Prima Che Faccia Del Male. Блейк Пирс

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Prima Che Faccia Del Male - Блейк Пирс


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e tirò fuori uno dei suoi biglietti da visita. Quando lo consegnò ad Amy, la ragazza lo prese velocemente.

      "Per favore, chiamami se a te o alle tue coinquiline viene in mente qualcosa, o se senti anche solo qualche vicino di casa parlare di qualcosa di strano. Puoi farlo?"

      "Sì. Buona fortuna, agente."

      Amy Campbell chiuse rapidamente la porta, lasciando Mackenzie da sola sul portico sudicio. Scese lentamente i gradini, riflettendo su alcune cose.

      Una ventenne che prende in affitto una casa in un quartiere come questo… è un po' strano. Ma se ha dei coinquilini, potrebbe essere che siano studentesse universitarie di qualche college di Salt Lake City. Forse è una sistemazione più economica di un alloggio nel campus.

      Anche se tutta la faccenda le sembrava un po' strana, dovette ricordare a se stessa che su quella strada era avvenuto un brutale omicidio. Le persone affrontavano la cosa in modo diverso, soprattutto ragazze in età universitaria che sapevano che la vittima aveva più o meno la loro età.

      Mackenzie rifletteva su questa conclusione mentre tornava verso la strada. Così facendo, passò davanti a due macchine ferme sul vialetto asfaltato di Amy Campbell. Erano entrambe piuttosto vecchie, una delle quali era una Pontiac del 2005 che sembrava potesse sfasciarsi alla prima buca.

      Prima di proseguire lungo la strada. Mackenzie prese il cellulare. Digitò il nome di Amy e l'indirizzo, nel caso le fosse servito in futuro. Era solo un'intuizione, ma il più delle volte le intuizioni di Mackenzie alla fine si rivelavano esatte.

      Rimise il telefono in tasca e proseguì lungo la strada per bussare ad altre porte.

      CAPITOLO OTTO

      Otto minuti e tre case dopo, il viaggio di Mackenzie nel quartiere di Plainsview fu interrotto da una telefonata. All' altro capo del telefono era lo sceriffo Burke, con la voce in qualche modo più roca. Aveva una di quelle voci inespressive che rendevano praticamente impossibile capire di che umore fosse.

      "Ho appena ricevuto una chiamata dal laboratorio della scientifica. Con la lampada a raggi UV non hanno trovato alcun tipo di firma nascosta. Ma hanno scoperto un'impronta parziale del pollice che non apparteneva alla ragazza".

      "Ne è venuto fuori qualche risultato?"

      "Sì, l'ho appena controllato. L'impronta appartiene a un tizio di nome Todd Thompson. Uno dei miei agenti sta effettuando una ricerca su di lui proprio ora".

      "Quindi, nessuna firma… il che significa che ci sono buone possibilità che la patente sia stata rilasciata in modo regolare."

      "Ma non ha comunque alcun senso. Il nome sulla patente non corrisponde a nessuno di quelli presenti nei nostri registri. Nemmeno le impronte digitali. Se la foto sulla patente non fosse praticamente identica a lei, direi che l'ha rubata da qualche parte".

      "Suppongo che potremmo condurre una ricerca tra le donne che hanno denunciato la perdita del portafoglio o della patente nell'ultimo mese".

      "L'abbiamo già fatto il primo giorno. Non è venuto fuori niente. Abbiamo anche cercato di… Aspetti, c'è l'agente con i risultati su Todd Thompson. La metto in vivavoce, agente White."

      Ci fu un fruscio, un clic, e poi si udì un'altra voce. Era una voce femminile, severa come quella di Burke, ma con più emozione. Nel suo tono c'era eccitazione, perché forse sospettava che quello che stava per dire avrebbe potuto benissimo condurli verso la conclusione del caso.

      "Una semplice ricerca nei registri statali mostra che Todd Thompson è originario di Salt Lake City. Ha cinquantatré anni e… senta questa, lavora alla motorizzazione".

      Il collegamento con la motorizzazione sicuramente gettava nuova luce sulla strana patente di guida. Mackenzie poteva quasi sentire il rumore degli ingranaggi mettersi in moto nella sua testa, mentre ogni pezzo andava al suo posto.

      "Ha il suo indirizzo di casa?"

      "Sì. Esaminerò il rapporto e glielo invierò non appena riattacchiamo".

      "Perfetto".

      Finirono la telefonata e Mackenzie guardò in fondo alla strada, da dove era arrivata. Il luogo dell'omicidio non era più visibile, circa sei case più giù e in un altro isolato. Si guardò intorno e vide che Ellington era una casa davanti a lei. In quel momento stava parlando con un signore anziano davanti all'ingresso. Era abbastanza sicura che sarebbe stato più che felice di terminare quel giro porta a porta.

      Si precipitò dall'altra parte della strada per dargli gli ultimi aggiornamenti, mentre una fredda brezza pomeridiana soffiava nel quartiere.

***

      Secondo il rapporto che Burke e la sua agente avevano inviato, Todd Thompson aveva qualche piccolo precedente sulla sua fedina penale. Due multe per divieto di sosta non pagate (il che Mackenzie trovava alquanto buffo, considerato il suo mestiere), e una denuncia per furto con scasso di quasi trent'anni prima. A parte questo, Todd Thompson sembrava pulito. Eccetto per il fatto che l'impronta del suo pollice era stata rilevata sulla patente presumibilmente falsa di una donna che sembrava non avere un'identità.

      Mackenzie raccontò tutto questo a Ellington mentre lui guidava verso la città. Gli raccontò anche il suo singolare incontro con Amy Campbell. A quanto pareva, era stata la visita più interessante tra le diciannove che avevano effettuato. Ellington era d'accordo che l'umore di Amy potesse essere semplicemente dovuto al fatto che una ragazza della sua età fosse stata uccisa a meno di trecento metri dalla porta di casa sua.

      Mentre entravano in città diretti alla residenza di Todd Thompson, entrambi pensavano che quello avrebbe potuto essere l'incontro che avrebbe risolto il caso. Mackenzie non lo disse ad alta voce, ma era ansiosa di tornare a casa. Quella singola telefonata di sua madre l'aveva turbata più di quanto fosse disposta ad ammettere e si sentiva improvvisamente stupida a pensare che sua madre sarebbe stata in grado di occuparsi di un bambino senza mettersi al centro di tutto.

      La notte iniziava a calare sulla città quando Ellington parcheggiò l'auto davanti al condominio di Thompson. Viveva in una delle zone più belle della città, e il palazzo si trovava su un angolo che si affacciava su un parchetto e su una piazza dove sembrava che nel fine settimana venissero allestiti mercati contadini e fiere dell'artigianato. Quando entrarono, alcuni venditori stavano finendo di imballare la merce al termine della giornata.

      Quando Mackenzie bussò alla porta dell'appartamento al secondo piano, si chiese a quante porte avesse bussato quel giorno. Undici? Dodici? Non era sicura.

      "Un minuto", disse un'allegra voce maschile dall'altra parte. Quando la porta finalmente si aprì, furono accolti non solo da un uomo afroamericano di mezza età, ma anche dal profumo di cibo thailandese.

      "Lei è il signor Todd Thompson?" Chiese Ellington.

      "Sono io", disse. All'inizio parve confuso, ma quando vide entrambi gli agenti prendere il distintivo, sul suo viso si diffuse la comprensione. Vedendo quell'espressione, Mackenzie si rese conto che il signor Thompson si aspettava questa visita da un bel po' di tempo.

      "Siamo dell'FBI", disse Mackenzie. "Stiamo indagando sull'omicidio di una giovane donna a una trentina di chilometri a nord da qui. Dato che le sue impronte digitali sono state rilevate sulla sua patente, le sarei grato se ci facesse entrare".

      Thompson annuì, si fece da parte e li fece entrare. Ora più che mai, Mackenzie fu certa che sapesse che quel giorno sarebbe arrivato. Stranamente, non sembrava spaventato più di tanto. A ulteriore conferma di questo, dopo aver chiuso la porta dietro di loro, Thompson andò immediatamente al tavolo della cucina e si sedette davanti al suo cibo da asporto thailandese.

      "Mi perdoni se glielo dico," disse Mackenzie, "ma lei non sembra così sconvolto dal fatto che l'FBI si presenti alla sua porta".

      "Con le prove che lei ha toccato la patente di una donna ora morta", aggiunse Ellington.

      "Quando è stata uccisa?" Chiese Thompson. Sembrava triste, e il suo sguardo si fece sempre più distante, man mano che consumava la cena.

      "Davvero non sa di chi stiamo parlando?".

      "No, ma so delle patenti."

      "Le patenti, al plurale?" Chiese Mackenzie.

      Thompson


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