La sua compagna vergine. Grace Goodwin
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La sua compagna vergine
Programma Spose Interstellari: Le vergini - 2
Grace Goodwin
La sua compagna vergine
Copyright © 2020 by Grace Goodwin
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o modo, elettronico o meccanico, incluse fotografie, registrazioni o per mezzo di altri sistemi di archiviazione e recupero, senza il permesso scritto dell’editore.
Pubblicato da KSA Publishing Consultants Inc. 2020
www.gracegoodwin.com
Goodwin, Grace
Progettazione di copertina di KSA Publishers 2020
Immagini di Period Images; Deposit Photos: diversepixel, aallm
Questo libro è adatto a soli adulti. Le violenze corporali e le attività sessuali rappresentate in questo libro sono opere di pura fantasia e concepite per lettori adulti.
Indice
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1
Alexis Lopez - Centro Programma Spose Interstellari - Miami
Delle dita mi accarezzarono la guancia. Erano come piume delicate. Ma, anche così, riuscii a sentire che erano callose, e il netto contrasto mi fece venire un brivido lungo la schiena. Non potevo vedere quest’uomo, ma lo conoscevo. Sentivo qualcosa di più delle sue semplici carezze. Sentivo il desiderio, sentivo che mi bramava. Come? Non ne avevo idea. Non aveva senso, ma non volevo stare qui a ragionare. Volevo godere e basta.
“Hai freddo?” mi chiese con la sua voce rauca e profonda.
Scossi il capo. Avvampai. Avevo i seni pesanti e sensibili. In mezzo alle cosce, la mia fica si contraeva e pulsava per il bisogno, per il desiderio... Qualcosa di prezioso che non avevo mai provato prima d’ora. Lussuria.
Sentivo delle vampate di calore espandersi dal mio fianco, vampate che in qualche modo mi connettevano a quest’uomo, a questo sconosciuto. Non sapevo chi fosse, ma conoscevo il marchio. Bruciava, mi lanciava come delle scosse attraverso le vene, dritte al mio clitoride, con un potere che prima d’ora non avevo mai provato – né avevo mai osato immaginare.
Ma no. Era sbagliato. Avevo un marchio come quello, ma non sul fianco. Mi leccai le labbra secche, chiedendomi come sarebbe stato se mi avesse toccata con il suo marchio. Io ce l’avevo sul...
“Non farlo, amore.” Mi mise un dito sul labbro inferiore e lo mosse avanti e indietro. “Se ti bagni le labbra così, ti sognerò mentre mi succhi il cazzo.”
Sentii una vampata di calore e gemetti. Persistevano dei ricordi, lontani, sfocati, che non potevo raggiungere. In qualche modo, conoscevo quest’uomo, conoscevo il suo odore, il suo sapore. Lo bramavo. Io, che non bramavo mai un uomo.
Niente di tutto ciò aveva senso, ma non volevo che questo sogno finisse. Mai. Per tutta la vita mi ero chiesta cos’avessero le altre ragazze da sospirare tanto. Ora era un po’ che non parlavano d’altro. Di me, quella strana. Non avevo mai provato il minimo interesse per le attenzioni degli uomini, non avevo mai provato nessun tipo di lussuria, specie quando guardavo un uomo che non conoscevo. E mi andava bene, sarei stata strana, diversa. Sbagliata. Ma, poi... poi era arrivato lui. E il mio corpo si era risvegliato. Pieno di desiderio. Non riuscivo a pensare ad altro... volevo assaporarlo, sentirlo. In qualche modo, sapevo – come si sanno le cose nei sogni – che mi avrebbe presa. Che mi avrebbe scopata. Che mi avrebbe fatta sua per sempre. E io lo volevo, lo volevo disperatamente. La mia intera esistenza era concentrata su di lui. Sul suo profumo. Sulla sua voce. Sulle sue dita ruvide che mi stavano accarezzando il labbro.
“Vuoi assaporare di nuovo il mio cazzo, compagna?”
Compagna? Cosa? Per un momento mi sentii confusa, ma questa nuova me, la me del sogno, lo voleva. Ora. Mi abbandonai al momento, ansiosa