Sposa . Морган Райс

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Sposa  - Морган Райс


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detto che c'era una cura, e che dovevo seguirlo per ottenerla. Sono stata così stupida da credergli. Ho pensato che li avrei salvati. Ma non ho mantenuto la promessa che ti avevo fatto. Riuscirai mai a perdonarmi?”

      “E me?” Sam chiese.

      Caitlin guardò i loro volti e vi scorse un'assoluta sincerità. Una parte di lei era ancora delusa che fossero venuti meno alla parola data, lasciando Scarlet e Caleb così vulnerabili ad un attacco. Ma un'altra parte di lei, quella che si stava evolvendo, le stava dicendo di perdonarli completamente e lasciarsi tutto alle spalle.

      Fece un respiro profondo, e si concentrò sul lasciarsi tutto alle spalle. Espirò e annuì.

      “Sì, vi perdono entrambi,” lei disse.

      I due sorrisero.

      “Tu dovresti perdonarli,” Re McCleod disse improvvisamente, smontando da cavallo e dirigendosi verso di loro, “ma io non li perdono per aver imbarazzato i miei uomini in quel modo!” lui disse, esplodendo in una sonora risata. “Specialmente Polly. Voi due avete messo i miei migliori guerrieri in imbarazzo. Chiaramente, abbiamo molto da imparare da voi, così come abbiamo imparato da altri. Vampiri contro umani. Mai imparziale,” lui disse, scuotendo la testa, ridendo di nuovo di cuore.

      McCleod si fece avanti e si avvicinò a Caitlin e Caleb. A Caitlin lui piacque immediatamente. Sorrideva facilmente, aveva una risata profonda e confortante, e sembrava mettere tutti quelli che lo circondavano a proprio agio.

      “Benvenuti sulla nostra isola,” lui disse, avvicinandosi, prendendo la mano di Caitlin e baciandola mentre si inchinava. Poi, si spostò avvicinandosi a Caleb, e strinse con calore la sua mano tra le sue. “L'Isola di Skye. Non esiste un altro posto simile sulla terra. Dimora dei più grandi guerrieri. Questo castello appartiene alla mia famiglia da centinaia di anni. Resterete con noi. Aiden ne sarà entusiasta. Così come i miei uomini. Vi dò ufficialmente il benvenuto!” disse con un urlo, e tutti i suoi uomini esultarono.

      Caitlin fu sopraffatta dalla sua ospitalità. Non sapeva affatto come rispondere.

      “E' un grande piacere,” lei disse.

      “E noi vi ringraziamo per la vostra cortesia,” Caleb disse.

      “Sei un re?” Scarlet si fece avanti e domandò. “C'è una vera principessa qui?”

      Il sovrano guardò in basso, ed esplose in una fragorosa risata, più forte e profonda di prima. “Ecco ora, io sono un re, effettivamente sì—ma temo che qui non ci sia alcuna principessa. Solo noi uomini. Ma forse tu potrai porvi rimedio, bellezza mia!” disse con una risata, e fece due passi avanti, sollevò Scarlet, e la fece girare. “E quale sarebbe il tuo nome?”

      Scarlet arrossì, diventando improvvisamente timida.

      “Scarlet,” lei disse, abbassando lo sguardo. “E lei è Ruth,” proseguì, indicando verso il basso.

      Ruth abbaiò, come in segno di risposta, e McCleod mise la bambina giù, con una risata e accarezzò il pelo di Ruth.

      “Sono certo che siate tutti affamati,” lui disse. “Al castello!” gridò. “E' ora di festeggiare!”

      Tutti i suoi uomini gridarono, raggruppandosi, e dirigendosi verso l'entrata del castello. In quel momento, file di guardie scattarono sull'attenti.

      Sam mise un braccio intorno alla spalla di Caitlin, e Caleb lo mise intorno alla spalla di Polly, e tutti camminarono insieme, diretti all'entrata del castello. Caitlin sapeva che non avrebbe dovuto, ma – nonostante tutto – si concesse di sperare ancora una volta di aver trovato una casa definitiva, un luogo nel mondo in cui tutti loro, finalmente, potessero vivere per sempre in pace.

      CAPITOLO SEI

      Fu il benvenuto più caldo e sontuoso che Caitlin avesse mai immaginato. Il loro arrivo segnò l'inizio di lunghi festeggiamenti. Avevano incontrato un membro del covo dopo l'altro, e lei vide volti che non vedeva non sapeva più da quanto tempo – Barbara, Cain e molti altri. Tutti erano seduti a pranzo, ad una grossa tavola da banchetto, nel caldo castello di pietra, con pellicce sotto i loro piedi, torce disposte lungo le pareti, con la legna scoppiettante nel camino, e i cani che correvano ovunque. La stanza sembrava calda ed accogliente, e Caitlin si rese conto che fuori faceva freddo – le avevano detto che era la fine di ottobre. 1350. Caitlin non riusciva a crederci. Era quasi a settecento anni indietro rispetto al secolo XXI.

      Aveva sempre provato ad immaginare come potesse essere la vita in quell'epoca storica, ai tempi dei cavalieri, delle armature, dei castelli … ma non aveva mai immaginato nulla di lontanamente comparabile a quel che vedeva intorno. Nonostante il crudo cambiamento del paesaggio, l'assenza di cittadine o città, le persone erano molto amichevoli, molto intelligenti, molto umane. In molti modi, non sembravano molto diversi dalla gente del suo tempo.

      Caitlin si sentì molto a casa in quel luogo e in quel tempo. Aveva trascorso delle ore a chiacchierare con Sam e Polly, ad ascoltare le loro storie, la loro versione di ciò che era accaduto in Inghilterra. Era rimasta sconvonta dall'aver appreso quanto fosse accaduto tra Sergei e Polly,  e così orgogliosa di suo fratello per averla salvata.

      E, per tutta la notte, non aveva potuto fare a meno di notare che Sam non staccava gli occhi da Polly. Da sorella maggiore, sentiva che un grande cambiamento era avvenuto dentro di lui. Finalmente sembrava più maturo, e, per la prima volta, realmente innamorato.

      Tuttavia Polly, stavolta, sembrava un po' più sfuggente. Era più difficile per Caitlin comprenderla veramente, riguardo ai suoi sentimenti per Sam. Forse perché Polly era più prudente. O forse perché, stavolta, Polly ci teneva davvero. Caitlin poteva sentire, nel profondo, che Sam significava tanto per lei, e che stava facendo di tutto per non mostrare i suoi sentimenti, forse temendo di rovinare tutto. Caitlin notò anche che, di tanto in tanto, quando Sam distoglieva lo sguardo, Polly ne lanciava uno veloce verso di lui. Ma poi, distoglieva rapidamente lo sguardo, così che Sam non se ne accorgesse.

      Caitlin sentiva, di là da ogni dubbio, che suo fratello e la sua migliore amica sarebbero diventati una coppia. L'idea la elettrizzò. E la divertiva che entrambi si sforzassero di negare ciò che stava accadendo tra loro – e che stessero persino provando a fingere che non ci fosse proprio nulla.

      Al tavolo, erano anche seduti molti nuovi amici umani, e Caitlin incontrò così tante persone a cui si sentì vicina. Erano tutti guerrieri. Il re era seduto a capo tavola, circondato da dozzine dei suoi cavalieri. Per tutto il pomeriggio, tutti cantarono canzoni mentre bevevano, e risero forte, mentre raccontavano storie di battaglie, di spedizioni di caccia. Caitlin poté dire che quegli scozzesi fossero calorosi, amichevoli, ospitali, amassero bere, ed erano dei grandi raccontatori. E inoltre, erano anche molto nobili ed orgogliosi, nonché grandi guerrieri.

      Il pasto ed i racconti durarono per ore, mentre il pranzo si estese fino a pomeriggio inoltrato. Le fiamme delle torce si estinsero, e furono riaccese. Dozzine di nuovi ciocchi furono aggiunti al maestoso camino in pietra; enormi brocche di vino furono sostituite. Infine, tutti i cani, esausti, si addormentarono sulle pellicce. Scarlet infine si addormentò sul grembo di Caitlin, mentre Ruth si accucciò accanto a Scarlet. Ruth era stata davvero sfamata, grazie a Scarlet, che le aveva dato una dose immensa di carne. Una dozzina di cani erano seduti intorno alla tavola, implorando per gli avanzi, ma ebbero tutti il buon senso di restare lontani da Ruth. E quest'ultima, contenta, non sembrava nemmeno interessata a litigare con loro.

      Alcuni dei guerrieri, che si erano ingozzati di cibo e bevande, alla fine crollarono anche loro sui tappeti. Caitlin iniziò a vagare con la mente, ripensando ad altre epoche e altri luoghi, altre questioni. Iniziò a chiedersi quale sarebbe stato il suo prossimo indizio; se suo padre fosse stato in quel luogo e in quell'epoca; dove l'avrebbe condotta il suo prossimo viaggio. Gli occhi cominciarono a chiudersi, quando improvvisamente, sentì pronunciare il suo nome.

      Era il re, McCleod, che si era rivolto a lei al di sopra del frastuono.

      “E che cosa pensi, Caitlin?” lui chiese di nuovo.

      Appena lo fece, la tavola gioiosa cominciò lentamente ad acquietarsi, mentre le persone si voltarono e guardarono verso di lei.

      Caitlin si sentì imbarazzata,


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