La Clessidra del Killer . Блейк Пирс

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La Clessidra del Killer  - Блейк Пирс


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iniziando a sembrare un po’ impaziente.

      Riley intuì dal tono della sua voce che era serio.

      Seguita da Belt e Terzis, attraversò il boschetto, finché raggiunsero una piccola radura in cui si trovava Bill, intento a guardare in terra.

      Era vero, aveva trovato qualcosa.

      Un altro pezzo di stoffa era in terra, legato e tenuto fermo da gancetti agli angoli.

      “Accidenti” Terzis mormorò.

      “Non un altro corpo” Belt esclamò.

      Riley comprese subito che doveva trattarsi di qualcos’altro. Prima di tutto, la fossa era molto più piccola dell’altra, e di forma quadrata.

      Bill indossò un paio di guanti di plastica, per evitare di lasciare impronte su qualunque cosa stesse per trovare. Poi, s’inginocchiò e spostò gentilmente il pezzo di stoffa.

      Tutto ciò che Riley vide fu un pezzo rotondo di legno scuro e lucido.

      Bill prese attentamente il cerchio di legno con entrambe le mani, e lo sollevò.

      Tutti, con la sua sola eccezione, sussultarono per quello che aveva lentamente tirato fuori dalla fossa.

      “Una clessidra!” esclamò il Capo Belt.

      “La più grande che io abbia mai visto” Terzis aggiunse.

      E, infatti, l’oggetto era alto più di sessanta centimetri.

      “Sei sicuro che non si tratti di una trappola?” Riley chiese sospettosa.

      Bill si alzò in piedi con l’oggetto, tenendolo in perpendicolare, maneggiandolo con quanta più delicatezza possibile, come se tenesse in mano uno strumento esplosivo. Lo posò sul terreno, accanto alla fossa.

      Riley s’inginocchiò e lo esaminò attentamente. L’oggetto non sembrava avere cavi o molle. Ma si nascondeva qualcosa sotto la sabbia? Infine, inclinò la clessidra su un lato, e non vide alcunché di strano.

      “È soltanto una grande clessidra” mormorò. “E nascosta, proprio come la trappola sul sentiero.”

      “Non si tratta esattamente di una clessidra” Bill osservò. “Sono certo che misuri un periodo di tempo più lungo di un’ora. È quello che si chiama timer di sabbia.”

      Agli occhi di Riley, l’oggetto appariva come straordinariamente bello. I due globi di vetro erano splendidamente definiti, uniti insieme da una piccolissima apertura. La parte superiore tondeggiante in legno ed i pezzi della parte inferiore erano collegati da tre barre di legno, intarsiate da motivi decorativi. La parte superiore era caratterizzata da un’intarsio a forma di onda. Il legno era scuro e molto lucido.

      Riley aveva visto dei timer di sabbia in precedenza, ma molto più piccoli: erano creati per la cucina, e misuravano da tre o venti minuti. Questo era molto, molto più grande, alto più di sessanta centimetri.

      Il globo inferiore era parzialmente pieno di sabbia dorata.

      Invece, in quello superiore, non c’era sabbia.

      Il Capo Belt chiese a Bill: “Come ha fatto a sapere che c’era qualcosa qui?”

      Bill era accovacciato accanto al timer di sabbia, esaminandolo attentamente. Anziché rispondere, domandò: “Qualcun altro ha notato qualcosa di strano relativamente alla forma del buco sul sentiero?”

      “Io” Riley disse. “Le estremità della fossa erano scavate in una sorta di forma a cuneo.”

      Bill annuì.

      “Era grossomodo la forma di una freccia. La freccia indicava dove il sentiero s’incurvava, e alcuni cespugli erano stati smossi. Perciò, sono venuto qui per vedere che cosa indicasse.”

      Il Capo Belt stava ancora guardando il timer di sabbia con stupore.

      “Beh, siamo fortunati che l’abbia trovato” l’uomo disse.

      “Il killer voleva che guardassimo qui” Riley borbottò. “Voleva che lo scoprissimo.”

      Riley guardò Bill e poi Jenn. Intuì che stavano pensando alla stessa cosa a cui lei stava pensando.

      La sabbia all’interno del timer si era esaurita.

      Forse, in un modo che non comprendevano ancora, ciò significava che non erano affatto fortunati.

      Riley guardò Belt e chiese: “Qualcuno dei suoi uomini ha trovato un timer come questo sulla spiaggia?”

      Belt scosse la testa e rispose semplicemente: “No.”

      Riley provò un cupo fremito di intuizione.

      “Allora non avete guardato abbastanza bene” la donna commentò.

      Né Belt né Terzis parlarono per un istante. Sembrava che non riuscissero a credere alle proprie orecchie.

      Poi Belt disse: “Ascolti, qualcosa del genere sarebbe senz’altro venuta fuori. Sono sicuro che non ci fosse qualcosa di simile nella zona vicina.”

      Riley si accigliò. L’oggetto, per essere stato deposto così attentamente, doveva essere importante. Era sicura che i poliziotti in qualche modo non avevano notato un altro timer di sabbia.

      Del resto, avrebbero dovuto farlo lei, Bill e Jenn quando erano stati alla spiaggia. Dove poteva essere?

      “Dobbiamo tornare a dare un’occhiata” Riley disse.

      Bill portò l’enorme timer al SUV. Jenn aprì il portabagagli e, insieme a Bill, mise dentro l’oggetto, assicurandosi che fosse legato e fissato in modo da proteggerlo da qualsiasi movimento brusco o improvviso. Lo coprirono con un lenzuolo che era nel SUV.

      Riley, Bill e Jenn entrarono nel veicolo e seguirono l’auto del capo della polizia, di nuovo fino alla spiaggia.

      Il numero di giornalisti che si erano radunati nel parcheggio era aumentato e stavano diventando più aggressivi. Mentre Riley ed i colleghi passavano in mezzo a loro ed oltrepassavano il nastro giallo, si chiese per quanto tempo ancora sarebbero stati in grado d’ignorare le loro domande.

      Quando raggiunsero la spiaggia, il corpo non si trovava più all’interno della fossa. La squadra del coroner l’aveva già caricato nel proprio furgone. I poliziotti locali stavano ancora setacciando la zona in cerca di indizi.

      Belt chiamò a raccolta i suoi uomini, che si radunarono intorno a lui.

      “Qualcuno ha visto un timer di sabbia qui intorno?” chiese. “Dovrebbe avere la forma di una grossa clessidra, alta almeno sessanta centimetri.”

      I poliziotti sembravano perplessi dalla domanda. Scossero la testa e risposero di no.

      Riley stava iniziando a sentirsi impaziente.

      Dev’essere qui intorno, da qualche parte, pensò. Salì sul culmine di un vicino pendio erboso e si guardò intorno. Ma non scorse alcuna clessidra e neppure sabbia spostata, che avrebbe indicato la presenza di qualcosa appena sepolto.

      Forse il suo intuito le stava giocando dei tiri mancini? Qualche volta era successo.

      Non stavolta, pensò.

      Il suo sesto senso le diceva che non si sbagliava.

      Tornò indietro e si mise a guardare in fondo alla fossa. Era molto diversa da quella nel bosco. Era più bassa e più informe. Il killer non avrebbe potuto utilizzare la sabbia asciutta per creare un indicatore nemmeno se ci avesse provato.

      Si voltò e guardò in ogni direzione.

      Non vide altro che sabbia e schiuma di mare.

      La marea era bassa. Naturalmente, il killer avrebbe potuto realizzato una sorta di scultura in sabbia dalla forma di una freccia, ma sarebbe stata subito visibile. Se non era stata distrutta, sarebbe stata ancora visibile.

      La donna chiese allora agli altri: “Avete visto qualcun altro qui vicino, oltre all’uomo


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