni sensibili nella hall captarono ogni parola, e le telecamere posizionate nei punti strategici stavano registrando tutto. Il feed dal sistema di sicurezza era stato cablato nella scheda di trasmissione radio presso la regia centrale. Tutto ciò che Mark doveva fare era premere un paio di pulsanti, e l'audio si sarebbe sentito in tutta la città. Ogni dipendente della Justice Security con una radio privata in quel momento stava ascoltando cosa succedeva alla sede centrale..

      La mente di Jessica vacillò alle parole di Donna. “Fernandez? Ma pensavo ... non eri la ragazza di Louie? Non capisco!"

      Donna ridacchiò. “Ho finto di innamorarmi di Louie. Quando sei una modella famosa è facile avere tutti i maschi che vuoi, non credi? Ho pensato che, non essendo una figura di primo piano dell’Organizzazione, sarebbe stato meno in guardia e quindi più facile da adescare. E a quanto pare...non mi sono sbagliata..."

      "E ... Fernandez? Come lo hai conosciuto?"

      “Ebbi dei piccoli problemi di droga alcuni anni fa, durante un servizio fotografico in Messico. Alcuni membri dello staff mi coinvolsero in affari poco leciti e così alla fine mi hanno arrestata. Dato che ero bella e famosa le mie compagne di cella hanno pensato di avvertirmi subito che non sarei stata lasciata in pace dai secondini, ed ero atterrita. Poi Esteban Fernandez chiese un incontro con me e si offrì di pagare per la mia cauzione e farmi uscire subito dalla galera...sa patto che eseguissi degli ordini. Mi disse che, per ripagarlo, avrei dovuto apprendere alcune abilità speciali che mi avrebbero aiutato a fargli dei "favori personali", di tanto in tanto. Sono stato addestrata da uno dei migliori maestri di arti marziali."

      "Era il maestro Li Ke? - esclamò una voce alle loro spalle - Lo conosco di fama. Non è bravo come il Maestro Kim Po, quello che ha addestrato me, ma sa fare bene il suo lavoro."

      Donna si bloccò. Non si era accorta per niente dell’arrivo di Dexter.

      “Dexter! Sono contenta che hai deciso di unirti a noi! "

      "Non è solo, piccola. -– esclamò un’altra voce, che Donna conosceva benissimo - Perché non ti arrendi? Davvero non voglio spararti."

      "Louie, amore mio! So che mi ami, e so anche che dici la verità. E io non ho molta voglia di farmi sparare da te!” Mentre diceva le ultime tre parole, si girò di scatto e lanciò due coltelli più forte e più velocemente possibile lì dove pensava che si trovasse Louie. Lo aveva localizzato perfettamente, ma Louie schivò i coltelli e si lanciò come un razzo verso di lei.

      Dexter si tuffò davanti al suo amico e afferrò entrambi i coltelli mentre passava davanti a Louie, poi atterrò violentemente sul pavimento. Louie sparò due colpi. Il primo colpì Donna alla spalla, e non sarebbe stato fatale, se lei non si fosse voltata proprio in quel momento; quindi le trapassò il braccio e andò a ficcarsi nel suo petto, maciullandole un polmone. Donna crollò al suolo, uccisa all’istante.

      Jessica scavalcò la scrivania, parlando concitatamente. “Mark, chiama ambulanze e assistenza medica! Se il dottor Bishop crede di potersi allontanare dall’ospedale, allora digli che abbiamo bisogno di lui qui. Dexter, tu e Louie mi aiutate a vedere se c’è qualcuno ancora vivo? Credo che ne troveremo solo su questo piano! "

      Dexter si allontanò per iniziare il suo sopralluogo, mentre Jessica si muoveva nella direzione opposta.

      Louie rimase fermo, le braccia lungo i fianchi, la pistola ancora in mano, fissando Donna. Dopo pochi istanti, iniziò a muoversi lentamente verso di lei. Quando le fu accanto si inginocchiò. Una lacrima si formò nell'angolo di un occhio e cominciò a scivolare lentamente lungo una guancia. Non vide Jessica a pochi metri da lui che gli si avvicinava.

      Quando Louie tirò su col naso, Donna estrasse il coltello da caccia dal fodero e lo ficcò di scatto nel petto dell’uomo. Sorrideva, mentre lo faceva, e i suoi denti erano simili a delle zanne aguzze. Stava sbavando. I suoi occhi erano di un rosso brillante. Louie, che si era allenato per anni con Dexter, a quella vista rimase spiazzato. Quell’attimo contribuì alla sua fine: Donna spinse il manico del coltello nel cuore di Louie.

      Louie si sedette di scatto sul letto, annaspando alla ricerca di aria, come se stesse affogando. Sudava copiosamente.

      ***

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      TURK WENDELL, IL SEGRETARIO esecutivo della Justice Security, stava aprendo la posta che era stata appena portata al quarto piano da Tony Armstrong. Tony era il "soldato" in uniforme responsabile di tutti gli altri soldati dell’Organizzazione. Tony si occupava anche di piantonare la reception durante il turno di giorno e controllava tutta la posta in arrivo, prima di smistarla ai piani. Di tanto in tanto, Tony controllava anche i clienti, per valutare l’operato dei vari collaboratori.

      Turk era un uomo di colore, forte e massiccio. Non era molto loquace, quindi era estremamente breve e coinciso se apriva bocca. Le sue mani facevano impallidire la tastiera del suo computer, ma era così formidabile nel suo lavoro da stupire tutti...lui compreso. Superava in altezza di trenta centimetri Percival


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