La piccola fonte: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto

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La piccola fonte: Dramma in quattro atti - Bracco Roberto


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tristi. Con l'abbondanza di antichità che c'è sulla piazza e con la moda dello stile libertino, io a stento mi tengo a galla. C'è qualcuno che gioca a farmi affogare? E io lo tiro giù con me, e ci si affoga insieme. Quando vostro marito, dopo otto mesi di preghiere, non si fa vivo, male parole, saette, uscieri, comunicati, scandali, senza misericordia!

Teresa

      (tremando) No, per carità! Piuttosto… sentite… sentite, signore: cercherò di provvedere io.

Don Fausto

      Un'ora di tempo avete.

Teresa

      Valentino mio, soltanto voi potete aiutarmi.

Valentino

      Per voi, qualunque cosa, signora Teresa; ma io non so veramente…

Teresa

      Conoscete qualche agenzia di pegnorazione?

Valentino

      (con prosopopea faceta) Vi prego di credere che io le conosco tutte!

Teresa

      Forse, però, qui, a Posillipo, non ce ne sono.

Valentino

      V'ingannate. In queste aure balsamiche esse fioriscono benissimo.

Teresa

      E dite: dagli orecchini che porto quanto si potrebbe ricavare?

Valentino

      Ma come! Voi vorreste…?!

Teresa

      È la sola risorsa che ho.

Valentino

      Ecco poi un altruismo che mi urta i nervi.

Don Fausto

      (s'accorge che l'affare è in via di soluzione e si apparta per dar loro agio di confabulare liberamente.)

Valentino

      (osservando gli orecchini) Si arriverebbe appena alle mille e cento, alle mille e duecento…

Teresa

      Altre centodieci lire le ho di economie…

Valentino

      E ne mancano ancora parecchie!

Teresa

      (animandosi) Un'idea!.. Me le faccio prestare dalla zia Matilde. Sì, sì! E andrete proprio voi a chiedergliele da parte mia. Le siete molto simpatico e non si negherà.

Valentino

      E voi credete che per le mie attrattive la zia Matilde vi aprirà la sua borsa?

Teresa

      È stata sempre affettuosa con me. Mi ha fatto da mamma quando sono rimasta orfana.

Valentino

      E ha sperperato quel poco che avevate di vostro.

Teresa

      Per la mia educazione.

Valentino

      Già, voi siete d'una buona fede meravigliosa…

Teresa

      Insomma, Valentino, non divaghiamo adesso. La presenza di quell'uomo mi agghiaccia il sangue nelle vene. Sbrighiamoci. Prima di tutto, gli orecchini. (Se li toglie e glieli consegna.) Le cento e dieci lire sono queste. (Le prende da un portafogli che ha in petto.) Le avevo raggranellate per fare una bella sorpresina a Stefano; mah!.. pazienza! (Le unisce agli orecchini.)

Don Fausto

      (guarda con la coda dell'occhio.)

Valentino

      (intascando tutto) E per il resto, speriamo nel miracolo della zia.

Teresa

      Madonna santa, con la vostra diffidenza mi scoraggiate!

Valentino

      Perchè diffidenza? Ho detto: «speriamo». (A don Fausto, con un cenno della mano) A voi! Accidente d'un antiquario! Venite con me.

Don Fausto

      (gli si accosta offrendo l'orecchio sinistro.)

Valentino

      Vi pagheremo.

Don Fausto

      Sono a voi. (A Teresa, cavandosi il cappello) Tanti complimenti.

Teresa

      Buon giorno, signore.

Valentino

      Per questa volta, farete riposare i giornali e l'usciere, caro il nostro Don Fausto.

Don Fausto

      Non lo giurerei ancora.

Valentino

      (sbadatamente, se lo prende a braccetto dal lato destro) Siete un animale! (Si avviano per il viale.)

Don Fausto

      (che non ha udito) Sono… che cosa?

Valentino

      (passando subito alla sinistra di lui e riprendendoselo a braccetto) Siete un animale!

Don Fausto

      Mi pare che per dirmi questo potevate restare a destra.

Valentino

      (allontanandosi con lui) No! a sinistra, mio diletto amico! A sinistra! (Spariscono.)

Teresa

      (cercando di farsi sentire pur moderando la voce) Tornate presto, Valentino. Sono sulla corda.

La voce di Valentino

      Il tempo materiale ci vuole.

Teresa

      La zia è qui presso. E poi, un po' di sveltezza!

La voce di Valentino

      (che s'allontana) A sinistra, caro il mio bestione!

Teresa

      (tuttora pensosa per questo incidente, siede sul sedile di legno e sospira, preparandosi pazientemente ad agucchiare.)

      SCENA IV

TERESA e STEFANOStefano

      (facendo capolino dall'uscio che era chiuso) Teresa!

Teresa

      (con un lieve sussulto) Stefano?

Stefano

      Ho sentito un borbottìo… un vocìo…

Teresa

      Ah sì… era Valentino che parlava animatamente con un uomo…

Stefano

      Con chi parlava?

Teresa

      … Con un suo amico, credo.

Stefano

      Valentino potrebbe fare a meno di ricevere i suoi amici in casa mia. Sono quasi sempre degli straccioni. T'incarico di dirgli, senza mitigare, che io non voglio.

Teresa

      Glie lo dirò.

Stefano

      (s'avvicina a Teresa e con una certa vanità dissimulata le mette sotto il naso una busta aperta che ha tra mano.)

Teresa

      Che profumo!

Stefano

      È una lettera della principessa Heller.

Teresa

      Chi è la principessa Heller?

Stefano

      Tu non sai mai nulla di ciò che accade fuori del tuo guscio. La principessa Heller è una gran dama, che s'è stabilita a Napoli da qualche anno ed è già rinomatissima perchè ha il salone più fiorente, più elegante e più intellettuale.

Teresa

      Che potevo saperne, io? (Intenta al lavoro) Se qualche volta tu mi avessi parlato di lei…

Stefano

      Io, personalmente, non l'ho conosciuta che ieri, nello studio del pittore Ferrantino, che lei era andata a visitare.

Teresa

      (semplice) Ieri l'hai conosciuta e oggi ricevi una sua lettera?

Stefano

      Mi scrive per invitarmi a frequentare il suo salone.

Teresa

      (sincerissima) Mi fa piacere. Questo potrà giovarti molto.

Stefano

      (con una punta di risentimento) Ti prego di credere che gioverà molto a lei.

Teresa

      (mortificata) Io dicevo che potrà giovarti perchè… ti divertirai un poco, ti distrarrai…

Stefano

      (con buonumore) Non cercar di rimediare, sai, che è peggio. Hai fatta una gaffe e non parliamone altro. Tanto, ne fai per lo meno cinquanta al giorno: mi ci sono abituato.

Teresa

      (con


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