Cattura. Блейк Пирс

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Cattura - Блейк Пирс


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lo mettesse in allarme.

      Ma gli escursionisti che si aggiravano da soli in quelle zone deserte venivano uccisi talvolta. E alcune persone persistevano ad aggirarsi lì fuori, da sole, nonostante tutti gli avvertimenti.

      Jake non voleva dire senza mezzi termini ad Harry che pensava che avesse torto.

      Ma che cosa posso dirgli?

      Jake non lo sapeva.

      Harry continuò: “Jake, mi stavo chiedendo … pensi che potresti prenderlo come un caso del BAU? Voglio dire, ora che ci sono stati due omicidi in due diversi stati?”

      Jake si sentiva sempre più a disagio.

      Disse: “Harry, non è così che funziona. Spetta alla polizia dell’Arizona chiedere l’aiuto dell’FBI. E, per quanto ne so, non l’ha fatto. Finché questo non avviene, non è un nostro problema. Ora forse puoi far sì che loro chiamino l’FBI …”

      Harry interruppe. “Ci ho già provato. Non riesco a convincere quei poliziotti che gli omicidi sono collegati. E sai come la polizia locale può dimostrarsi quando l’FBI calpesta il loro territorio. Non impazziscono all’idea.”

      Jake pensò, No, non penso proprio in effetti.

      Trovò facile immaginare come la polizia dell’Arizona potesse reagire davanti ad un poliziotto in pensione che tentava di convincerli che stava loro sfuggendo qualcosa d’importante. Ma Harry non si sbagliava su una cosa, in realtà. Se un killer commetteva omicidi in più di uno stato, l’FBI non aveva bisogno di alcun invito per indagare sul caso. Se Harry aveva ragione sul fatto che si trattava dell’opera dello stesso killer, l’FBI poteva aprire le indagini.

      Se Harry aveva ragione.

      Jake fece un respiro lungo e profondo. “Harry, non so davvero se posso fare qualcosa. Sarebbe davvero difficile provare a far sì che le persone al comando qui ne facciano un caso ufficiale dell’FBI. Da un lato, sai perfettamente che l’FBI non prenderà un caso se la polizia locale pensa che si tratti di un singolo omicidio. Ma …”

      “Ma che cosa?”

      Jake esitò, poi disse: “Fammici pensare. Mi rifarò vivo.”

      “Grazie, amico” Harry rispose.

      Misero fine alla telefonata.

      Jake ebbe un sussulto, chiedendosi perché mai avesse promesso ad Harry di rifarsi vivo con lui. Sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscito a convincere l’Agente Speciale Capo Erik Lehl a farlo diventare un caso del FBI. Non con un collegamento così labile.

      Accidenti, non ci credo nemmeno io.

      Ma aveva detto ciò che aveva detto e Harry era in Arizona ad attendere che Jake lo richiamasse da un momento all’altro. E l’unica cosa che Jake sarebbe riuscito a dirgli era quanto avrebbe dovuto riferirgli prima della conclusione della telefonata, ossia che non avrebbe potuto in alcun modo coinvolgere l’FBI.

      Jake fissò il suo cellulare per un momento, provando a raccogliere il coraggio per richiamare l’amico. Ma non riusciva a farlo, almeno non ancora.

      Invece, si sedette e cominciò a mangiare la sua colazione in tutta tranquillità. Immaginava che dell’altro caffè potesse aiutarlo a pensare con maggior lucidità sulla gestione della situazione.

      O forse no.

      Jake sapeva di non esser stato particolarmente acuto ultimamente. In realtà, era giù di morale quando Harry l’aveva chiamato, e non solo perché aveva saltato la cerimonia di diploma di Riley Sweeney.

      Quel caso che lui e Riley avevano risolto settimane prima, quell’orribile caso del killer del filo spinato, l’aveva lasciato esausto e spossato. Questo sembrava accadere con sempre maggior frequenza col passare degli anni. La sua energia non si riprendeva come in passato. E sospettava che i suoi colleghi al BAU lo sapessero. In effetti immaginava che fosse quello il motivo per cui Erik Lehl non gli avesse assegnato un caso da quando aveva risolto l’ultimo.

      E forse era meglio così.

      Forse non era semplicemente più all’altezza.

      O forse non era più all’altezza di nulla e non lo sarebbe mai più stato.

      Sospirò nella sua tazza di caffè, pensando …

      Forse è davvero ora di andare in pensione.

      Quel pensiero lo stava tormentando molto ultimamente. Era uno dei motivi per cui si era preso la briga di provocare il trasferimento al BAU di Riley Sweeney. Era il motivo per cui aveva fatto di un agente così giovane il suo partner. In tutti i suoi anni da profiler, non aveva mai incontrato qualcuno con un talento eguale al suo, una straordinaria capacità di penetrare nella mente di un killer.

      Al momento di andare in pensione, voleva lasciare che qualcuno con simili capacità prendesse il suo posto, una giovane brillante agente che potesse sostituirlo. Ma temeva che preparare Riley per tutto questo non sarebbe stato un compito facile. Spesso la descriveva come un “diamante allo stato grezzo.”

      Ed era davvero un diamante grezzo. Sebbene Riley si fosse diplomata all’Accademia, Jake era sicuro che ci sarebbe voluto molto lavoro per smussare quegli angoli grezzi: la sua irruenza, la sua tendenza a piegare e persino infrangere le regole e a non seguire gli ordini, e la sua mancanza di disciplina quando si trattava di utilizzare il suo dono.

      Ha molto da imparare, Jake pensò.

      E si trovò a chiedersi se fosse davvero all’altezza del compito d’insegnarle tutto ciò che doveva sapere, specialmente ora che sembrava non essere più quello di una volta.

      Una cosa sembrava certa: non doveva andarci piano con lei. Non che l’avesse esattamente coccolata finora. Infatti, spesso trovava difficile controllare le sue reazioni, quando lei commetteva cose folli da recluta. Ma lei gli piaceva molto, sebbene avesse provato a non dimostrarlo troppo. Gli ricordava se stesso quando era molto più giovane.

      Perciò, talvolta era tentato di viziarla.

      Ma non doveva farlo.

      Doveva indurla a lavorare sodo. Doveva plasmarla in fretta.

      Dopo aver terminato la colazione, Jake si ritrovò di nuovo a pensare a Harry Carnes, che probabilmente adesso era in attesa che lo richiamasse.

      Jake si chiese …

      C’è qualcosa che posso fare per lui?

      Dovette ammettere che poteva sentire un po’ del suo spirito sollevarsi, all’idea di uscire da quel posto.

      E perché no?

      Erik Lehl non sembrava entusiasta all’idea di affidargli altri casi al momento.

      L’alternativa era sedersi nel suo ufficio a svolgere del noioso lavoro tra le scartoffie, a meno che …

      Un’idea prese forma nella mente di Jake.

      Aveva un mucchio di ferie accumulate da sfruttare. Poteva chiedere a Lehl tre giorni di ferie, andare in Arizona e vedere se c’era qualcosa che potesse fare per Harry.

      Naturalmente, Riley Sweeney stava arrivando qui per prendere servizio.

      Ma non c’era un motivo valido per cui cominciasse a lavorare al BAU, se il suo partner più anziano stava per andare in vacanza, perciò …

      Perché lei non può venire con me?

      Questo poteva fornire delle semplici opportunità di addestramento per una recluta.

      L’uomo sorrise all’idea.

      Quando Jake lasciò il bar e si diresse all’ufficio di Erik Lehl, pensò …

      Chissà? Potrebbe essere divertente alla fine.

      CAPITOLO TRE

      Mentre si avvicinava alla Sede Centrale del BAU a Quantico, Riley era di umore terribile. Il viaggio dal suo appartamento a


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