La Fossa Di Oxana. Charley Brindley

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La Fossa Di Oxana - Charley Brindley


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gli disse Dominique a bassa voce.

      “Ah!” George sussultò. Fece il giro della scrivania per prendere la mano di Tosh. “Signor Scarborough. Ho sentito parlare molto di Lei.” Si appoggiò alla scrivania, inclinò la testa e sorrise, mostrando decisamente troppi denti.

      “Interessante, George.” Tosh lasciò la morbida mano dell’uomo e parlò alle tre sorelle. “Non ho sentito nulla di te.”

      “George è il suo...ehm...”Ambra esitò, fece un respiro profondo e sbottò, “è il suo segretario.”

      “È il mio cosa?”

      Un’incurvatura delle labbra, quasi un sorrisetto, apparve sulle labbra di Ambra. “Il suo segretario.”

      “Ah sì?” Tosh lanciò un’occhiata al viso raggiante di George. “Che bello, ma io–”

      George si mise le mani sui fianchi. “Voleva qualcuno di più vecchio.”

      “No, non è quello.” Tosh vide il sorriso di George trasformarsi in un’esagerata espressione di offesa.

      “Una donna. Voleva una donna come segretaria.”

      “Beh, avevo solo pensato–”

      La porta dell’ufficio si spalancò. “Capitano,” disse l’anziano che entrò. Indossava un vissuto berretto da marinaio, inclinato in modo elegante. Con una barba alla Hemingway, era abbronzato e magro, e pareva fosse appena sceso dal ponte di una nave.

      “Che c’è, Quinn?” Chiese Tosh.

      Quinn si fermò a guardare George, poi la terzina. Si toccò l’orlo del cappello guardando le donne, ma sollevò un sopracciglio mentre volse di nuovo lo sguardo su George. “Mi dispiace, Capitan Tosh. So che non vuole che venga qui, ma...”

      Tosh lo prese per il braccio, allontanandolo dagli altri.

      “Ho appena ricevuto nuove foto dell’Area 64.” Quinn aveva un forte odore di acqua salata, vernice fresca e fumo di sigaretta.

      “Beh, andiamo allora. Diamo loro un’occhiata.”

      Entrarono nel suo ufficio e Tosh avvicinò la sua sedia al computer.

      Quinn era in piedi dietro di lui, e guardava il monitor.

      * * * * *

      Quarantacinque minuti dopo, quando i due uomini uscirono dall’ufficio, le tre sorelle e George erano impegnati in una conversazione riguardo i computer ed Internet.

      “Tienimi aggiornato.” Tosh diede una pacca sulla spalla a Quinn per mandarlo via.

      Quando la porta si chiuse dietro Quinn, Ambra si mise una mano sul fianco. “L’ho per caso vista dare dei soldi a quel vecchio?”

      Tosh guardò verso il suo ufficio e si rese conto del fatto che lei avesse visto loro due in piedi davanti alla finestra, discutere dell’Area 64. “Sì.”

      “Perché?”

      “Perché ne aveva bisogno.” La preoccupazione di Tosh per i problemi che aveva visto sulle foto satellitari dell’Amazzonia aveva messo i suoi nervi a dura prova. Non era pronto a fornire una spiegazione dettagliata. Qualcosa avrebbe dovuto essere fatto, e presto, ma non avrebbe fatto cadere le sue frustrazioni su Ambra o sugli altri.

      “Si rende conto che prende compresse di nitroglicerina, vero?”

      “E come fa a saperlo?”

      “Quando eravate al suo computer,” disse Ambra, “ha fatto un passo dietro di Lei e si è premuto una mano sul petto. Poi ha preso una pillola da una bottiglia e se l’è fatta scivolare sotto la lingua.”

      “Perché dovrebbe prenderle in questo modo?” Chiese Dominique.

      “Per far sì che la medicina sia immediatamente assorbita nel flusso sanguigno,” rispose Ambra. “Le persone assumono nitroglicerina per problemi cardiaci.”

      “Oh.”

      “Ha occasionali attacchi di angina,” disse Tosh, “ma non sono gravi, e il suo medico la tiene sotto controllo.” Si rivolse a George. “Stava cercando della cancelleria d’ufficio.”

      “Sì, non ho niente. Se il suo telefono squilla, non posso nemmeno prendere un messaggio per Lei.” Si mise le mani in tasca e si guardò attorno, osservando le scrivanie vuote. “È solo a me che sembra, o è davvero strano che un’azienda con persone reali e vive come noi non abbia nulla con cui lavorare? Né una fotocopiatrice né una caffettiera?”

      Ambra sorrise e gli altri seguirono il suo sguardo su Tosh.

      “Non penso sia affatto strano,” rispose Tosh. “Stavamo solo aspettando che il segretario della compagnia venisse assunto e organizzasse le cose. Cosa possono saperne i manager della gestione di un’azienda?”

      “Non scherziamo,” sussurrò George, guardando Ambra.

      “Ora,” disse Tosh, “le suggerisco di trovare qualcosa su cui scrivere e fare un elenco di tutto ciò di cui ha bisogno.”

      “Ho bisogno di un computer.”

      “Lo metta sulla lista. Ogni scrivania, infatti, dovrebbe avere un computer. Quindi, il suo primo compito è capire ciò di cui tutti hanno bisogno e scriverlo. Poi scriva, in alto ‘Ordine d’acquisto’ e lo consegni alla nostra responsabile di reparto.” Sorrise e mise una mano sulla spalla di Ambra.

      Ambra fissò gli occhi sulla sua mano, ma non fece nulla per rimuoverla. “Sarebbe meglio che quell’ordine d’acquisto sia firmato da un amministratore dell’azienda.” Guardò Tosh.

      “Sapevo che sarebbe diventata un’ottima responsabile.”

      Ambra tolse la sua mano dalla spalla e la tenne stretta nelle sue. “Mi farà un grande favore?”

      “Certo.”

      “Se ha intenzione di dare dei soldi a qualcuno,” sorrise dolcemente, “mi dica di scrivere un assegno.” Gli lasciò la mano e questa cadde al suo fianco. “In questo modo, posso tenere traccia di tutti i soldi che butta via.” Marciò verso la sua scrivania.

      “Bene,” disse alle sue spalle, poi si rivolse a George. “Non appena trova qualcosa con cui scrivere, prenda un promemoria.”

      George aprì la mano e fece finta di scrivere sul palmo della mano.

      “A tutto il personale,” cominciò a dettare Tosh. “Avvisate il reparto contabilità prima di respirare. Tutto deve essere tenuto sotto controllo all’Andalusia Publishing.”

      Tutti risero, tranne Ambra.

      “Certo.” Gli fece un mezzo sorriso mentre sedeva alla sua scrivania. “E George, assicurati che una copia di quel promemoria vada al capo. Sembra che stia usando molto più della sua quota di aria.” Fece un sorriso malizioso a Tosh e prese il telefono.

      Tosh ridacchiò e si diresse verso il suo ufficio.

      “Signor Scarborough?”

      “Sì...” lanciò un’occhiata alla targhetta della donna, “Madeleine?”

      “Potrei parlarle?”

      “Certamente. Si accomodi.” Si fece da parte, facendole segno di entrare. Appena entrata nel suo ufficio, chiuse la porta.

      “Deve essere una cosa seria.” Tosh le fece segno di sedersi.

      Madeleine si sedette sul divano e lui scelse una sedia.

      “Signor Scarborough–”

      La fermò, alzando una mano. “Se non mi chiama Tosh, la chiamo signorina Bravant.”

      “Va bene, mi dispiace. Vorrei parlarle di Ambra.”

      “Perché?” Si sporse in avanti. Ora era preoccupato. “C’è qualcosa che non va?”

      “No,


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