Desiderata . Морган Райс

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Desiderata  - Морган Райс


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stare in mezzo a noi. Ma ci sono delle regole strette qui, e non è consentito. Siamo noi e loro, e non è permesso superare il confine. Ci sono alcuni membri della famiglia reale che non vogliono che abbiamo troppo potere. E anche Maria insiste su questo”.

      “Ad ogni modo, questo è proprio un posto favoloso. Non posso immaginare che tutto questo finisca. Ci sono feste dopo feste, balli infiniti, danze, concerti …. Ci sarà l'evento più incredibile di tutti questa settimana. Un'opera, in realtà. Ho già scelto che cosa indossare.”

      Appena si avvicinarono alle porte, diversi servi si precipitarono ad aprile. Le porte dorate erano imponenti, e Sam le guardò, stupito, mentre varcava la soglia.

      Polly si incamminò per un enorme corridoio in marmo, come se lei stessa fosse la padrona del palazzo, e Sam si affrettò a tenere il passo. Mentre avanzano, Sam si guardava intorno, stupito da tutta quella opulenza. Percorsero infiniti corridoi pavimentati in marmo, con enormi candelabri appesi al soffitto, che illuminavano dozzine di specchi dorati. La luce del sole filtrava e si spingeva in ogni direzione.

      Passarono di porta in porta, e, infine, entrarono in un enorme salotto, fatto anch'esso di marmo, con colonne tutte intorno ad esso. Diverse guardie si misero sull'attenti appena Polly entrò.

      Polly scoppiò a ridere, senza dar segno di averlo notato. “Veniamo anche per allenarci qui,” disse. “Le loro attrezzature sono le migliori. Aiden ci costringe ad un programma duro. Sono sorpresa che mi abbia permesso di saltarlo per venire da te. Devi essere molto importante.”

      “Allora dov'è?” Sam chiese. “Quando potrò incontrarlo?”

      “Accidenti, sei impaziente, non è così? E' un uomo molto impegnato. Potrebbe decidere di incontrarti tra un po' di tempo. O potrebbe decidere di farlo subito. Non preoccuparti, saprai quando intenderà incontrarti. Dai tempo al tempo. Nel frattempo, mi è stato chiesto di mostrarti la tua camera.”

      “La mia camera?” Sam chiese, sorpreso. “Aspetta un attimo. Non ho detto che posso restare qui. Come ho detto, devo davvero trovare mia sorella,” Sam cominciò a protestare quando un'enorme serie di doppie porte si aprì dinnanzi a loro.

      Un gruppo di cortigiani entrò all'improvviso, raccolto intorno ad una donna che trasportavano su un trono reale.

      Lo poggiarono a terra; appena lo fecero, Polly s'inchinò, indicando a Sam di fare lo stesso. Lui obbedì.

      Una donna, e poteva trattarsi solo di Maria Antonietta, scese dal trono lentamente, facendo diversi passi verso di loro, e si fermò proprio davanti a Sam, facendogli cenno di alzarsi. Lui, di nuovo, obbedì.

      La regina guardò Sam dall'alto in basso, come se fosse un oggetto interessante.

      “Allora, tu sei il nuovo ragazzo,” lei disse, impassibile. I suoi occhi verdi bruciavano con un'intensità che lui non aveva mai visto, e potè, tuttavia, percepire che lei apparteneva alla sua stessa specie.

      Infine, dopo quella che sembrò un'eternità, lei annuì. “Interessante.”

      Ciò detto, passò dritta davanti a loro, e il suo entourage la seguì rapidamente.

      Ma una ragazza si attardò; chiaramente, faceva parte della corte. Sembrava avere circa 17 anni, ed indossava un abito blu in velluto, dalla testa ai piedi. Aveva la pelle più bella che Sam avesse mai visto, lunghi e ricci capelli biondi e profondi occhi del colore del mare. Li fissò dritti su Sam, che ricambiò.

      Lui si sentì indifeso davanti al suo sguardo, incapace di guardare altrove.

      Era la ragazza più bella che avesse mai visto.

      Dopo svariati secondi, lei fece un passo in avanti, e lo guardò negli occhi ancor più profondamente. Gli porse la mano, con il palmo verso il basso, chiaramente aspettandosi che lui la baciasse. Si muoveva lentamente, con una posa orgogliosa.

      Sam le prese la mano e fu elettrizzato al tocco della sua pelle. Tenne ferme le dita di lei e le baciò.

      “Polly?” la ragazza disse. “Non vuoi presentarci?”

      Non era una domanda. Era un ordine.

      Polly si schiarì la gola, con riluttanza.

      “Kendra, Sam,” lei disse. “Sam, Kendra.”

      Kendra, Sam pensò, guardandola negli occhi, sorpreso da come lo guardasse aggressivamente, come se lui fosse già una sua proprietà.

      “Sam,” lei echeggiò, sorridendo. “Un po' semplice. Ma mi piace.”

      CAPITOLO SEI

      Kyle sfasciò il sarcofago di pietra con un singolo pugno. Lo distrusse in un milione di pezzi, e uscì fuori dalla tomba, in piedi e pronto ad entrare in azione.

      Girovagò e si guardò intorno, pronto a combattere contro chiunque si avvicinasse. Infatti, sperava proprio che qualcuno gli si avvicinasse per sfidarlo. Questo viaggio nel tempo era stato particolarmente noioso, ed era pronto a scatenare la sua rabbia su qualcuno.

      Ma, guardandosi intorno rimase deluso accorgendosi che la stanza era vuota. C'era soltanto lui.

      Lentamente, la sua rabbia cominciò a scemare. Almeno, era finito nel posto giusto, e poteva già percepire che era l'epoca giusta. Sapeva di essere molto più esperto nei viaggi nel tempo rispetto a Caitlin: perciò era in grado di riapparire nel luogo e nel tempo voluto, in modo più specifico. Si guardò intorno, e con grande soddisfazione, comprese di essere finito esattamente dove intendeva essere: Les Invalides.

      Les Invalides era un luogo che aveva sempre amato, che era sempre stato importante per i più malvagi della sua specie. Era un mausoleo, con profondi sotterranei, costruito in marmo; era adornato splendidamente, con i sarcofagi allineati lungo le pareti. L'edificio aveva una forma cilindrica ed un soffitto alto decine di metri, che culminava in una cupola. Era un luogo austero, il perfetto luogo di riposo per tutti i soldati d'elite di Francia. Era anche il sito, Kyle lo sapeva, in cui un giorno Napoleone sarebbe stato sepolto.

      Ma non ancora. Era solo il 1789, e Napoleone, quel piccolo bastardo, era ancora vivo. Uno dei vampiri preferiti di Kyle. Doveva avere circa 20 anni ora, pensò Kyle, ed era ancora in procinto di iniziare la sua carriera. Non sarebbe stato sepolto in quel luogo se non dopo diversi anni. Naturalmente, essendo della sua razza, la sepoltura di Napoleone era solo uno stratagemma, soltanto un modo per lasciare che le masse di umani pensassero che fosse uno di loro.

      Kyle sorrise a quel pensiero. Eccolo lì, il luogo delle spoglie mortali di Napoleone, prima che Napoleone fosse ancora “morto”. Avrebbe atteso di rivederlo di nuovo, per rammentare i vecchi tempi. Dopotutto, lui era una delle poche persone della sua specie, che Kyle quasi rispettava. Ma era anche un arrogante piccolo bastardo. Kyle avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.

      Camminò lentamente lungo il pavimento di marmo, ed i suoi passi riecheggiarono nel silenzio mentre si guardava intorno. Aveva avuto giorni migliori. Aveva perso un occhio a causa di quell'orribile ragazzino, il figlio di Caleb, e il suo volto era ancora sfigurato per la punizione subita da Rexius, quando era a New York. E, come se non bastasse, ora aveva un'enorme ferita alla guancia, a causa della lancia che Sam gli aveva scagliato contro al Colosseo. Era un rottame, lo sapeva.

      Ma, in un certo senso, questo gli piaceva. Era un sopravvissuto. Era vivo, e nessuno era stato in grado di fermarlo. Ed era più furioso che mai. Non solo era determinato a impedire a Caitlin e Caleb di trovare lo Scudo, ma ora era determinato a farla pagare ad entrambi. A farli soffrire, proprio come lui aveva sofferto. Anche Sam era sulla sua lista. Tutti e tre — li avrebbe fermati ad ogni costo, fino a quando non avesse torturato ognuno di loro lentamente.

      Con pochi balzi, Kyle raggiunse la sommità della scalinata in marmo, e salì al livello superiore della tomba. Ci girò intorno, camminando fino alla fine della cappella, sotto all'enorme cupola, e raggiunse l'altare. Tastò la sua parete calcarea, cercando.

      Infine, trovò quello che cercava. Spinse un chiavistello nascosto, e si aprì uno scompartimento segreto. Allungò la mano e ne estrasse


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