L'Allenatore Di Calcio. Marco Bruno

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L'Allenatore Di Calcio - Marco Bruno


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qualità agiscono positivamente non solo nell'ambito sportivo, ma sono di grande aiuto per affrontare la vita e le difficoltà d’ogni giorno.

      Accanto a questi obiettivi primari, dobbiamo considerare altri aspetti che rivestono grande importanza per la formazione dei giovani:

      – il mantenimento e la cura della salute e dell'igiene personale;

      – l'organizzazione e l'occupazione del tempo libero;

      – il gioco del calcio ed il relativo allenamento devono rimanere in secondo ordine rispetto     alla scuola o al lavoro;

      – l'allenamento non deve comportare rischi per la salute e la futura crescita del giovane;

      – la gioia e la serenità devono sempre essere poste in primo piano: evitare quindi allenamenti faticosi, monotoni e ripetitivi (questo non significa che non si possono riproporre esercitazioni gia’ svolte);

      – i giovani devono poter sempre ricavare dall'allenamento esperienze costruttive e socializzanti;

      – insieme al gioco del calcio i giovani devono poter coltivare altri interessi soprattutto a livello culturale.

      L'allenatore del settore giovanile deve sapere riconoscere un potenziale giocatore di calcio valutando le sue capacità e competenze riferite a:

      TECNICA:

      – globale attitudine al movimento;

      – sensibilità  al contatto di palla  ed abilità nel suo controllo;

      – buona attitudine a difendere la palla in particolari situazioni di gioco.

      TATTICA:

      – senso dell'orientamento;

      – prontezza nella capacità di giudizio sul programmare in anticipo mosse di gioco in attacco e in difesa.

      QUALITA' CARATTERIALI:

      – capacità di imporsi;

      – risolutezza di propositi;

      – costanza di volontà;

      – buon comportamento sociale;

      – modestia nel sapersi mettere anche al servizio degli altri.

      CARATTERISTICHE FISICHE:

      – costituzione fisica che lascia intravedere un adeguato e regolare sviluppo;

      – potenziali doti atletiche.

      Allenare i giovani significa soprattutto riuscire ad attuare correttamente tutte le fasi della strategia generale dell'educazione:

      – conoscenza dell'allievo in riferimento al suo sviluppo motorio;

      – conoscenza dei problemi educativi nelle varie fasce d’età;

      – valutazione continua delle variazioni indotte nella personalità e nella maturazione del giovane, dall'influenza ambientale e dall'azione educativa fisico-motoria.

      L'allenatore deve attenersi, soprattutto per i giovani sino ai 14/15 anni, quanto più possibile al principio della polivalenza.

      La polivalenza costituisce la via maestra per fare intraprendere agli allievi un serio, corretto e valido avviamento alla pratica sportiva; richiede:

      – interventi di tipo analitico (sviluppo della percezione uditiva, visiva, coordinazione sensomotoria, dei movimenti fini);

      – interventi di tipo globale (sequenze multivariate, percorsi misti, giochi polivalenti, giochi a squadre);

      – interventi tempestivi (la cosa giusta al momento giusto).

      Effetti di alcune discipline sportive sui giovani

      (G. Frohner, 2002)

      Questo porterebbe a pensare che l’insieme di queste attività possa garantire un completo sviluppo dell’individuo.

      Ciò non è vero se non organizzando le attività in modo che siano integrate fra loro senza che una sia predominante sull’altra. Motive per il quale si consiglia sempre, relativamente alla formazione di un calciatore, di attuare attività polivalenti soprattutto in età prepuberale e puberale indipendentemente dallo sport che l’individuo sta praticando. Risulta importante quindi che le proposte di allenamento siano comprensive di tutti I fattori (senza dimenticarsi quale sia l’attività principale)

      RESPONSABILITA’ DELL'ALLENATORE

      Molti allenatori, poiché offrono gratuitamente il loro tempo, pensano di non ritenersi responsabili della crescita e della salute dei ragazzi che allenano, ma solamente del risultato sportivo della loro azione. L'allenatore di squadre giovanili è invece considerato, responsabile del danno psicologico che può arrecare ai giovani e soprattutto dei danni fisici causati dalla negligenza o dalla non conoscenza: i dirigenti (corresponsabili) dovrebbero ricordare di informare sempre l'allenatore delle sue responsabilità prima che inizi il suo lavoro.

      Sarebbe importante per lo meno sapere che esisteno delle fasi della crescita in cui si sviluppano differenti caratteistiche e capacità coordinative, dette FASI SENSIBILI

      Le fasi sensibili

      Fasi di maggior sensibilità delle diverse capacità motorie e qualità psicofisiche nelle età dai sei ai quindici anni.

      ● Tra 5 e 9/10 anni sono conseguiti gli schemi motori di base; è aumentata la precisione nei movimenti

      ● Tra 6 e 8 anni migliora rapidamente l’equilibrio

      ● Tra 7 e 10 anni migliora la rapidità di movimento

      ● Tra 8 e 10 anni matura l’attitudine a prevedere la velocità e la direzione di oggetti in movimento

      ● Tra 9 e 10 anni si raggiunge la massima frequenza del passo

      ● Tra 9 e 11 anni si ottengono progressi nella coordinazione senso-motoria (occhio-mano, occhio-piede e dinamica generale)

      ● Tra 11 e12 anni viene completato lo sviluppo della lateralizzazione

      ● Tra 12 e 18 anni raddoppia la forza muscolare; per le ragazze dopo i 13 sostanzialmente non aumenta

      ● Fino a 14 anni evitare esercizi di mobilità passivi, in pratica quelli eseguiti con l’aiuto degli altri

      ● Dopo i 10 anni iniziare l’educazione all’allungamento muscolare e alla mobilità

Fasi della preparazione sportiva

      Prima di elencare le varie fasi della preparazione sportiva è necessario ricordare che le età cronologiche indicate sono puramente schematiche, nella preparazione giovanile è molto più serio e corretto considerare le età biologiche dei vari soggetti.

      Queste indicazioni sono importanti per poter stabilire quali siano le proposte di allenamento e per poter programmare le attività

      Principio del carico finalizzato

      (Schonborn, 1984)

      La strada da percorrere nell’allenamento giovanile è quella dell’incremento graduale del carico. Gli stimoli allenanti devono essere applicati progressivamente ed in modo adeguato allo sviluppo.

      La successione metodologica consigliabile è quella di aumentare:

      – prima la frequenza dell’allenamento (intesa come numero si sedute);

      – poi il volume (inteso come quantità di lavoro);

      – infine


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