Il Sorriso Perfetto. Блейк Пирс

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Il Sorriso Perfetto - Блейк Пирс


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      “Forse. Può darsi. Ma era davvero brava a mollare con facilità i tipi con cui usciva. Proprio come ieri: l’ho sentita al telefono che diceva a qualcuno che non poteva più vederlo. È stata davvero gentile.”

      “Quindi ha avuto effettivamente una discussione recentemente,” sottolineò Dolan.

      “Oh sì, direi di sì,” disse Gabby, sembrando accorgersi solo ora che la chiamata corrispondeva a ciò che Jessie aveva appena descritto.

      “Con chi stava parlando?” chiese Jessie rapidamente, non volendo che l’atmosfera si facesse troppo accusatoria.

      “Non lo so. L’altra voce sulla linea era forte. Ma io ero in un’altra stanza. Non volevo che Claire si accorgesse che stavo ascoltando. Voi non potete rintracciare questo tipo di cose?”

      “Sì, Gabby, possiamo farlo,” la rassicurò Jessie. “Cos’altro ci puoi dire della scorsa notte?”

      “Ho già raccontato agli altri detective dell’appuntamento che aveva quella sera. Di solito teneva tutti i dettagli nel telefono.”

      “È possibile che abbia portato il tipo a casa, come hai fatto tu con Carter?” chiese Jessie.

      “Ne dubito,” disse Gabby, mettendosi più comoda sulla poltrona. Sembrava che la mente le si stesse un po’ annebbiando.

      “Perché no?” chiese Jessie.

      “Non le piaceva portare gli uomini a casa nostra. Se si sentiva… in vena, di solito andava lei a casa loro. Non le piaceva che la gente sapesse dove viveva. Aveva avuto alcune brutte esperienze, sapete?”

      “A dire il vero,” intervenne Dolan con tono scocciato, “no, non lo sappiamo. Ma sembra esattamente il genere di cosa che ci piacerebbe seguire. Puoi darci dei nomi?”

      “Non me ne viene in mente nessuno,” disse Gabby,” ignara del fatto che si stava ripetutamente contraddicendo. “Non tenevo le fila di quelli con cui usciva, a meno che lei non dicesse il nome un po’ di volte. Immaginavo che se non era abbastanza importante per lei, non serviva che me lo fissassi nella memoria neppure io.”

      Jessie aveva l’impressione che tra tutte e due avessero tanti di quegli appuntamenti che tenere traccia dei nomi era davvero una sfida. Guardò verso Carter Harrington, che stava spostando il peso da un piede all’altro, evidentemente a disagio, come se la conversazione si stesse addentrando in un territorio che avrebbe preferito evitare. Lei era dibattuta se questo fosse il momento di entrare proprio in quei luoghi, ma Dolan la anticipò tuffandocisi a capofitto.

      “Signorina Cantu,” disse, il tono che perdeva ogni pretesa di calore. “È piuttosto evidente che lei ci sta nascondendo alcune cose. Non so se lei ne sia consapevole, ma mentire a un agente federale è un crimine.”

      Jessie si sentì sprofondare il cuore nel petto. La ragazza era già fragile, e minacciarla sembrava controproducente.

      “Non sto ment…” iniziò a dire Gabby.

      Dolan la interruppe.

      “Anche dire che non sta mentendo potrebbe essere interpretato come menzogna,” le fece notare. “C’è sicuramente qualcosa nei suoi partner e in quelli della signorina Claire che lei sta evitando di condividere con noi. Capisco. Non vuole incriminarsi. Ma il fatto è che alla fine scopriremo tutto comunque. Le uniche domande sono: sarà prima o dopo, e lei sarà di aiuto o no? Se sarà prima e lei ci sarà di aiuto, possiamo essere molto disponibili. Se sarà più tardi e lei non ci aiuta, potremmo rivelarci molto duri.”

      Gabby sembrava terrorizzata. Jessie tentò di tamponare un poco le cose senza pestare troppo i piedi a Dolan. Cercò di non fare né la poliziotta buona, né tantomeno quella cattiva.

      “Gabby, il tuo aiuto in questo momento potrebbe fare la differenza nel permetterci o meno di catturare chiunque abbia fatto questa cosa a Claire. Ogni secondo che ci troviamo al buio è un altro secondo in cui il killer può nascondere il suo coinvolgimento e coprire le tracce. Non vuoi essere responsabile di questo, vero?”

      La ragazza scosse la testa.

      “E non vuoi neanche affrontare accuse di ostruzione in un’indagine federale,” aggiunse Dolan con forza.

      “No,” sussurrò Gabby.

      “E allora sentiamo,” aggiunse l’agente.

      “Non abbiamo infranto nessuna legge,” insistette lei con voce lamentosa. “Solo… uscivamo con un sacco di tipi. Più che altro più grandi, a volte sposati.”

      “Siete delle escort?” chiese Dolan, rifiutandosi di ammansirsi.

      “No!” rispose lei con fermezza. “Lasciavamo solo che ci comprassero delle cose. Ogni tanto facevamo bingo, e uno di loro diventava un… sì, insomma, uno che ci poteva mantenere.”

      “Capisco,” disse Dolan, sforzandosi ammirevolmente di mantenere una voce neutra e priva di giudizio questa volta.

      “Beh, è questo che cerchiamo,” disse lei prima di voltarsi verso Harrington e aggiungere: “Senza offesa.”

      “Credimi,” disse Jessie, “niente di tutto questo è uno shock per lui. Sapeva in cosa si metteva. Vai avanti.”

      “Quindi, quando una di noi trovava uno di questi ricconi, lui di solito acconsentiva a pagarci l’affitto o altre cose del genere. A volte poteva durare qualche settimana. A volte andava avanti per mesi. Di solito avevamo una rotazione di uomini. Ma a volte si trasformava in qualcosa di più. Una di noi magari diventava una specie di amante professionista per un po’ di tempo. Alla fine rompevamo quando la cosa si faceva noiosa. A volte era l’uomo a finirla, soprattutto quando sospettava che la moglie potesse scoprirlo.”

      “Come poteva fare la moglie a scoprirlo?” chiese Jessie. “E ricorda quello che ha detto l’agente Dolan sul mentire all’FBI.”

      “È possibile che io o Claire dicessimo al tizio che la moglie poteva venire a sapere la verità. Di solito questo li spaventa. A volte ci davano anche un piccolo extra per assicurarsi che mantenessimo il silenzio.”

      “Questa si chiama estorsione,” sottolineò Dolan.

      “Cosa?” chiese Gabby, sinceramente ignara.

      “Non volevate potare avanti le relazioni?” chiese Jessie rapidamente, non volendo inciampare su questioni secondarie. “Magari sperando che il tizio lasciasse sua moglie per voi?”

      “Ma scherza?” chiese Gabby, mostrandosi quasi insultata. “Ho ventitré anni. Non sono pronta a mettere su famiglia. In questo modo posso avere tutti i benefici, ma continuare a fare festa senza trovarmi il collare al collo. Il senso di tutto questo sistema è di divertirsi senza dover lavorare troppo per farlo. Cioè, magari quando sarò più grande farò famiglia, tipo a ventisei anni o giù di lì. Ma adesso voglio solo spassarmela.”

      Ci fu un lungo silenzio nella stanza. Nessuno sembrava come reagire a quella bomba di verità. Jessie cercò di convincersi che nella mente di Gabby lei doveva essere decisamente una ‘vecchia’, essendo ormai vicina ai trent’anni.

      “Come trovavate questi tizi?” riuscì a chiedere alla fine.

      “C’è un sito. Si chiama “Look of Love” o ‘LOL’ in breve. Aiuta i tipi benestanti di una certa età a conoscere e fissare appuntamenti con ragazze giovani e amichevoli. Quello che succede dopo sta a loro.”

      “Si registra un profilo sul sito?” insistette Jessie.

      “Sì, così i tizi possono trovare le ragazze che sono il loro tipo. E allo stesso tempo il sito può fare un controllo sulla sicurezza dell’uomo in questione.”

      Jessie e Dolan guardarono verso Harrington, che si era ritirato nell’angolo del salotto e stava guardando fuori da una delle enormi finestre che si affacciava su Santa Monica.

      “Lei si è sottoposto a uno di questi controlli?” gli chiese Dolan.

      Harrington


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