Sangue Contaminato. Amy Blankenship

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Sangue Contaminato - Amy Blankenship


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      Il sistema di monitoraggio dei pazienti iniziò a lampeggiare all’improvviso e l’infermiera scattò in piedi. Le spie blu lampeggiavano qua e là e lei prese il telefono.

      â€œIl Dottor Gordon e il Dottor Harris sono desiderati al settimo piano.” disse, prima di riappendere il telefono e correre fuori.

      Sopraggiunsero altre infermiere da tutto il reparto per controllare quanti più pazienti possibili. Il vigilante prese la sua radio e chiamò la base al piano terra. Non ci volle molto prima che i due medici arrivassero insieme ad altre dieci infermiere per dare una mano.

      Si scatenò il panico tra il personale quando i pazienti iniziarono a morire uno dopo l’altro come mosche stecchite. Restavano accanto ad ognuno di loro il più a lungo possibile prima di passare al successivo dopo averne accertato la morte.

      Mentre si muovevano lungo il corridoio si resero conto che qualsiasi cosa stesse provocando la morte dei pazienti sembrava avvicinarsi sempre di più al reparto di terapia intensiva. Anche se tutti stavano pensando la stessa cosa nessuno espresse quella paura... era solo una coincidenza.

      Il vigilante era all’ascensore quando arrivò la polizia. Fu deluso quando vide che soltanto due agenti avevano risposto alla chiamata, ma meglio di niente. Con il terremoto della settimana prima e tutte le persone trovate morte e smembrate finora, comprendeva la mancanza di forze disponibili.

      Si udirono delle urla nel corridoio e gli agenti puntarono le pistole mentre correvano. Videro due infermiere sbalzate via e colpire duramente una parete con un rumore di ossa rotte. Esse caddero a terra lasciando lunghe strie di sangue sulla pittura bianca.

      â€œMa che diavolo succede?” mormorò il vigilante.

      Gli agenti impugnarono saldamente le armi e si mossero lentamente. Altri membri del personale furono scagliati fuori dalle stanze, mentre altri cercavano di scappare.

      Il vigilante osservò sconvolto una sagoma scura uscita dalla stanza accanto all’ingresso del reparto di terapia intensiva. Appariva e scompariva mentre si muoveva. Il suo volto non era visibile sotto il mantello nero strappato, ma si vedeva chiaramente una lunga falce stretta da lunghe dita.

      La figura si muoveva verso di loro, sbalzando via le infermiere come bambole di pezza e gli agenti aprirono il fuoco mentre si allontanavano dallo spettro. La falce tracciò un lungo arco, tagliando in due un agente. Il sangue schizzò ovunque e la creatura proseguì verso l’altro agente che stava ancora sparando.

      Schizzò altro sangue quando il secondo agente fu ferito al viso. Sentì a malapena il campanello dell’ascensore, segno che stava arrivando qualcuno, ma era bloccato dalla paura e non riusciva a muoversi.

      Vide un uomo con la coda dell’occhio... giovane, con un lungo soprabito e capelli neri in stile punk. L’uomo alzò una mano verso la creatura, che finì in fondo al corridoio. Essa gridò, usando la falce per fermare il suo volo, e sembrò fissare il nuovo arrivato prima di svanire.

      â€œStai bene?” chiese Ren all’agente traumatizzato.

      L’uomo svenne di colpo, Ren sospirò e prese il cellulare. Era un bene che nei pressi di quell’ospedale avesse percepito degli esseri paranormali, altrimenti non avrebbe avuto il potere per spaventare quella creatura.

      â€œCi serve un’impresa di pulizie e il miglior cacciatore di demoni che abbiamo.”.

      Angelica camminava avanti e indietro nell’ufficio di Ren, cercando di tenere d’occhio la barriera e di stare a distanza dagli altri nella stanza. Aveva già fulminato Storm quando le aveva detto che fissare Zachary non sarebbe servito a farlo svegliare prima.

      Guardo perplessa Syn, che ancora appoggiato al muro. Iniziava a pensare che quell’uomo poteva trasformarsi in una statua se si fosse impegnato, visto che non si muoveva da ore.

      Forse Storm aveva ragione, iniziava a soffocare lì dentro e Zachary non aveva mosso neanche un dito. All’improvviso il cellulare di Angelica squillò, destandola dai suoi pensieri.

      Vedendo l’ID del chiamante e pensando che Storm volesse avere notizie di Zachary rispose “No, Storm. Non si è ancora svegliato.”.

      â€œRen ha bisogno di te all’ospedale.” disse Storm seriamente. “Si è imbattuto in qualcosa di terribile che adesso è da qualche parte nell’edificio.”.

      â€œE ha bisogno di me per trovarlo.” concluse Angelica, guardando Zachary prima di voltarsi. “Arrivo.”.

      Riagganciò e si rivolse a Syn “Devo andare in ospedale.” Syn accorciò la distanza tra loro così velocemente che lei quasi non se ne accorse.

      Le mise un braccio intorno alla vita e sorrise prima di stringerla a sé. Era ora che lasciasse il capezzale del suo amico.

      In un batter d’occhio si trovarono all’ingresso dell’ospedale. I membri del PIT travestiti da agenti di polizia stavano già scortando tutti fuori dall’edificio. Non procedevano con ordine come avrebbero dovuto ma, se la situazione era grave come Storm aveva detto, allora non poteva certo biasimarli.

      â€œDov’è?” chiese Angelica a uno della squadra.

      â€œNon lo so, ma Ren sta perlustrando il settimo piano.” rispose l’uomo dopo averla riconosciuta.

      Angelica e Syn andarono agli ascensori e raggiunsero il settimo piano. Quando le porte si aprirono, la prima cosa che lei notò fu l’odore di sangue, poi spalancò gli occhi per la carneficina nel corridoio.

      Ren aveva piantonato membri del PIT nell’area per controllare la presenza di eventuali sopravvissuti. Un’altra cosa che lei notò fu il vigilante rannicchiato in un angolo, che si dondolava avanti e indietro mormorando qualcosa a proposito del Mietitore.

      â€œCos’è successo?” chiese Angelica.

      Ren sospirò “Sembrava il Mietitore, con tanto di falce e tutto il resto.”.

      â€œUn demone della morte.” disse Angelica. “Non ne ho mai affrontato uno ma so che sono molto cattivi.”.

      â€œÃˆ sprofondato nel pavimento ed è sparito.” spiegò Ren. “Non siamo ancora riusciti a trovarlo.”.

      â€œÃˆ ancora qui.” lo informò Syn.

      â€œLo so... sento la sua energia negativa che cerca di contagiarmi come una malattia.” disse Ren frustrato.

      Angelica fece un respiro profondo e iniziò a percorrere mentalmente gli altri piani dell’ospedale. A volte le era capitato di riuscire a seguire il percorso invisibile intrapreso da qualche demone potente ma questo, invece, si era aggirato in tutto l’ospedale, ripercorrendo i propri passi troppe volte.

      Ren spalancò gli occhi quando si sentì toccare dal potere di Angelica. “Interessante.” disse, non avendolo mai percepito prima. Immaginò che quando erano al castello il suo potere fosse dormiente perché non ne aveva bisogno. Ren scrollò le spalle, non era il momento per provare nuovi poteri, e tornò al suo lavoro.

      Angelica si allontanò dal massacro verso la scala di emergenza. Syn era proprio dietro di lei e la vide guardarsi intorno per un attimo. Sentì il sangue nelle vene iniziare a scaldarsi quando, con il proprio udito sensibile, sentì dei bambini che piangevano e chiedevano aiuto. Alzò lentamente lo sguardo verso il soffitto concentrandosi sulle voci.

      Angelica inspirò e corse su per le scale a tutta velocità. Percorsero tre piani e si fermarono al decimo. Lei si fermò di colpo e si portò una mano alla bocca vedendo un’altra carneficina.

      Abbassando lo sguardo sentì le


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