Jeremy (Angelo Spezzato #4). L. G. Castillo

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Jeremy  (Angelo Spezzato #4) - L. G. Castillo


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le mani a pugno, afferrando il lenzuolo mentre l’elettricità gli invadeva il corpo come un fuoco. Chiuse gli occhi con forza, lottando contro l’istinto di prenderla fra le braccia e possederla.

      Memorie di Naomi da un antico passato, un passato che non avrebbe dovuto ricordare, gli invasero la mente. Ricordò la sensazione delle sue braccia che lo circondavano per ringraziarlo di aver lottato contro Saleos quando Lash era ferito, il sorriso sul suo viso mentre l’accompagnava in città, il modo gentile con cui gli si rivolgeva ogni volta che lui visitava la locanda della sua famiglia, il modo in cui i suoi occhi azzurri l’avevano guardato dopo il loro primo bacio ad Ai.

      Era stato un unico bacio. Toccandole la fronte con la sua, sussurrò: “Avresti dovuto diventare mia moglie. Avrai provato qualcosa per me? Potresti imparare ad amarmi?”

      Trattenne il respiro sentendosi pronunciare queste parole familiari. Era qualcosa che le aveva già detto? Doveva essere così. Come poteva provare ancora questi sentimenti per lei se non avevano condiviso qualcosa di altrettanto intenso in passato?

      Aveva bisogno di sapere. Premette le labbra sulle sue con decisione, con il desiderio disperato di percepire il suo amore. E in quel breve momento, tutto ciò che sentì era il battito del suo cuore che si sintonizzava con quello di Naomi mentre si baciavano. Non udì il cigolio della porta che si apriva né il sussulto che arrivava dalla soglia. Rimase perso nel bacio finché non sentì un grido acuto.

      “Jeremy! Cosa stai facendo?”

      8

      Jeremy saltò dal letto e barcollò all’indietro come se avesse perso l’equilibrio. Il senso di colpa gli ribolliva nel petto. Come aveva potuto essere così egoista da arrivare a baciare il ritrovato amore del fratello?

      “Rachel, io, uh, io . . .” La sua voce si spense mentre guardava Rachel in piedi sulla soglia, la bocca spalancata e gli occhi castani sgranati per lo shock. Che scusa avrebbe mai potuto inventare per spiegarsi?

      Pensa. Non restare lì impalato.

      “Mi sembrava che Naomi respirasse in un modo strano. Volevo assicurarmi che stesse bene.”

      “Jeremy.” Lui fece una smorfia sentendo la riprovazione nella voce di Rachel. Lei non gli credeva. Neanche lui l’avrebbe fatto. Stava perdendo il suo savoir-faire, era una scusa pietosa.

      “Non lo dirai a Lash, vero?”

      “No, non lo farò.” Rachel entrò nella stanza, chiudendosi dietro la porta. Guardò Naomi, che fortunatamente stava ancora dormendo profondamente.

      “Sei un pessimo bugiardo” gli disse, tenendo la voce bassa.

      “Mi dispiace. È solo . . . non so cosa mi prenda.”

      “Ti capisco. La situazione non deve essere facile per te. Io c’ero. Io ricordo tutto quello che è successo.”

      “Davvero?” Jeremy osservò il viso a forma di cuore di Rachel. Non lo stava giudicando.

      “Raccontami, per favore. Lei . . . Naomi . . . ?” Non poteva pronunciare la parola “amore”. Voleva sapere se Naomi lo avesse amato, ma aveva paura della risposta di Rachel.

      “Non posso dirti niente, mi è vietato.”

      “La punizione di Raphael?”

      “Sì.”

      “Non posso vivere così” borbottò lui, passandosi una mano fra i capelli.

      “A cosa serve ricordare dei dettagli di una vita passata che vive qui dentro”—si toccò il petto—“e non sapere ciò che davvero mi interessa?”

      Rachel si morse il labbro. Con la fronte aggrottata, si dondolava sui piedi passando continuamente dal tallone alla punta.

      “Beh . . .” Il suo piccolo viso si contorse mentre esitava. Le parole le uscirono lentamente, mentre faceva attenzione a non rivelare troppo. “Naomi teneva molto a te.”

      Sì! Non era pazzo. Il richiamo, la continua attrazione verso Naomi significava qualcosa.

      “E anche a Lash” aggiunse velocemente. “Che si è svegliato, fra l’altro.”

      Il viso di Jeremy si incupì. Cosa si aspettava? Certo che Naomi amava Lash. Avrebbe voluto ricordare. Magari aveva avuto solo una cotta per lei e niente di più.

      E allora perché sentiva il cuore che si stava spezzando?

      “L’hai visto?”

      “Umm, non proprio” rispose lei. “L’ho sentito. O meglio, ho sentito qualcosa che sembrava del vetro che si frantumava. . . molto vetro.”

      Jeremy annuì. Era tutto come aveva previsto Raphael. Lash era gloriosamente incazzato.

      “Jeremy, so quello che stai passando.” Rachel posò la sua piccola mano sul bicipite di Jeremy. “Un tempo ho amato qualcuno che non mi corrispondeva.”

      “Hai amato qualcuno prima di Uri?” Questa era una grossa notizia. Non aveva mai ritenuto possibile che lei potesse amare qualcun altro. Loro due erano la coppia più perfettamente innamorata che Jeremy avesse mai conosciuto.

      “No. Era Uri.”

      “Non capisco. Il giorno in cui l’ho portato qui, era follemente innamorato di te. Mi ha anche fatto un occhio nero perché ho cercato di tenervi lontani. Continuavate a saltarvi addosso.”

      Jeremy sorrise ripensando alla prima volta in cui aveva visto Uri. Gli era immediatamente piaciuto quel giocherellone selvaggio. Uri era un noto giocatore. Con il suo bell’aspetto, aveva sedotto ogni ragazza in un raggio di novanta chilometri da Chernobyl. Jeremy si era sempre chiesto perché Rachel fosse stata assegnata ad Uri poco prima che lui ricevesse l’ordine di portarlo in Paradiso. Jeremy era rimasto sconvolto nel vedere che ad uno come lui veniva assegnato il ruolo di arcangelo. E ancora di più l’aveva sconvolto venire a sapere che Uri l’avrebbe assistito nei suoi compiti. All’inizio il dover condividere la propria posizione con lui lo aveva seccato. Poi gli era passata. Era difficile non amare Uri. Era una pena il modo in cui aveva dovuto morire, però. Nessuno meritava di soffrire come era successo a lui.

      “Sì, me ne ricordo” disse lei facendo una risatina. “Ci stavamo solo baciando da un paio di minuti.”

      “Facciamo venti. Mi sembra di ricordare vestiti strappati e qualche mugolio. Era scandaloso. Ci sono stati pettegolezzi fra gli angeli per settimane. Gabrielle era livida.”

      Rachel sospirò. “È stato stupendo.”

      “Siete stati sempre uno accanto all’altra da allora. È successo qualcosa di cui non sono a conoscenza?”

      “Uri era già qui prima di te. Beh, prima che tu ricordi di essere stato qui.”

      “Non lo sapevo.” C’erano un sacco di cose che non sapeva. Segreti tutto intorno a lui, come aveva detto Lash.

      “Immagino non ci sia niente di male a raccontarti qualcosa sugli avvenimenti legati ad Uri. Non dirò niente che sia correlato a Raphael.” Si mise un dito sulle labbra e andò a controllare Naomi. Poi si spostò verso la finestra, guardando fuori mentre parlava. “Tanto tempo fa, era raro che gli arcangeli si recassero sulla Terra e, quando lo facevano, avevano bisogno del permesso di Michael. Uri, dopo essere andato per esplorare contravvenendo agli ordini di Michael, ha fatto cose che . . . che non avrebbe dovuto fare.”

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