Europa en su teatro. AAVV

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Europa en su teatro - AAVV


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y publicos teatrales: la tragedia española del Renacimiento», del colto specialista valenciano José Luis Canet «La evolución del estilo trágico en el Teatro Español hasta el Concilio de Trento» e di Anna Giordano «Il sentimento tragico nella Semiramis di Muzio Manfredi e nella Gran Semíramis di Cristóbal de Virués. Tecnica teatrale». L’italianista parigina Corinne Lucas Fiorato, moglie di Adelin Fiorato (cattedratico della Sorbonne Nouvelle dove mi aveva spesso invitato) —un amico che pur-troppo ci è mancato un mese fa— Corinne parlò su «Narrazione e azione nelle tragedie di G. B. Giraldi Cinzio».

      La Sofonisba venne replicata a Viterbo e fra i presenti vi era il professor Santoja che in luglio avrebbe organizzato il Corso della Complutense all’Escorial (9-13 luglio), dedicato a Las literaturas fantásticas, diretto da María Kodama, la vedova del grande Borges. Vi partecipai introducendo la proiezione della Mascherata macabra e Bal do sabre.

      In ottobre Sirera mi accompagnò a Elche dove Luis Quirante —ormai qualificato docente universitario— aveva organizzato il Festival Teatro y Música Medieval preceduto da un Seminario. Era il debutto di un progetto biennale realizzato in un luogo celebre per la secolare devozione religiosa celebrata con Misteri d’Elx, la suggestiva liturgia drammatico-musicale dell’Assunzione, nella grandiosa basilica di Santa Maria. Quirante, con l’appoggio della Rodríguez, allora «Directora General de Patrimonio Cultural», e delle autorità locali, delegò Oliva a coordinare il Seminario.

      Il Festival, cui parteciparono gruppi di diversi paesi, destò vivo interesse così come il Seminario; vi tenni una relazione sull’ «Evoluzione del teatro religioso in Italia dal Medioevo al Rinascimento» ed ebbi la soddisfazione di assistere, nella chiesa di San Giuseppe, alla rappresentazione di Guarda bene disciplinato recitato dagli attori diretti da Luigi Tani.

      Il 1991 fu un anno ricco di iniziative vicendevoli e caratterizzato da un’importante novità: lo scambio di spettacoli. Infatti, al nostro XV Convegno, sugli Sviluppi della Drammaturgia Pastorale nell’Europa del Cinque-Seicento, partecipò José Javier Rodríguez che illustrò «La imitación de Il Pastor Fido en la Comedia de Diana y Silvestro (el valor histórico de un texto olvidado)». Poco dopo a Volterra si svolse un importante convegno su Il Teatro Rinascimentale fra Italia e Spagna. Organizzato dall’ispanista Rinaldo Froldi e da Joan Oleza, riunì in quella città importanti studiosi: come Julio Alonso, José Camoens, José Luis Canet, Manuel Diago, Teresa Ferrer, Alfredo Hermenegildo, John Varey e alcuni italiani. L’incontro venne valorizzato dalla rappresentazione della Sofonisba, messa in scena dalla compagnia di Ezio Maria Caserta (che aveva debuttato a Vicenza) e dalla successiva rappresentazione de La Gran Semíramis con la prestigiosa regia di Ricard Salvat.

      Il 1992 mi offrì una significativa esperienza; mentre al XVI Convegno Esperienze dello spettacolo religioso nell’Europa del Quattrocento, partecipava Ángel Chiclana Cardona con «La estructura dramática de algunos textos medievales en la lengua castellana», venni invitato da Sirera e Diago a tenere un corso per gli studenti latinisti dell’Università e potei proiettare e commentare gli spettacoli latini realizzati nei primi anni viterbesi.

      Impossibilitato a intervenire al Festival di Elche, mi sostituì il regista Salvo Bitonti, che aveva allestito, per il nostro convegno, la Sacra Rappresentazione Storia di S. Onofrio, e che introdusse la proiezione.

      Qui ho il dovere di ricordare l’assidua presenza ai nostri convegni romani di Irene Romera Pintor —ormai italianista affermata a Valencia— partecipava a sue spese e ci regalava una documentazione fotografica degli avvenimenti.

      Il 1993 fu, soprattutto per me, un anno di gradevoli novità: dopo che al XVII Convegno su Origini della Commedia nell’Europa del Cinquecento avevano parlato Manuel F. Nieto su «La comicidad del teatro español del siglo XVI según Agustín de Rojas» e Manuel Diago di «Una adaptación española de Il Negromante de Ariosto: la comedia llamada Carmelia de Joan Timoneda», due studiosi spagnoli parteciparono al convegno internazionale su Il teatro e la Bibbia che avevo organizzato, per incarico dell’Associazione BIBLIA, a Trieste: Luis Alonso Schökel, docente di sacra scrittura al Biblico di Roma che offrì una suggestiva interpretazione su «Davide e la donna di Tekòa» e il collega valenciano Alonso Asenjo, che presentò «Assalonne ovvero Los cabellos de Absalon di Calderón de la Barca». Un buon esito, ma la novità importante per me fu l’invito inatteso che ricevetti dall’Università de la Laguna a Tenerife, nelle isole Canarie, grazie ad una segnalazione fatta da un assessore che anni prima aveva assistito a un mio corso a Valencia. Le lezioni sul teatro medioevale e le proiezioni vennero accolte con grande interesse e fui sorpreso dalle manifestazioni di simpatia dei colleghi e di quei giovani studenti di diverse culture.

      Il 1994 fu un anno meno movimentato anche perché il «Centro Studi» affrontò un tema impegnativo e assente dalla vita teatrale di oggi: quello della drammaturgia dei Gesuiti. Il convegno, che venne simpaticamente ospitato nella celebre Università Gregoriana, ebbe il titolo I Gesuiti e i primordi del Teatro Barocco in Europa. Oltre ad alcuni padri gesuiti e studiosi di diversi paesi, parteciparono Josep Lluís Sirera, che analizzò «Espectáculo y adoctrinamiento: las raíces del teatro religioso de Lope de Vega» e ancora Alonso Asenjo, che descrisse «La tragedia de San Hermenegildo: encrucijada de prácticas escénicas y géneros dramáticos».

      In quegli anni, il «Centro Studi», operando a Roma, mentre offriva ai relatori ospiti una gradevole opportunità, si trovava a organizzare convegni in una situazione di insostenibile concorrenza con le innumerevoli iniziative culturali della città, mentre gli spettacoli, in assenza di spazi medioevali o rinascimentali praticabili, erano privi dell’originario rapporto con gli ambienti storicamente coevi ai testi.

      Ma proprio nel 1994, grazie all’interesse manifestato dall’assessore alla cultura della antica città di Anagni, gli spettacoli ritrovarono un quartiere medioevale, con le sue piazze, la cattedrale, il famoso Palazzo Papale e i convegni una rilevanza pubblica che quell’ambiente offriva. Inoltre, il sindaco auspicò addirittura la creazione di un Festival di spettacoli. Naturalmente ci impegnammo ad organizzarlo, invitando gruppi teatrali e musicali di diversi paesi. Avemmo come primi ospiti la Schola Antigua de Madrid che eseguì canti gregoriani e la compagnia del Teatro Universitario di Valencia che rappresentò La comedia de Amphitrion de Joan de Timoneda. Era presente anche José Monleon, nuovo direttore del Festival di Elche, con cui si stabilì un rapporto di collaborazione.

      I nuovi impegni assorbirono molte energie, così come, nel 1995, l’ideazione e organizzazione del XIX Convegno Origini della Commedia Improvvisa o dell′Arte e l’allestimento del canovaccio La pazzia di Isabella che venne rappresentata a Roma, ad Anagni e a Verona. In quell’occasione Rinaldo Froldi ricordò «I comici italiani in Spagna», mentre al II Festival venne rappresentato El Grifo y el Dragón ideato da Francesco Massip recitato dagli studenti dell’Università Rovira i Virgili, diretti da Joan Pasqual.

      Nel 1996, grazie ad un contributo della Regione Lazio proponemmo ai colleghi valenciani una settimana di relazioni e proiezioni, essi accolsero con favore la proposta. Vennero con me alcuni collaboratori, presentammo Il triduo sacro, Guarda bene disciplinato e il regista Caserta La pazzia di Isabella. Su invito di Sirera, Anna Giordano e Quirante si fece una Tavola Rotonda in cui si analizzarono le iniziative dei primi vent’anni del «Centro Studi». Partecipai anche, su invito di Joaquín Espinosa, ad ottobre, al VII Convegno degli italianisti El Teatro Italiano, presso l’Università Menéndez y Pelayo, dove presentai Aminta. Quindi, da Valencia mi trasferii con Sirera ad Elche, per il IV Festival e, al Seminario da lui diretto: Del actor medieval a nuestrosas, lessi «El arte del actor en la cultura medieval».

      Al nostro XX Convegno Tragedie popolari del Cinquecento europeo, oltre a Cremante, che illustrò «Elementi di popolarità nella tragedia del Cinquecento», María del Valle Ojeda Calvo analizzò «Reajuste del modelo trágico clásico en el ambiente teatral de la España de fines del Quinientos: a próposito del Zibaldone de Stefanello Bottarga y algunas obras de Lope de Vega». Mentre, al III Festival anagnino, César Oliva, con gli studenti della Compagnia Andrés de Claramonte, rappresentò La


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