Il Consulente Veggente. Dr. Juan Moisés De La Serna
Читать онлайн книгу.così si può chiamarla, o la mia collaborazione terminava nel momento in cui avevo dato risposta alla loro richiesta, e cioè di scoprire chi era stato, o dove si trovava la persona rapita o il corpo della vittima.
A dir la verità, dopo un po di tempo passato a collaborare con diverse autorità, non c’era più molto che mi sorprendesse, cambiavano solo nomi e cognomi delle persone coinvolte, e forse anche i metodi, ma la motivazione, per così dire, non cambiava.
Da lì ho imparato che non siamo poi così diversi dagli animali, nonostante quello che possiamo pensare, e che i nostri istinti regolano la maggior parte del nostro comportamento, soprattutto ciò che viene considerato deviante.
E soprattutto quel male invisibile di cui nessuno parla o di cui nessuno vuole parlare,la salute mentale e le sue malattie.
Non conosco i dati, né le percentuali, ma la maggior parte, se non tutti, di quelli che sono stati coinvolti in questi atti, non saprei come definirli, ma non stanno molto bene.
Non so cosa fosse avvenuto per prima, se quegli atti contro natura o il problema della salute mentale, ma quello che mi era chiaro è che non erano tanto normali, e questo era evidente dal fatto che, ad esempio, quando venivano catturati e cercavano di…non so come dirlo, giustificare le proprie azioni con scuse senza alcun senso. Come giustificheresti un rapimento o un omicidio?
Personalmente ritengo che atti come questo non abbiano giustificazioni, per quanto l’altra persona abbia fatto qualcosa o cercato di fare qualcosa prima.
Suppongo che non tutti vedano le norme della società allo stesso modo, ma esistono proprio per proteggerci gli uni dagli altri, per evitare problemi di convivenza, ed è qualcosa che tutti impariamo fin dall’infanzia.
Sarebbe inutile acquistare un veicolo se quando qualcuno vuole viene a prenderselo perché gli piace, o ad esempio, chi andrebbe a lavorare se poi il datore di lavoro può decidere di non pagare perché quel giorno ha deciso così?
Le leggi e i regolamenti servono a qualcosa e la polizia per farle rispettare.
A dire il vero, in più di un occasione ho avuto problemi con la polizia, non perché abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma perché sapevo troppo e chiaramente, hanno pensato che potessi essere l’artefice, il complice o almeno la testa pensante di quell’atto di cui era stata avvisata la polizia, affinché, per quanto possibile, facessero il loro dovere per impedirlo, perché sì, potrei dire di aver avuto due tipi di esperienze, beh, erano le stesse e con lo stesso contenuto, solo che una accadde prima di quell’ atto e l’altra dopo.
Nella prima è stato difficile farmi ascoltare dalla polizia, non perché non volessero proteggere i cittadini, ma perché dicevano che fin quando l’atto non era stato compiuto , non rappresentava un crimine, quindi non era loro responsabilità.
Per me questi erano solo cavilli legali che non facevano altro che mettere in pericolo una persona, la cui sofferenza avrebbe potuto essere evitata.
Ma dopo aver insistito tanto e, quanto avevo predetto era accaduto in più occasioni, il commissario ha organizzato una piccola trappola, beh se cosi si può chiamare, ma era una soluzione intermedia tra il darmi ascolto e il non far nulla.
Legalmente, fino a quando il crimine non è stato commesso non possono intervenire, ma quello che hanno fatto è stato aprire una specie di file con tutte le informazioni che fornivo, l’hanno studiato a fondo per conoscere le persone coinvolte e i luoghi degli eventi, e, una volta controllato tutto hanno attuato poi una sorta di sorveglianza preventiva sia della vittima che dell’aggressore, o meglio la futura vittima e il futuro aggressore, e ovviamente ha funzionato, in più di un’occasione hanno arrestato il… futuro criminale quando stava per commettere il crimine, o anche nel momento stesso in cui l’ha commesso, quando ad esempio si trattava di un rapimento.
Bene, poi toccava al capo della polizia giustificare in tribunale quello che stavano facendo in quella zona proprio nel momento in cui c’era bisogno di loro. E in quella situazione se l’è sempre cavata sostenendo di aver ricevuto una chiamata anonima che li avvisava.
In realtà non c’era stata nessuna telefonata, tanto meno anonima, ma capisco che questo serviva ad evitare di dover dare maggiori spiegazioni a riguardo.
Ebbene, ho detto di aver avuto due tipi di esperienze con la polizia, prima e dopo.
La differenza tra le due è che la prima è venuta a me senza cercarla, per così dire, cioè non so esattamente come funzioni, ma è come se la vittima avesse gridato e io fossi riuscito a sentirla, ma questo prima che succedesse davvero.
Nonostante mi sia rivolto a molti “specialisti”, ognuno mi ha dato una versione differente, sostenendo che in qualche modo avevo una connessione con quelle persone o che il grido mi era arrivato da una parte inconscia connessa con non so quale piano…beh, comunque sia, sembra che questa persona mi stesse cercando per aiutarla dal futuro e con il mio intervento sono riuscito ad evitare quella sofferenza.
L’altro tipo è quando la polizia mi contattava chiedendomi di partecipare ad una determinata indagine.
Così mi mostravano tutte le prove che avevano, mi raccontavano di tutte le congetture e le linee di indagine che avevano seguito e io, senza sapere come, quella stessa notte o nelle notti successive, sognavo il caso.
All’inizio pensavo fossi stato suggestionato da tutti quei dati, ma non so perché ha funzionato, cioè quello che stavo vivendo allora era correlato al caso, quindi potevo andare il giorno dopo a fornire nuove informazioni che erano così preziose che riuscivano a chiuderlo catturando il colpevole.
A dire il vero non facevo altro che sognare, a volte ad occhi aperti altre volte a letto.
Anche se personalmente preferivo la seconda, poiché la prima ha comportato in alcune occasioni ad espormi a cadute e infortuni.
Ovviamente, da quando mi è stata diagnosticata l’epilessia non ho più guidato, perché non so cosa potrebbe succedere se mi mettessi al volante e avessi una di quelle crisi di assenza, come la chiamano, o peggio, un attacco.
Per evitare di danneggiare qualcuno, ho dovuto rassegnarmi a utilizzare i mezzi pubblici per i miei spostamenti, una situazione che non poteva arrecarmi peggior disagio di quello di partire circa mezz’ora prima per poter prendere l’autobus in orario.
Ma c’è da dire che la polizia è stata sempre, non so, sospettosa riguardo alle mie capacità, se cosi si può dire, in effetti, in più di un’occasione ho dovuto dare dimostrazioni quando è arrivata una visita da un’altra stazione di polizia che chiedevano la cooperazione nelle indagini per risolvere un caso che non erano riusciti a chiudere.
Comunque sia, ho sempre cercato di collaborare in tutto ciò che mi è stato richiesto, poiché ritengo che ciò che possiedo non è qualcosa per me, ma se può portare beneficio agli altri ben venga.
Lo so perché all’inizio me ne accusavano quelli che si dedicano a vivere il dolore degli altri, dicendo che erano capaci di connettersi con le vittime per ricevere questo o quel messaggio per i loro parenti, e quasi sempre erano parole di consolazione, dicendo che erano in pace e che la sofferenza era finita.
Capisco che fossero parole di grande valore per i membri delle famiglie angosciate, ma erano di scarsa utilità per la polizia quando si trattava di determinare dove fosse il corpo.
Ma non sarò io a giudicare quello che fanno gli altri e perché lo fanno. So solo che ho cercato di esser molto trasparente con le autorità, quello che ho ricevuto ho riferito loro, che gli piacesse o no, naturalmente sempre con l’intenzione di aiutare in qualunque modo possibile, anche se non sempre la vedevano così.
Ricordo una volta quando ho affermato che non c’era nessun crimine, si trattava di un adolescente che aveva chiamato i suoi genitori chiedendo un riscatto e mi hanno chiesto di rintracciarla prima che pagassero, perché a volte dopo il pagamento cerca di cancellare le tracce del suo crimine, e a volte addirittura di uccidere la persona per la quale aveva appena chiesto il riscatto.
Questo era uno di quei sogni richiesti, per cui mi avevano dato quante più informazioni possibili sul caso, numeri