Moon Dance. Amy Blankenship

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Moon Dance - Amy Blankenship


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l’esistenza.

      Ma, quando erano iniziati le sparizioni e gli omicidi, la squadra si era messa in moto per cercare di capire cosa stesse succedendo.

      Vedendo Devon allontanarsi dalla ragazza nella gabbia e avvicinarsi alle sbarre per guardare qualcuno, Trevor lo seguì con lo sguardo. Sentì la propria pressione sanguigna aumentare di parecchio quando vide Envy appoggiata alla stessa gabbia, circondata da un focoso gruppo di uomini.

      Che diavolo ci faceva lì? Lasciò le sue compagne di ballo senza pensarci due volte e iniziò a farsi largo tra la folla per raggiungere Envy.

      Devon ringhiò piano quando la ragazza che aveva attratto la sua attenzione alzò le mani per aggrapparsi alle sbarre. Poteva sentire il suo calore in tutto il club e ne percepiva il richiamo. Stringendo le mani sulle sue, le fece scorrere in modo seducente sulle sue braccia attraverso le sbarre della gabbia.

      Proprio quando Envy era sul punto di rispondere a quella danza erotica, qualcuno le prese un braccio e la allontanò bruscamente. Rimase a bocca aperta quando vide chi era... si era completamente dimenticata di Trevor! Il momento sensuale s’interruppe e lei si arrabbiò di nuovo quando ricordò perché era venuta al Moon Dance... per vendicarsi.

      â€œChe diavolo ci fai qui?” Trevor sbottò un po’ troppo duramente, cercando di allontanarla dalla gabbia e dalla pericolosa vicinanza di Devon. Se il giaguaro era l’assassino, allora il modo in cui stava guardando Envy la etichettava come sua prossima vittima.

      Envy tenne l’altra mano stretta alla sbarra semplicemente perché non le era piaciuto il modo in cui Trevor la stava trattando. Si stava comportando come se fosse stata lei a fare qualcosa di male e non lui. Sorridendogli nel modo più dolce possibile, lo informò “Sono venuta a ballare... proprio come hai fatto tu.”.

      Trevor serrò le labbra sapendo che lei lo aveva visto ballare con le altre e non capiva che le stava usando solo come copertura, non si era nemmeno preoccupato di chiedergli il nome. I due si guardarono negli occhi per parecchi secondi prima che Trevor sospirasse.

      Avvicinandosi al suo orecchio sussurrò “Lasciami spiegare.” Non aveva voluto dirle chi fosse realmente perché temeva che lei, proprio come quel coglione di suo fratello Chad, avrebbe pensato che la stava usando solo per avere facile accesso ai bar in cui lei lavorava.

      â€œDai.” cercò ancora una volta di sottrarla allo sguardo infuocato di Devon. Lo guardò di nuovo e, se gli sguardi avessero potuto uccidere, lo avrebbe lasciato a terra in una pozza di sangue. Distolse lo sguardo e riportò l’attenzione sulla sua ragazza.

      Envy scosse la testa... ma certo che lui le avrebbe spiegato! “Sono venuta per divertirmi. Posso ballare da sola con questi bei ragazzi o puoi unirti a noi.” Alzò un sopracciglio come se non le importasse nessuna delle due cose.

      Trevor girò la testa lentamente e guardò i ragazzi libidinosi dietro di lei ancora lì, in attesa di vedere se avevano una possibilità. “Sparite.” disse con tono molto minaccioso, avvicinandosi ad Envy. Se voleva ballare allora lo avrebbe fatto con lui.

      Envy mise il broncio ma si chiese perché fosse così geloso, quando poi lui aveva ballato in modo provocante con altre due ragazze. “Non è divertente.” Alla fine lei lasciò la sbarra abbassando le braccia ed estraendo con indifferenza il piccolo taser dalla tasca, posando le mani sul petto di Trevor.

      Devon era in piedi in tutta la sua altezza, ad osservare quella gattina rossa che aveva attirato la sua attenzione, e non solo. Non gli piaceva l’odore dell’uomo che stava cercando di reclamarla. Sentiva odore di polvere da sparo e ciò significava che aveva un’arma nascosta da qualche parte. Allungò una mano e aprì la gabbia, dicendo alla ballerina di prendersi una pausa.

      Portandosi una mano all’orecchio, attraverso la ricetrasmittente quasi invisibile, Devon sentì suo fratello dire che la ragazza accanto alla gabbia aveva un taser e voleva usarlo contro quell’uomo. Guardò la pista da ballo attraverso la luce scura che illuminava i gradini e vide Nick lì, in piedi, pronto ad intervenire in caso di necessità.

      Era la voce di Warren nell’auricolare, dunque Devon immaginò che suo fratello maggiore stesse osservando tutto da una delle videocamere a visione notturna appese sotto le scale.

      Vedendo le mani di lei muoversi sul corpo dell’uomo, Devon sentì l’improvviso bisogno di staccare la testa a quel tizio, finché non vide un luccichio mentre la mano della ragazza si dirigeva verso le anche dell’uomo. Devon accennò un sorriso e decise che non era ancora il momento di intervenire.

      â€œCi penso io.” sussurrò Devon nella ricetrasmittente.

      Chad e Jason si scambiarono un sorriso, sapendo che era il momento di scendere, e si mossero verso le scale che portavano giù alla pista da ballo.

      Trevor si rese conto che neanche Envy gli aveva detto che sarebbe venuta lì, ma allora perché si sentiva così colpevole? “Ti ho chiesto che ci fai qui.” ripeté con voce ferma, mentre si strofinava su di lei. Brutta mossa. Quasi perse il filo del discorso quando quasi tutto il suo sangue defluì verso l’inguine, provocandogli un’erezione per la prima volta da quando aveva messo piede nel club.

      Envy si spinse contro il corpo di Trevor in modo seducente, così poi avrebbe potuto scostarsi molto velocemente. “Sono venuta per darti una cosa.” rispose, e sfoderò uno sguardo infuocato per distrarlo.

      â€œSpero che sia la stessa cosa che ho io per te.” disse Trevor con un gemito quando sentì la mano di Envy sulla propria erezione.

      â€œScopriamolo.” sibilò lei, premendo il taser e scattando all’indietro proprio quando lui sussultò e cadde sulle ginocchia senza emettere un suono. “Oops!” esclamò Envy e rimise subito in tasca il taser prima di girarsi e allontanarsi. L’ultima cosa che voleva era trovarsi ancora lì quando Trevor avrebbe avuto la forza per rialzarsi.

      Mentre si faceva largo nel buio attraverso la pista da ballo, qualcuno la afferrò per un braccio. Pensando che fosse suo fratello, non si preoccupò di guardare e lo seguì fiduciosa. Quando alzò lo sguardo, si aprì una piccola porta e vi fu spinta dentro.

      Envy ebbe a malapena il tempo di girarsi, prima che essa venisse chiusa a chiave. Una fioca luce si accese, svelando dei monitor e l’uomo che prima era nella gabbia. Lei aprì la bocca per parlare, ma lui la interruppe.

      â€œHo pensato che forse sarebbe meglio se vedessi cos’hai fatto al sicuro qui, in ufficio.” Devon fece un sorrisetto, indicando un monitor.

      Envy diede un’occhiata allo schermo, pensando che vedere Trevor contorcersi l’avrebbe fatta ridere... ma, invece, si sentì davvero male per lui. Le sembrò che il cuore le sprofondasse nel petto. Vedendolo soffrire fu felice che il monitor non avesse l’audio, perché era certa di non voler sapere cosa stava dicendo.

      Guardò in silenzio quando Chad e Jason apparvero tra la folla e lo aiutarono ad alzarsi da terra. Non riuscì a capire cosa stesse dicendo ma, quando Trevor spinse Chad con più forza di quella che avrebbe dovuto avere dopo una scarica simile, si preparò a correre fuori prima che uno di loro si facesse male.

      Vide il ballerino scuotere la testa come avvertimento mentre si metteva tra lei e la porta, allora Envy guardò di nuovo il monitor, sorpresa di vedere che Jason teneva fermo Trevor mentre Chad lo ammanettava.

      Sentendosi ancora più arrabbiata con se stessa per essere stata così infantile, si avviò verso la porta per dire a Chad di lasciar andare Trevor. Si sentì di nuovo afferrare per un braccio. Abbassò lo sguardo per non incrociare i suoi occhi, visto che era iniziato tutto per causa sua. Il senso di colpa si aggiunse alla rabbia e lei ritrovò il coraggio.

      â€œDopo avermi visto usare un taser, pensi davvero che sia una buona idea?” Alzò lo sguardo


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