Mariti Nel Mirino . Блейк Пирс

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Mariti Nel Mirino  - Блейк Пирс


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       CAPITOLO VENTISEI

       CAPITOLO VENTISETTE

       CAPITOLO VENTOTTO

       CAPITOLO VENTINOVE

       CAPITOLO TRENTA

       CAPITOLO TRENTUNO

       CAPITOLO TRENTADUE

       CAPITOLO TRENTATRÉ

       CAPITOLO TRENTAQUATTRO

       CAPITOLO TRENTACINQUE

       CAPITOLO TRENTASEI

       CAPITOLO TRENTASETTE

      PROLOGO

      Morgan Farrell non aveva idea di dove si trovasse o da dove provenisse. Le sembrava di essere sbucata fuori da una nebbia fitta e spessa. E qualcosa, o qualcuno, era proprio lì di fronte a lei.

      Fece qualche passo in avanti, aguzzando lo sguardo, e notò il volto di una donna che la guardava: sembrava persa e confusa, esattamente come si sentiva Morgan.

      “Chi sei?” le chiese.

      Quel volto ripeteva le parole che pronunciava all’unisono … infine Morgan comprese …

      Il mio riflesso.

      Stava guardando il suo volto in uno specchio.

      Si diede della stupida; come aveva fatto a riconoscersi? Ma non era del tutto sorpresa.

      Il mio riflesso.

      Era ormai consapevole del fatto che il volto che aveva di fronte era il suo, riflesso da uno specchio, ma era come guardare un’estranea. Quello era il viso che aveva sempre avuto, il viso che in genere tutti giudicavano elegante e bello. Ma in quel momento le appariva fasullo.

      Il volto allo specchio non sembrava neppure … vivo.

      Per alcuni istanti, Morgan si domandò se fosse morta. Poi focalizzò la sua attenzione sul suo respiro, lievemente affaticato. Sentì il suo battito cardiaco accelerare leggermente.

      No, non era morta. Ma sembrava essersi persa.

      Provò a ragionare.

      Dove sono?

      Che cos’ho fatto prima di ritrovarmi qui?

      Benché il fatto di non conoscere le risposte la facesse sentire strana, era un problema familiare. Non era la prima volta che si ritrovava da qualche parte dell’enorme casa senza sapere come ci fosse finita. Gli episodi di sonnambulismo erano causati dai vari tranquillanti che il medico le aveva prescritto, certamente sommati al troppo scotch.

      Morgan sapeva soltanto una cosa: era meglio che Andrew non la vedesse in quello stato. Non era truccata, e i capelli erano un disastro. Sollevò una mano per sistemare una ciocca sulla fronte, e a quel punto vide qualcosa di sorprendente …

      La mia mano.

      E’ reale.

      E’ coperta di sangue.

      Vide la sua bocca, riflessa nello specchio, spalancarsi per lo shock.

      Poi, sollevò l’altra mano e si accorse che anche quella grondava sangue.

      Ebbe un istintivo moto di repulsione e si pulì le mani sui vestiti.

      Quando si accorse di quello che aveva fatto, ne rimase ancora più sconvolta: si era appena ripulita dal sangue sulla sua costosissima vestaglia di seta.

      Andrew si sarebbe infuriato, se lo avesse scoperto.

      Ma come poteva fare per ripulirsi in un altro modo?

      Si guardò intorno ed afferrò frettolosamente un asciugamano appeso accanto allo specchio. Mentre tentava di ripulirsi le mani, vide il monogramma …

      AF

      Era l’asciugamano di suo marito.

      Si sforzò di focalizzare la sua attenzione sull’ambiente … i costosi asciugamani monogrammati …. le luccicanti pareti dorate.

      Si trovava nel bagno del marito.

      Morgan sospirò, disperata.

      Già in passato, il suo girovagare notturno l’aveva condotta nella camera da letto del marito: sapeva che, se lo avesse svegliato, l’uomo avrebbe reagito male, perché si sarebbe sentito violato nella sua privacy.

      Non solo era entrata nella camera del marito ma l’aveva attraversata entrando nel bagno annesso.

      Rabbrividì. Le punizioni del marito erano sempre crudeli.

      Che cosa mi farà stavolta? pensò.

      Morgan scosse il capo, provando a scacciare la confusione. La testa le faceva molto male e aveva la nausea. Ovviamente, aveva preso troppi tranquillanti e, dopo, aveva bevuto molto …

      In quel momento vide che, non solo, aveva sporcato di sangue uno dei preziosi asciugamani di Andrew, ma aveva anche lasciato le impronte su tutto il piano del bagno. C’era sangue persino sul pavimento in marmo.

      Da dov’è venuto tutto questo sangue? si chiese.

      Una strana idea si formò nella sua mente …

      Ho tentato di uccidermi?

      Non riusciva a ricordare di averlo fatto, ma era una possibilità da considerare. Aveva considerato l’idea di suicidarsi più di una volta, da quando era sposata con Andrew. E, se fosse davvero morta per propria mano, non sarebbe stata la prima a farlo in questa casa.

      Mimi, la precedente moglie di Andrew, si era suicidata.

      Ed anche il di lui figlio, Kirk, soltanto lo scorso novembre.

      Quasi sorrise con amara ironia …

      Ho appena tentato di continuare la tradizione di famiglia?

      Indietreggiò, per guardarsi meglio.

      Tutto questo sangue …

      Non vide alcuna ferita.

      Perciò, da dove veniva il sangue?

      Voltandosi, notò che la porta che conduceva alla camera da letto di Andrew era spalancata.

      Lui è dentro? si chiese.

      Era rimasto addormentato per tutto il tempo, qualsiasi cosa fosse accaduta?

      Quella possibilità la lasciò sollevata. Se dormiva così profondamente, forse sarebbe riuscita a sgattaiolare via senza che si accorgesse della sua presenza lì.

      Poi, soffocò un gemito, realizzando che non sarebbe stato affatto facile. C’era ancora tutto quel sangue da gestire.

      Se Andrew fosse entrato in bagno ed avesse scoperto quella scena orribile, non avrebbe che potuto incolparla, in quale modo.

      Andava sempre a finire così.

      Il panico in lei aumentò; tentò di ripulire il piano con l’asciugamano. Ma si accorse che non serviva ad alcunché. Non stava facendo altro che spargere sangue ovunque. Avrebbe dovuto usare l’acqua per ripulire tutto.

      Fece per aprire il rubinetto ma si fermò in tempo: il suono dell’acqua


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