Sposa . Морган Райс

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Sposa  - Морган Райс


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pensi del Sacro Graal?” lui le chiese nuovamente.

      Il Sacro Graal? Caitlin si chiese. Di che cosa stavano parlando?

      Lei non ne aveva idea. Non stava affatto pensando al Sacro Graal, e sapeva a malapena che cosa fosse. Ora avrebbe voluto aver ascoltato la loro conversazione. Provò a ricordare che cosa fosse, e ripensò ai racconti dell'infanzia, ai miti e alle leggende. Alle storie di Re Artù. Excalibur. Il Sacro Graal …

      Lentamente, cominciò a rammentare. Se ricordava correttamente, si diceva che il Sacro Graal fosse un calice o una coppa, che conteneva un liquido speciale ….Sì, ora stava cominciando a ricordare. Alcuni avevano detto che il Sacro Graal contenesse il sangue di Cristo e che berlo avrebbe dato l'immortalità. Se ricordava bene, i cavalieri avevano trascorso centinaia di anni a cercarlo, rischiando le loro stesse vite, spingendosi fino agli angoli estremi del mondo. E nessuno ci era mai riuscito.

      “Pensi che si riuscirà mai a trovarlo?” McCleod domandò ancora una volta.

      Caitlin si schiarì la gola, l'intera tavola la guardava, come in attesa di una risposta.

      “Um…” lei esordì, “non ci ho davvero mai pensato,” lei rispose. “Ma se esiste davvero…allora, non vedo perché non possa essere trovato.”

      Ci fu un piccolo ruggito di approvazione da parte della tavola.

      “Vedi,” McCleod disse ad uno dei suoi cavalieri. “Lei è un'ottimista. Anch'io credo che sarà trovato.”

      “E' solo una leggenda,” disse un cavaliere.

      “E che cosa farai quando lo troverai?” chiese un altro cavaliere. “Questa è la vera domanda.”

      “Perché, diventerò immortale,” il re rispose, esplodendo in una sonora risata.

      “Non ti occorre il Sacro Graal per quello,” esclamò un altro cavaliere. “Tutto ciò che ti occorre è essere tramutato.”

      Un intenso silenzio cadde improvvisamente intorno al tavolo. Chiaramente, questo cavaliere aveva parlato troppo, uscendo fuori dal seminato ed aveva menzionato qualcosa che era un tabù. L'uomo abbassò la testa in segno di vergogna, riconoscendo di aver commesso un errore.

      Caitlin vide l'improvvisa e cupa espressione di McCleod, e, in quell'istante, si rese conto che il re aveva disperatamente voglia di venire tramutato. E che detestava il fatto che il covo di Aiden non lo compiacesse. Chiaramente, quel cavaliere aveva toccato un tasto dolente nel rapporto tra le due razze.

      “E com'è?” il re chiese ad alta voce, indirizzando la domanda a Caitlin, per qualche motivo. “L'immortalità?”

      Caitlin si domandò perché lo avesse chiesto proprio a lei, tra tutti i vampiri presenti nella stanza. Non avrebbe potuto scegliere qualcun altro?

      La ragazza ci rifletté. Com'era? Che cosa avrebbe potuto dire? Da un lato, amava l'immortalità, amava vivere in tutte quelle epoche e in tutti quei luoghi, ritrovare continuamente la sua famiglia ed i suoi amici, in ogni nuova epoca e in ogni nuovo luogo. Dall'altro, altre parti di lei ancora le facevano desiderare di avere una vita normale e semplice, di avere un approccio normale alle cose del mondo. Soprattutto, si trovò sorpresa di quanto l'immortalità sembrasse breve: da un lato, sembrava come vivere per sempre – ma dall'altro, aveva sempre la sensazione che non ci fosse mai abbastanza tempo.

      “Non sembra così permanente quanto si immagina.”

      Il resto della tavola annuì in segno di approvazione nei confronti della sua risposta.

      McCleod si alzò immediatamente dalla sedia. Immediatamente, tutti si alzarono.

      Proprio mentre Caitlin stava riflettendo tra sé e sé sullo strano scambio di battute, chiedendosi se lo avesse deluso, improvvisamente sentì la sua presenza dietro di sé. Si voltò, e lo vide lì.

      “Tu sei più matura dei tuoi coetanei,” lui disse. “Vieni con me. E porta i tuoi amici. Devo mostrarti qualcosa. Qualcosa che ti sta aspettando da molto tempo.”

      Caitlin fu sorpresa. Non aveva idea di che cosa potesse essere.

      McCleod si voltò e avanzò fuori dalla sala; Caitlin e Caleb si alzarono, e dietro a loro Sam e Polly, e tutti insieme lo seguirono, guardandosi tra loro stupiti.

      Attraversarono il grande salone pavimentato in pietra, seguendo il re attraverso l'enorme camera, e poi passarono da una porta laterale, mentre i cavalieri intorno alla tavola si sedettero lentamente, riprendendo il pasto.

      McCleod camminò in silenzio, procedendo lungo uno stretto corridoio illuminato da torce, con Caitlin, Caleb, Sam e Polly che lo seguirono. Gli antichi corridoi in pietra li condussero a destra e a sinistra, conducendoli ad una scalinata.

      McCleod estrasse una torcia dalla parete e la utilizzò per illuminare l'oscura scalinata, facendo fronte alla apparente oscurità. Mentre camminavano, Caitlin cominciò a chiedersi dove lui li stesse portando esattamente. Che cosa aveva da mostrare loro? Un'antica arma di qualche sorta?

      Infine, raggiunsero un piano sotterraneo, ben illuminato dalle torce, e Caitlin si stupì di quanto vide. Il basso soffitto ad arco luccicava, placcato in oro. Caitlin vide le immagini illustrate di Cristo, di Cavalieri, scene tratte dalla Bibbia, mescolate insieme a vari strani segni e simboli. Il pavimento era composto da antica pietra consumata, e Caitlin non riuscì a fare a meno di credere che fossero entrati in una stanza che conteneva un tesoro segreto.

      Il cuore di Caitlin cominciò a battere più velocemente, non appena percepì che qualcosa d'importante li stesse aspettando. Lei camminò più veloce, cercando di stare al passo del sovrano.

      “La stanza del tesoro del clan dei McCleod per migliaia di anni. E' qui sotto che custodiamo il nostro tesoro più sacro, armi e possedimenti. Ma c'è un solo possedimento che è più importante, più sacro di tutti loro messi assieme.”

      Lui si fermò e si voltò verso di lei.

      “Si tratta di un tesoro che abbiamo custodito solo per te.”

      L'uomo si voltò e sollevò una torcia, prendendola da una parete laterale, e, non appena lo fece, una porta nascosta nella parete si aprì immediatamente nella pietra. Caitlin fu stupita: non aveva idea che fosse lì.

      McCleod si voltò e li condusse lungo un altro corridoio tortuoso. Infine, si fermarono in una piccola area, una nicchia. Davanti a loro, c'era un trono su cui giaceva un solo oggetto, un piccolo scrigno del tesoro, coperto di pietre preziose. La luce della torcia scintillava sopra di esso, illuminandolo, e McCleod si avvicinò con attenzione e lo sollevò.

      Lentamente, sollevò il coperchio. Caitlin non riusciva a crederci.

      Lì, all'interno dello scrigno, c'era un singolo pezzo di pergamena, un colore sbiadito e antico, raggrinzito e diviso a metà. Era coperto da un'antica calligrafia, con una scrittura delicata, in un linguaggio che Caitlin non riconosceva. Lungo i bordi c'erano lettere multicolori, disegni e simboli, e al centro c'era un disegno, semicircolare. Ma, dato che era divisa a metà, Caitlin non riuscì a comprendere che cosa fosse.

      “Per te,” lui disse, sollevandolo cautamente e dandolo a lei.

      Caitlin tenne il pezzo di pergamena, sentendolo spiegazzarsi tra le sue mani, e lo sollevò alla luce della torcia. Era una pagina strappata, probabilmente da un libro. Con tutta la sua delicata simbologia, sembrava una vera opera d'arte.

      “E' la pagina mancante del Libro Sacro,” McCleod spiegò. “Quando troverai il libro, quella pagina sarà completa. E quando ciò avverrà, troverai la reliquia che stiamo tutti cercando.”

      Lui si voltò e la guardò.

      “Il Sacro Graal.”

      CAPITOLO SETTE

      Caitlin sedeva ad uno scrittoio nella sua grande stanza nel Castello di Dunvegan, guardando fuori dalla finestra verso il tramonto. Esaminò la pagina strappata che McCleod le aveva dato, tenendolo in alto, esposto alla luce. Lei fece scorrere lentamente le dita lungo le lettere latine stampate in oro. Sembravano ed erano antiche. L'intera pagina era decorata in modo splendido, con disegni complessi, e Caitlin si meravigliò dei colori


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