Sanctuary – Serie ”Legami Di Sangue” – Volume 9. Amy Blankenship
Читать онлайн книгу.per quegli attimi di felicità rubata. Quell’oggetto era un ricordo di lui... sapeva che non lo avrebbe mai più rivisto.
Aurora distolse lo sguardo dalla recinzione accanto a lei e si guardò intorno, nascondendo la collana nella camicia. Per la prima volta, da quando era uscita dalla crepa, non sentiva demoni nelle vicinanze. La recinzione metallica circondava un edificio enorme e, avvicinandosi, osservò il parcheggio.
Non sapeva leggere l’insegna rossa illuminata e, non essendoci demoni nei paraggi, ribattezzò l’edificio con ‘santuario’, dopodiché si arrampicò sulla recinzione e raggiunse il tetto del palazzo.
Muovendosi silenziosamente come al solito, si rannicchiò accanto all’unica porta che conduceva all’interno. C’era una piccola tettoia che le avrebbe impedito di essere svegliata troppo presto dalla luce del sole. Si sentì al sicuro e sorrise... finalmente un posto dove poter riposare.
Rimase distesa con gli occhi chiusi e acuì i propri sensi, percependo tutte le barriere che circondavano quel luogo. Non sapeva né come né perché ma si sentiva come su un’isola in un mare di demoni, che non potevano uscire dall’acqua per prenderla. Aprendo gli occhi, inspirò profondamente quando sentì l’energia demoniaca attorno al perimetro della barriera.
Percepiva la rabbia e la frustrazione dei demoni che cercavano di entrare e non poté fare a meno di sorridere... quella notte non sarebbero riusciti a prenderla.
Capitolo 3
Dire che Skye fosse confuso era un eufemismo. In qualche modo era passato da una prigione all’altra, senza rendersene conto finché non fu troppo tardi. Dopo essere stato inaspettatamente liberato dalla caverna in cui era prigioniero, aveva seguito Misery, sapendo della sua intenzione di liberare i demoni dalla crepa.
Una parte di sé sperava davvero che lei riuscisse nel suo intento, ma non per le ragioni che si potrebbero pensare... solo perché lui era un demone, non significava che simpatizzasse per quelli della sua razza.
Per secoli aveva sperato che Aurora fosse ancora viva da qualche parte, alla ricerca di un modo per tornare in questo mondo. Tuttavia, quando vide tutto ciò che fuoriuscì dalla crepa, le sue speranze si spensero e provava dolore ancora adesso. Non c’erano possibilità che Aurora fosse sopravvissuta in mezzo a tutti quei mostri.
Lui era stato intrappolato con un solo demone, Misery, e riusciva comunque a percepire il mondo esterno. Trovarsi ad un passo dalla libertà gli aveva ridato la speranza di cui aveva bisogno per rimanere lucido. Aurora, invece, era rimasta intrappolata in un altro mondo con una miriade di demoni, tra cui molti maestri.
Era così innocente, candida e pura, ma per i demoni era uguale al nemico che dava loro la caccia, perseguitandoli e intrappolandoli.
Adesso la città era piena di quelle creature e Skye era stato costretto a mimetizzarsi tra gli umani. Aveva notato anche un piccolo esercito di cacciatori di demoni che ne eliminavano un po’ per volta, solitamente appena essi conquistavano un territorio. Molti altri, invece, avevano già reclamato un’area e stavano cercando di mimetizzarsi come lui.
Mescolarsi agli umani era una cosa che aveva imparato a fare molto presto nella sua vita, poi aveva condiviso quell’abilità con Aurora.
Quando la incontrò per la prima volta capì che avrebbero avuto bisogno di proteggersi a vicenda. Lui veniva spesso scambiato per un caduto, mentre Aurora appariva effettivamente per ciò che era... a meno che non avrebbe imparato a nascondere la sua natura.
Il cuore gli era sprofondato nel petto quando, al ritorno dalla perlustrazione, aveva trovato il villaggio distrutto e quasi tutti gli abitanti spariti. Gli umani non erano estranei alla guerra, erano una razza resiliente a pieno titolo. Alcuni sopravvissuti erano sfuggiti al massacro nascondendosi nella foresta e fu così che lui scoprì cos’era successo.
Gli abitanti del villaggio gridavano che i demoni erano arrivati per divorare le loro anime e che poi gli dei erano scesi dal cielo per salvarli, anche se c’erano state molte vittime. Piangevano per i morti ma erano grati che gli dei avessero salvato loro.
Lui e gli altri guerrieri radunarono i sopravvissuti e si diressero verso un altro villaggio, visto che il loro era distrutto. Dopo due notti passate all’addiaccio, Skye aveva notato una sconosciuta tra loro... una bambina. Nessuno si era chiesto della sua presenza, pensavano che fosse fuggita da un altro villaggio distrutto... si chiamava Misery.
La terza notte, la bimba lo prese in disparte e gli raccontò i dettagli di cos’era realmente accaduto al suo villaggio... era colpa dei Caduti. Per quanto lui riuscisse a reprimere il proprio potere, lei sapeva che non era umano e la cosa lo turbava. La bambina gli disse che era stata la sua tristezza a smascherarlo.
Dal momento in cui raggiunsero il nuovo villaggio, Skye iniziò a temere che lei rivelasse la sua natura agli umani e, per questo, se ne stava in silenzio.
Nelle settimane successive, Misery terrorizzò ripetutamente gli abitanti con i suoi scherzi. A notte fonda si aggirava nella sua forma putrefatta e spaventava i malcapitati di turno, seminando il panico generale. Alcuni erano riusciti a salvarsi, mentre altri non erano stati così fortunati.
L’ultima goccia che fece traboccare il vaso fu quando tre guerrieri, amici da una vita, si uccisero a vicenda lasciando la piazza del villaggio in un lago di sangue.
Alla fine gli abitanti iniziarono a sprangare le porte di notte e si avventuravano fuori soltanto di giorno. Non molto tempo dopo, uno sconosciuto iniziò a frequentare il villaggio facendo acquisti al mercato. Skye riconobbe la sua vera natura e non disse nulla... rimase lontano dagli abitanti e lasciò Misery alla sua rovina.
Il suo piano di autoconservazione fallì quando Misery bussò forte alla sua porta, nel cuore della notte, chiedendogli di farla entrare. Lui l’aveva ignorata ed era sgattaiolato fuori di casa dalla porta sul retro. Sapeva che il demone era stato scoperto dallo sconosciuto... un caduto che aveva sentito voci su di lei.
Per sua sfortuna Misery lo seguì e, di conseguenza, portò il caduto direttamente a lui. Skye si rifugiò in una grotta e si nascose, sperando con tutto se stesso di non essere trovato. Il cuore gli sprofondò nel petto quando Misery entrò di corsa nella caverna per nascondersi. Il caduto sfruttò la sua occasione, creando una sorta di barriera attorno alla grotta e intrappolandoli per l’eternità.
Skye scacciò i dolorosi ricordi dei secoli trascorsi in quella grotta e continuò a vagare senza meta per le strade di Los Angeles. Non aveva altro da fare, oltre a camminare in quel labirinto di edifici alti e vicoli bui. Era tardi e la maggior parte degli umani dormiva, tranne quelli che bramavano la notte.
Anche i demoni vagavano per le strade, cercando proprio quegli umani che, stupidamente, consideravano l’oscurità come la loro casa.
Era ancora sbalordito per le dimensioni della città, non aveva mai visto niente di simile da quando aveva iniziato a vagare per il pianeta. Toccava le menti degli umani, ottenendo così le informazioni necessarie per comprendere tutto ciò che vedeva. Non aveva mai pensato che la razza umana potesse progredire fino a quel livello. Prima della sua prigionia, le abitazioni non erano altro che piccole capanne fatte di fango e paglia, mentre adesso erano torri alte fino al cielo.
Ciò che lo avviliva di più era che le storie sull’invasione dei demoni nel corso della storia venivano attribuite a leggende, miti e folclore. Se gli umani sapessero che i loro incubi peggiori sono reali, l’intera società andrebbe in pezzi o incolperebbe il governo di qualche esperimento sulla genetica umana.
Sentendo un improvviso bisogno di sicurezza, Skye iniziò ad evitare i pochi pedoni in giro, apparendo e scomparendo come una luce stroboscopica.
Si fermò davanti ad un vicolo buio e lo scrutò per un momento, poi si guardò intorno per accertarsi di non essere visto. Assicuratosi che la via era libera, avanzò senza esitazione. Gli edifici intorno a lui erano alti e creavano quasi un effetto del buio che lo inghiottiva. Ce ne aveva messo di tempo ma, alla fine, aveva trovato un nascondiglio nel seminterrato dell’enorme biblioteca.
Con