La Consacrazione Del Successo. Manuele Migoni

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La Consacrazione Del Successo - Manuele Migoni


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       «Ci è giunta voce che subì un ricatto per delle foto piuttosto osé con una certa Elene, e che fu quasi costretto a perdere»

       «Vedo che sono in mani sicure, ma credo che tutto ciò l'abbiate saputo da circuiti molto ristretti, per cui non ho nulla da temere, sia per la mia incolumità di marito, che per la mia reputazione in generale»

       «Ci è voluto un po', Dr. Price, ma può star tranquillo, d'altronde può contare principalmente sul suo coinvolgimento con il "clan" Belfiori, quindi per aver ceduto al ricatto»

       «Fino all'ultimo continuavo a ricevere attestati di consenso, di stima, nonostante avessi già pensato alla sconfitta; ma questo fatto non poteva che farmi riflettere a fondo, su chi in realtà mi abbia voluto far fuori e perché; oddio sul perché, mi è sembrato chiaro fin da subito, ma sul chi, ho scavato, ho indagato, fino a giungere a delle conclusioni»

       «Pensiamo che Belfiori, con il resto dei suoi uomini, tra cui quindi Riley Webb, stia dietro la morte di una cantante, Virginia Blade, da cui scaturirono altre morti, ancora avvolte nel più totale mistero; Riley Webb ne fu direttamente coinvolto, anche se, a detta dello stesso Belfiori, non fu lui a ucciderla, ma morì semplicemente di overdose; solo che evidentemente, a seguito della sparizione di una consistente somma di denaro, lo stesso Belfiori volle vederci chiaro, e depistò il cadavere della Blade come fosse omicidio; per noi ora, diviene di fondamentale importanza sapere con esattezza come e perché lo stesso Belfiori si trovasse lì, in quelle ore, a ridosso del misfatto, e come e perché abbia potuto agire indisturbato nel suo depistaggio; e ancora, perché Riley Webb, come lei stesso ci ha confermato, da semplice criminale da sobborgo londinese, si trovasse negli Stati Uniti a collaborare con Pete Norton, agente CIA, per il tentativo di sparizione di una cantante; tentativo, fino alla morte certa della cantante, comunque perfettamente riuscito»

       «Interrogativi più che leciti, a cui io non posso, è chiaro, darvi risposta, ma è da un po' che seguo Larry Belfiori, per via del fatto che lui è ancora in possesso di quelle foto, e fin quando non riesco ad entrarne definitivamente in possesso, la mia posizione di giudice, nonché di politico, è strettamente compromessa»

       «Ecco, a noi sarebbe semplicemente utile, giudice, anche solo sapere dove si trova»

       «Se vi raccontassi in realtà quel che Larry Belfiori svolge durante, diciamo così, il suo “servizio”, non ci credereste, ma perché sorprendersi, in fondo»

       «E cioè? Ci faccia capire meglio»

       «In questo periodo, per conto di alcune multinazionali, si sta adoperando per infiltrare flussi di clandestini direttamente dalle loro terre d'origine, o comunque dalla Libia e dall'Egitto, facendo in modo però, che non entrino nel Regno Unito; lui segue completamente la logistica da quei luoghi, attraverso la collaborazione dei vari scafisti, e suddivide i clandestini soprattutto in altre nazioni europee»

       «Avrà una sede per gestire tutto ciò?»

       «Si, fa base a Bruxelles, guarda caso a due passi dal parlamento europeo, ma sia chiaro signori, posso far affidamento su di voi per ciò che riguarda il recupero di quelle foto?»

       «Stia tranquillo giudice, sarà una delle motivazioni per cui diviene necessario trovare quanto prima Larry Belfiori»

       «La mia segretaria vi fornirà poi gli indirizzi esatti dove normalmente Larry Belfiori risiede, saranno più di uno inquantoché è solito cambiare luoghi, abitazioni, e da noi è sempre monitorato»

      5.

       Bruxelles, Marzo 2017

       Fin da subito, per scoprire realmente di che natura fossero le azioni di Larry Belfiori, si pensò a una trappola, ma nonostante cimici, microfoni e telecamere nascoste, niente che facesse trapelare in lui un contatto con scafisti, o criminali di altro genere.

       Finché un giorno, che per gli agenti si prospettava come l'ennesimo da trascorrere fra caffè, sigarette, e un continuo sorseggiare di bevande, un'esplosione dall'interno di uno dei suoi tanti appartamenti, agevolò quella che poi risulterà essere una sua fuga.

       Come se d'improvviso a essere spiato non fosse stato Larry Belfiori e chi in quei momenti gli sarebbe potuto stare accanto, ma gli agenti stessi che lo sorvegliavano.

       Venne così imbastita una proficua ricerca fino a richiedere informazioni dalla frontiera belga, dalla Francia e altri paesi limitrofi, ma nessuno sembrava sapere dove Larry Belfiori si fosse cacciato.

       Era solito passare ore in quello che gli agenti FBI avevano individuato come il suo ufficio.

       Che si trovava all'interno di una delle sue abitazioni.

       Oltre a lui, in queste case, l'unica persona che ebbe sempre libero accesso, era quella che si presumeva essere la sua donna.

       Che da indagini più accurate si scoprirà essere Danielle Hudson, una cittadina belga-statunitense.

       Ma sarebbe potuto essere anche un falso nome, una copertura.

       Gli agenti sapevano dove alloggiava, e stranamente anch'essa non aveva contatti con altre persone oltre a Larry Belfiori.

       Salvo passare con lui qualche notte, non era suo solito conviverci; lei aveva la sua casa, di cui ne pagava l'affitto.

       Oltre a qualche bacio occasionale - che gli agenti poi ricollegarono soprattutto per il fatto che i due sapevano di essere spiati - dall'interno delle mura domestiche, niente che facesse pensare che fossero una coppia, non un contatto, una particolare discussione.

       E gli agenti vollero vedere fino a che punto Danielle Hudson fosse una complice.

       Si appostarono per giorni, in quella che ancora sarebbe dovuta essere la sua casa.

       Notarono finalmente qualcosa: un uomo, non troppo giovane, che cercava di entrare nell'appartamento, forzando velocemente la serratura d'ingresso.

       In men che non si dica, Joseph Nicosia, d'accordo con Paul Mary, indossò gli abiti di un agente di polizia, e forte del suo francese quasi perfetto, si precipitò per bloccare, arrestare, e eventualmente interrogare, quello che in condizioni consuetudinarie sarebbe potuto risultare come un ladro a tutti gli effetti.

       Convinti, gli agenti, che in un simile appartamento di ladro non si trattasse, attesero quanto prima il responso del loro collega.

       Seguirà, invece, e incredibilmente, un breve conflitto a fuoco, dove entrambi ne uscirono illesi, e dove si cercò, da parte degli agenti, di ricavarne qualche traccia in più, dal momento che il loro obiettivo ebbe il tempo per darsi a gambe.

       Ma il tutto diede esito negativo, sia la ricerca del fuggitivo, che quella delle sue tracce, impossibili da rilevare in arredi e porte dell'appartamento.

       Un particolare a loro sfuggito infatti, era che l'uomo indossava dei grossi guanti in pelle.

       Un particolare comunque di poco conto, perché principalmente serviva prenderlo.

       Poteva essere un uomo di Larry Belfiori, e delle tracce non se ne sarebbero poi fatti granché.

       Ma all'FBI giunse una comunicazione via internet, dove si specificava che l'uomo in questione si trovava in quell'appartamento per un'operazione sotto copertura relativa all'indagine segreta mossa dal giudice Price nei confronti di Larry Belfiori.

       Risultò infatti, che qualcuno abbia contattato la polizia di Bruxelles per sapere se qualche agente di polizia si trovasse in quell'appartamento per sventare un furto, sentendosi dire che non vi era nessun agente per una simile operazione.

       Di qui il collegamento con gli uomini di Paul Mary.

       Ne venne fuori l'identikit dell'uomo con il quale Joseph Nicosia si scontrò, un uomo appartenente ai servizi segreti britannici, di cui a suo nome, e con non pochi dubbi, vennero formulate delle scuse.

      6.


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