Visione D'Amore. Dawn Brower

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Visione D'Amore - Dawn Brower


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corpo non era affatto male. Forse, avrebbe cercato di entrare nelle sue grazie, per godere di un po’ di libertà.

      Deglutì a fatica e annuì. "Capisco ... signor ..." Si era presentato? Non riusciva a ricordare il suo nome.

      "Arthur Jones. Al vostro servizio, signorina.” disse l’uomo, facendo il saluto militare. Grandioso, quel tipo la trattava come se fosse un colonnello! Sorrise timidamente, continuando a impersonare la dolce Ana.

      Era un soldato, quell’uomo. E, se la Germania non era ancora in guerra, si stava comunque preparando per questo…anche se il resto del mondo non lo sapeva.

      "Sig. Jones - disse - non ho intenzione di mettermi in pericolo. Seguirò i vostri consigli. Grazie.”

      Lui la fissò per un attimo, in silenzio. Poi annuì.

      “Molto bene.” mormorò. Che cosa si aspettava? Che lei si mettesse a piangere e a strepitare? Anastasia era comunque una signorina di nobili origini, se aveva ben capito; avrebbe comunque fatto buon viso a cattivo gioco. Anya si sentì ancora più confusa: cosa ci si aspettava veramente da…Ana? Ida le aveva farcito la testa durante il viaggio con il panegirico sulla Germania, e su quanto fosse bello tornarci. Ma adesso…dubitava di aver capito tutto.

      Si girò verso la sua carceriera. “Se non vi dispiace, vorrei andare a riposarmi. E’ stato un viaggio lungo e stressante, e avrei bisogno di dormire un po’.”

      Cioè di rintanarsi da qualche parte a riflettere. Se fosse andata in camera sua, Ida l'avrebbe lasciata in pace. E Anya avrebbe potuto trovare un modo per liberarsi di lei definitivamente.

      "Certo.” disse l’arpia. E fece cenno alla guardia di accompagnarle nei loro alloggi. L’uomo annuì e le precedette, dopo aver lanciato un’ennesima occhiata ad Anya. Beh, non è bello, ma ha decisamente del fascino, pensò Anya. In altri momenti, ci avrebbe fatto un pensierino.

      Avrebbe voluto scrutarlo meglio, ma si costrinse a guardare fisso davanti a sé. Se Ida avesse solo sospettato un suo minimo interessamento nei confronti di Arthur Jones l’avrebbe spifferato a suo padre, e probabilmente le avrebbero messo al fianco uno spietato nazista. Inoltre, non ci poteva essere niente, tra loro. Lei non apparteneva a quell’epoca, e Ana…era anche fidanzata.

      Anya guardò fuori dalla finestra della sua stanza. Si trovava in Germania da una settimana ormai e non aveva ancora capito se le sarebbe mai stato possibile tornare nel suo tempo. Cominciava a temere che si sarebbe dovuta rassegnare a vivere lì. Forse l’avevano spedita nel 1933 perché aveva una missione da compiere. Tra poco sarebbe scoppiata la guerra più sanguinosa di tutti i tempi, e milioni di persone sarebbero morte. Se fosse stata coraggiosa e abbastanza intelligente, forse avrebbe potuto fare qualcosa per salvare qualcuno…degli Ebrei, forse. In fondo si trovava all’ambasciata Americana.

      E se Dio, o il destino, avesse proprio quello in serbo per lei?

      Sospirò. Se voleva cominciare a programmare qualcosa, per prima cosa doveva lasciare l’isolamento in cui l’avevano relegata. Nascondersi non avrebbe aiutato nessuno, nemmeno se stessa. Magari, poteva cercare di uscire e andare da qualche parte, scortata dal quell’affascinante Arthur Jones: essere la fidanzata di un gerarca nazista le avrebbe concesso qualche beneficio, no? Inoltre, nessuno poteva sospettare che lei si adoperasse per la causa Ebrea, visto che la guerra non era ancora stata dichiarata. Da quel che sapeva, per adesso c’erano le leggi razziali, ma di deportazioni non se ne parlava ancora. Ma come fare per scovare qualcuno in pericolo e metterlo in guardia? Se avesse fatto un passo falso era sicura che l’avrebbero incarcerata…o peggio. C'erano anche cose peggiori della morte ...

      Con un sospiro, si allontanò dalla finestra, andò verso la porta e l'aprì. Se voleva cominciare a fare qualcosa, doveva innanzitutto uscire da quella prigione.

      Percorse il corridoio e si diresse spedita verso l'ufficio di suo padre…cioè del padre di Ana. Pensare a lui in quei termini l’aiutava a rendere tutto più reale e a lenire quella brutta sensazione di stare vivendo in un incubo. Quell’uomo la disgustava: era la persona più odiosa e viscida che avesse mai conosciuto. E doveva ancora conoscere il suo fidanzato! Ma era sicuro che non le sarebbe piaciuto. Le avevano detto che adesso si trovava a Buchenwald, per…organizzare qualcosa. Di sicuro il campo di concentramento, che sarebbe poi divenuto il più terribile della storia. A pensarci, le si rizzavano i capelli in testa!

      Bussò alla porta dell'ufficio di Edward Wegner. Dopo un attimo lo sentì gridare: "Avanti!”

      Anya entrò e aspettò che lui le prestasse attenzione. Era seduto dietro una grande scrivania di mogano e scriveva. Dopo alcuni imbarazzanti momenti di silenzio, alzò lo sguardo.

      "Cosa volete, Anastasia? Sono molto impegnato." disse l’uomo, rudemente.

      "Vorrei il permesso di assistere all'opera stasera." Le si formò un nodo in gola e deglutì, ma si sentiva la gola strozzata dall’ansia. "Stasera il Teatro di Stato di Berlino darà il bis di Die Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner."

      L’aveva sentito dire dalla moglie dell'ambasciatore. Lei e suo marito avevano giusto ricevuto un invito per quella sera, ma lo avevano rifiutato.

      L’uomo la ignorò completamente e si rimise a scrivere. Poi, senza nemmeno alzare gli occhi dal suo taccuino, disse:

      “Dierk non è ancora tornato e non potrebbe accompagnarvi, e io ho troppe cose da fare. Per cui non ci andrete.” La guardò di nuovo, con insofferenza. “Qui si lavora, mia cara, e nessuno di noi ha tempo per queste…frivolezze. Trovate un altro modo per passare tempo. Sono sicuro che, quando il vostro fidanzato tornerà, avrà piacere di accompagnarvi dove volete.”

      Doveva riuscire a convincerlo. Andare all'opera era il primo passo per entrare in quella maledetta società e capire come andavano realmente le cose. Doveva ingraziarsi i Tedeschi che contavano e guadagnarsi la loro fiducia, altrimenti non avrebbe mai potuto combinare nulla. In quale altro modo avrebbe potuto scoprire i piani sulla deportazione degli Ebrei, se non diventare amica di quelli che contavano? Decise di insistere.

      "Non potrebbe accompagnarmi il signor Arthur Jones? Con lui sarò protetta…e mi piacerebbe tanto vedere quell’opera, padre! Sono qui da una settimana e…mi annoio!” In fondo si trattava di un’opera Tedesca, e la figlia di un alto funzionario Americano che si recava a vedere uno spettacolo di un artista considerato un genio nella sua patria doveva risultare gradito ai nazisti! Si augurava che suo...padre lo capisse: era convinta che simpatizzasse per il nazismo.

      Edward alzò lo sguardo e finalmente si concentrò su di lei. “Davvero volete andare a vedere quell’opera? Non avrei mai pensato che i compositori Tedeschi v’interessassero.” Sì! Bersaglio centrato!

      Anya si vestì da timido agnellino. “Sto imparando tante cose, negli ultimi tempi. Dicono di Wagner che sia un artista illuminato."

      Ottimo! Non avrebbe potuto trovare parole più azzeccate! Dopotutto, a un uomo come il padre di Ana poteva far comodo una figlia che simpatizzasse per gli ideali nazisti. Non l’aveva forse fidanzata a uno dei gerarchi Tedeschi?

      "Dubito che in quella deliziosa testolina possa entrare qualcosa di diverso da abiti e fronzoli. Cosa sperate d’imparare andando all’opera? Siete una femmina.” disse l’uomo, con aria beffarda.

      Anya strinse i denti. Quanto l’odiava! "Avete ragione, padre. Ma mi piacerebbe davvero avvicinarmi alla cultura Tedesca. In fondo…diventerò la moglie di un ufficiale, dovrei pur condividere i suoi interessi e le sue ideologie.” In questo non mentiva. Voleva davvero toccare con mano la follia nazista, altrimenti non avrebbe avuto armi sufficienti per combatterla.

      L’uomo sembrò colpito. Il discorso di sua figlia non faceva una piega. “Va bene. - capitolò - Voglio accontentarvi.“ Posò la penna. “Dirò al signor Jones di accompagnarvi. Ma dovete tornare subito a casa, non appena finito lo spettacolo. D’accordo?”

      "Vi obbedirò, padre." rispose Anya, puntando discretamente lo sguardo verso il


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