Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 9. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 9 - Edward Gibbon


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rivoluzioni del trono, della successione delle famiglie, dell'indole personale dei principi greci, del lor modo di vivere, e della lor morto, delle massime e dell'influenza che aveva sulli spiriti la loro amministrazione, e come e quanto abbia contribuito il loro regno ad accelerare, o a sospendere il tracollo dell'Impero d'Oriente. Questo quadro cronologico darà luce ai capitoli che verranno da poi, e i particolari fatti della grande storia dei Barbari si collocheranno da sè stessi al sito che lor compete negli annali di Bizanzio. Materia di due capitoli separati saranno gli affari interni dell'Impero, e la pericolosa eresia dei Pauliciani, che scosse l'Oriente, e illuminò l'Occidente; ma differirò queste ricerche sino a tanto che io non abbia esposto al lettore lo stato dei vari popoli del Mondo nel nono e decimo secolo dell'Era Cristiana. Poste che avrò le fondamenta della Storia bizantina, farò passare in rassegna parecchie nazioni, e trattando delle cose loro, regolerò la lunghezza del mio racconto colla loro grandezza, col loro merito, o i loro legami col Mondo romano, e col secolo presente: questi sono i nomi di quei popoli: 1. i Franchi, denominazion generale che include tutti que' Barbari della Francia, dell'Italia, e della Germania che furono uniti insieme dalla spada e dallo scettro di Carlo Magno. La persecuzion delle Immagini e dei loro adoratori segregò Roma e Italia dal trono di Bizanzio, e agevolò il nuovo Impero romano in Occidente. 2. Gli Arabi o Saraceni, argomento importante e curioso; occuperanno tre lunghi capitoli. Dopo avere descritto l'Arabia, e i suoi abitanti verrò esaminando nel primo capitolo l'indole, la religione, i trionfi di Maometto: verrò seguitando nel secondo gli Arabi al conquisto dell'Assiria, dell'Egitto e dell'Affrica, province dell'Impero romano, e li accompagnerò nella lor corsa trionfale sino a tanto che abbiano gettato a terra il trono della Persia e della Spagna; andrò investigando nel terzo il modo con cui furono Costantinopoli e l'Europa salve mercè del lusso e delle arti, non che della discordia e della debolezza dell'Impero dei Califi. Un solo capitolo indicherà i fatti che riguardano, 3. i Bulgari 4. gli Ungari e 5. i Russi, i quali per mare o per terra assaliron le province e la capitale; ma meriteranno la nostra curiosità l'origine e l'infanzia di quest'ultimo popolo cresciuto oggi a tanta potenza; 6. i Normani o più veramente pochi avventurieri di quella gente bellicosa, i quali un gran regno fondarono nella Gallia, e nella Sicilia, crollarono il soglio di Costantinopoli, e tutto il valore manifestarono dei Cavalieri, i quali avverarono le maraviglie dei Romanzi; 7. i Latini, o le nazioni d'Occidente, soggette al Papa, che sotto il vessillo della Croce, si arrolarono per ricuperare o liberare il Santo Sepolcro. Sulle prime rimasero atterriti, poscia rassodati gl'Imperatori greci sul trono da migliaia di pellegrini, che si trasferirono a Gerusalemme con Goffredo di Buglione e coi Paladini della Cristianità. La seconda e la terza Crociata corsero la via dalla prima; l'Europa e l'Asia furono miste in una guerra santa, che durò per due secoli, e Saladino e i Mamelucchi d'Egitto, dopo avere vigorosamente resistito ai Potentati cristiani, finirono di cacciarli del tutto. In mezzo a queste guerre memorabili, una squadra ed un esercito di Francesi e di Veneziani deviarono dal lor viaggio di Siria alla volta del Bosforo Tracio; presero d'assalto la capitale dell'Imperio, capovolsero la monarchia de' Greci, e per più di sessant'anni regnò in Costantinopoli una dinastia di Principi latini. Per tutta quell'epoca di cattività e d'esilio fa d'uopo considerare i Greci stessi come forestieri, come nemici, e poi sovrani di Costantinopoli. Le loro disgrazie avevano ridestato in essi una scintilla di valor nazionale, e dal punto che ripresero la corona sino al conquisto de' Turchi, mostrarono gl'Imperatori qualche dignità; 9. i Mogolli e i Tartari; le armi di Gengis e i suoi discendenti diedero una scossa al Mondo cominciando dalla Cina fino alla Polonia e alla Grecia; furono i Soldani atterrati, i Califi caddero dal soglio, tremarono i Cesari nel lor palazzo, e le vittorie di Timur tennero in sospeso per più di mezzo secolo l'ultima mina dell'Impero bizantino. 10. Ho già fatta menzione della prima comparsa de' Turchi; due dinastie successive de' principi di quella nazione, che nell'undecimo secolo sboccò dai deserti della Scizia son distinte dai nomi dei loro Capi Seljuk e Othman. Fondò il primo un insigne e poderoso reame, che si allargava dalle rive dell'Oxo ad Antiochia e Nicea: ebbe origine la prima Crociata dalla profanazione dei luoghi santi ch'egli conquistò, e dal pericolo in che pose Costantinopoli. Gli Ottomani, usciti da oscuro paese, divennero lo spavento, il flagello della Cristianità. Maometto II strinse d'assedio, e prese Costantinopoli, e col suo trionfo annientò quel vano titolo, che rimaneva ancora nell'Impero romano in Oriente. La storia della scisma de' Greci sarà collegata a quella dell'ultime loro disgrazie, e del risorgimento dell'arti in Occidente. Dopo aver mostrata schiava la nuova Roma, rifrusterò le ruine dell'antica, e con un gran nome, con un rilevante soggetto spanderò un raggio di gloria sull'ultime mie fatiche.

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      S'introdusse fra seguaci di Cristo la discordia perchè molti fra loro, cioè i primi eretici, s'allontanarono dalla retta credenza, contenuta nel Nuovo Testamento, onde vennero appunto le denominazioni, Ortodossi ed Eterodossi, Cattolici ed Eretici. Le decisioni de' Concilii generali determinanti l'Ortodossia, vale a dire il sistema dei retti giudizii, intorno la divinità di Gesù Cristo, non discordarono fra loro, e spiegando rettamente e di pien diritto l'Evangelo fissarono le cose dogmatiche, che il popolo doveva credere al sorgere che facevano le torte opinioni particolari, vale a dire, le eresie di alcuni Vescovi, e preti, adunati anche in Concilii detti Conciliaboli per distinguerli dai Concilii legittimi ed Ortodossi. (Nota di N. N.)

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      Era naturale, che i seguaci d'una religione, fondata da Gesù Cristo, dal Verbo incarnato, vale a dire dalla divina Intelligenza fatta Uomo, facessero intorno la natura del loro Fondatore ricerche, e ragionamenti, dei quali l'autorità de' Concilii generali, definitivamente decise. Ma se i Cristiani occupavansi da una parte de' dogmi (greco vocabolo che sebbene significhi opination

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S'introdusse fra seguaci di Cristo la discordia perchè molti fra loro, cioè i primi eretici, s'allontanarono dalla retta credenza, contenuta nel Nuovo Testamento, onde vennero appunto le denominazioni, Ortodossi ed Eterodossi, Cattolici ed Eretici. Le decisioni de' Concilii generali determinanti l'Ortodossia, vale a dire il sistema dei retti giudizii, intorno la divinità di Gesù Cristo, non discordarono fra loro, e spiegando rettamente e di pien diritto l'Evangelo fissarono le cose dogmatiche, che il popolo doveva credere al sorgere che facevano le torte opinioni particolari, vale a dire, le eresie di alcuni Vescovi, e preti, adunati anche in Concilii detti Conciliaboli per distinguerli dai Concilii legittimi ed Ortodossi. (Nota di N. N.)

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Era naturale, che i seguaci d'una religione, fondata da Gesù Cristo, dal Verbo incarnato, vale a dire dalla divina Intelligenza fatta Uomo, facessero intorno la natura del loro Fondatore ricerche, e ragionamenti, dei quali l'autorità de' Concilii generali, definitivamente decise. Ma se i Cristiani occupavansi da una parte de' dogmi (greco vocabolo che sebbene significhi opinationes, placita, i teologi prendono quali cose rivelate, e dai Concilii definite) fondamentali della religione, non trasandavano mai le leggi, ed i precetti del Fondatore intorno la morale, poichè sappiamo dalla storia che lo stesso Imperatore Giuliano, il quale circa la metà del quarto secolo nel brevissimo suo regno si studiò molto di abbattere il Cristianesimo, cui era avverso, siccome ad una innovazione religiosa, proponeva tuttavia i Vescovi siccome modelli di buona morale a' Sacerdoti del Politeismo. (Nota di N. N.)

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