Sangue Saziato. Amy Blankenship

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Sangue Saziato - Amy Blankenship


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erano ben oltre le capacità manipolatorie di un viaggiatore nel tempo. Con i demoni che invadevano Los Angeles e i suoi poteri già in tilt, non era il momento migliore per sfidare la sorte, a meno che non volesse finire in un mondo parallelo senza possibilità di ritorno.

      Neanche per sogno... i guardiani dovevano cavarsela da soli.

      L’umore di Tasuki non era migliorato molto da quando era tornato in centrale. Lungo il tragitto non aveva sentito altro che segnalazioni via radio di avvistamenti di demoni. Continuavano a ricordargli la prima volta che aveva visto un demone... la stessa notte in cui Kyoko era scomparsa.

      Si toccò il fianco nel punto in cui la luce lo aveva trafitto quella stessa notte, e si accigliò ricordando la paura e la delusione quando il mattino seguente non aveva più trovato la famiglia Hogo. Era andato da Kyoko per accompagnarla a piedi a scuola come promesso, ma aveva trovato la casa deserta.

      Era una cosa che lo aveva tormentato per molto tempo e che non era ancora riuscito a superare. Cavolo, conservava ancora il suo regalo di compleanno per lei. Era un anellino d’oro che sua nonna, la signora Tully, lo aveva aiutato a scegliere.

      Negli ultimi undici anni aveva fatto molti sogni su Kyoko e sui demoni. Lui era cresciuto e, stranamente, nei suoi sogni era cresciuta anche lei, e quei sogni diventavano sempre più frequenti e inquietanti. Il pensiero che lei fosse in pericolo chissà dove lo teneva sveglio la notte.

      Sospirando, scacciò Kyoko dalla mente e guardò mentre quattro delle cinque guardie del magazzino venivano scortate verso la centrale per essere interrogate da Boris e i suoi uomini.

      La guardia che aveva quasi sparato a Micah sarebbe finita nella stanza speciale degli interrogatori. La stanza rinforzata era stata predisposta nel caso in cui si fossero imbattuti in una qualsiasi creatura paranormale o addirittura in demoni di basso livello.

      Guardando la squadra SWAT, Tasuki quasi sbuffò notando che alcuni agenti si stavano vantando, gonfiando il petto e scambiandosi pacche sulle spalle per il lavoro ben svolto.

      Per come la vedeva lui, avevano soltanto salvato tre delle tante donne rapite e catturato un paio di guardie che erano più muscoli che cervello. Non aveva la minima intenzione di festeggiare, a meno che una delle guardie non avesse vuotato il sacco su dove Luca teneva il resto dei prigionieri. Dubitava seriamente che quei tirapiedi sapessero granché oltre ai propri compiti da svolgere e alle sigarette da fumare.

      Si appoggiò al muro, osservando il grande furgone che entrava a retromarcia nel garage laterale dell’edificio. Scommetteva che sarebbe stato Titus a supervisionare lo spostamento della lupa fuori dal veicolo... lui era un alfa e bla bla bla. Se fosse dipeso da lui, la lupa sarebbe arrivata lì camminando sulle sue gambe... o zampe, a lei la scelta.

      Al momento i suoi soccorritori la stavano tenendo prigioniera come avevano fatto i commercianti di schiavi.

      Tasuki vide Titus scendere dal lato del guidatore e sbattere lo sportello. Il suo sguardo torvo era rivolto al gruppetto di uomini in piedi dietro il furgone, impazienti di dare un’occhiata alla lupa. La sua attenzione fu attirata da Micah, che girò attorno al veicolo insieme alla quinta guardia... con modi non proprio gentili.

      Tenendo il lupo per il bavero della giacca, lo spinse via dal furgone. Tasuki sorrise tra sé, il puma si stava prendendo la sua rivincita. I piedi della guardia erano incatenati molto stretti, dunque riusciva a fare solo un passo per volta.

      â€œTi diverti, eh?” chiese Tasuki a Micah mentre si avvicinava.

      â€œNon ancora.” rispose il puma con un ghigno e tirò con forza il colletto del lupo, in modo che la camicia gli si stringesse attorno alla gola. L’uomo emise un verso strozzato mentre si piegava all’indietro. “Ma ci sono quasi...”.

      Tasuki era perplesso per il comportamento di Micah ma dovette ammettere che, se qualcuno avesse puntato a lui una pistola alla testa, si sarebbe comportato allo stesso modo. La guardia lo vide e ringhiò, mostrandogli tutti i denti; Tasuki piegò la testa di lato, chiedendosi perché mai il lupo si credesse spaventoso nella sua forma umana.

      â€œSì, sì. Ruggisci, ringhia e sbava pure, stronzo.” esclamò Tasuki con voce annoiata.

      Micah rise per il suo coraggio davanti a un lupo mannaro incazzato. Iniziava a pensare che, molto probabilmente, il ragazzo sarebbe stato l’unico ad andarsene se fosse scoppiata una rissa. C’era qualcosa che lo incuriosiva in quel novellino, e un mutante non ignora mai il proprio istinto.

      Micah spinse la guardia verso la stanza degli interrogatori e gli diede anche un calcio sul sedere. La guardia barcollò in avanti, sbattendo con la spalla contro lo spigolo dello stipite d’acciaio. Un guaito involontario gli sfuggì dalle labbra, facendolo somigliare ad un cucciolo invece che a un feroce lupo mannaro.

      â€œOps.” disse Micah con sarcasmo. “Ti sei fatto male? Sarei più gentile ma sai, faccio difficoltà con chi cerca di piantarmi una pallottola nel cervello. Perciò, se ti sembro lunatico... prendila pure sul personale, davvero.”.

      Provò ancora più soddisfazione nel lanciare letteralmente il lupo all’interno della stanza. Sospirò compiaciuto quando l’uomo si schiantò sul tavolo di titanio che era stato fissato a terra al centro della stanza.

      Avvicinandosi, Micah lo afferrò e lo fece sedere sulla sedia, che somigliava molto alle sedie elettriche usate per le esecuzioni nelle prigioni. Quando l’uomo notò il tipo di sedia, ebbe quasi una scarica di energia e cercò di reagire. Micah era divertito mentre forzava le fasce dei braccioli attorno ai polsi della guardia, per poi bloccarli.

      â€œAdesso non cercare di staccarti le mani a morsi prima che avremo finito... intesi?” ordinò Micah, ignorando la lunga lista di imprecazioni che l’altro gli rivolse.

      Tasuki scosse la testa per le buffonate di Micah, poi guardò verso il furgone e intravide gli angoli della gabbia attraverso il portellone aperto. Sapere che lì dentro c’era una donna lo turbava a dismisura, ma nessuno oltre a lui sapeva il perché.

      Interrompendo i propri pensieri, si scostò dal muro quando Titus gli si avvicinò.

      â€œE allora, che hai intenzione di fare?” gli chiese tranquillamente Tasuki. “Mettere la gabbia nella cella?”.

      Titus aggrottò la fronte per il suo tono sarcastico. “Apro la gabbia e in pochi minuti porto la lupa in una cella. Un doppio ingabbiamento sarebbe eccessivo ma ci serve comunque un posto dove possa stare finché non riusciamo a capire cos’è meglio per lei.”.

      â€œPerché non la fai stare al Night Light con gli altri lupi? Almeno in quel modo sarebbe sotto controllo.” propose Tasuki, avendoci pensato già durante il viaggio.

      Titus scosse la testa “È peggio che rinchiuderla in una cella.”.

      L’altro rimase perplesso “Non capisco.”.

      â€œLo vedi come girano intorno alla sua gabbia, no?” rispose Titus con uno sguardo di disapprovazione.

      â€œSì... e mi dà sui nervi.” ribatté Tasuki.

      Titus incrociò il suo sguardo, provando un po’ più di rispetto per la nuova recluta. “Allora forse dovremmo interrompere lo spettacolo.”.

      Proprio in quel momento, Micah si unì a loro e guardò gli altri agenti “Già, si comportano come cani in calore.”.

      Tasuki alzò un sopracciglio per quel paragone “In questo caso... forse è proprio così.”.

      â€œPiù di quanto immagini.” aggiunse Titus, poi si rivolse agli uomini in questione. “D’accordo ragazzi, è ora


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