Sangue Scremato & Versi Violenti. Angel Martinez

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Sangue Scremato & Versi Violenti - Angel Martinez


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      Le parole feriscono più che i sentimenti quando Carrington dà la caccia a dei libri selvaggi che minacciano la città.

      Quando un libro feroce lo attacca alla sua stessa festa di compleanno, Carrington crede si tratti di un incidente isolato. Ma libri simili spuntano presto in tutta la città, minacciando gente innocente con duri versi poetici e strofe vuote che causano danni fisici. È un caso frustrante con troppe variabili e non abbastanza risposte, e la posta in gioco sale a ogni attacco.

      Con l'aiuto dei disadattati compagni di squadra del 77° e del Reparto Libri Rari della biblioteca pubblica, i pezzi mancanti diminuiscono, ma non i problemi di Carrington. Il suo ufficiale comandante lo mette ai ferri corti all'inizio di ogni turno. La sua compagna in polizia ha perso la pazienza per quelle che ritiene sue pessime scelte di relazioni e per la sua incapacità di scegliere l'uomo giusto nell'ampio ventaglio di due. Il Municipio richiede che i libri vengano fermati immediatamente. È abbastanza per far rinunciare al sangue scremato a un vampiro nutrizionalmente disagiato.

      Dediche

      A tutti gli amanti dei libri d’antiquariato: che i vostri libri possano sempre comportarsi bene.

      E anche ai veri bibliotecari del Reparto Libri Rari della prima filiale della biblioteca pubblica di Philadelphia: le mie scuse per aver dato a Erasmus un lavoro senza neanche un colloquio, ma sono certa che sarebbe stato un’eccellente aggiunta allo staff.

      Riconoscimento dei marchi

      L’autrice riconosce i marchi commerciali e i relativi detentori dei seguenti elementi menzionati in quest’opera di fantasia:

      Mio Mini Pony: Hasbro, Inc.

      Winnie the Pooh: A.A. Milne, The Walt Disney Company

      Peter Coniglio: Beatrix Potter

      Manhattan Bagel: Einstein Noah Restaurant Group, Inc

      Federal Donuts: Federal Donuts

      Dunkin’ Donuts: Dunkin’ Brands

      Jupiter: Holst

      BlackBerry Passport: BlackBerry Limited

      Lamborghini: Automobili Lamborghini S.p.A.

      Dudley Do-Right: Alex Anderson, Chris Hayward, Allan Burns

      The Dunciad: Alexander Pope

      Enrico IV Parte I & II: Shakespeare

      Batman: DC Comics

      Nosferatu: Prana Film

      Lestat: Anne Rice

      V8 Corvette Stingray 3LT: General Motors Company

      Indiana Jones: The Walt Disney Company

      Mutt and Jeff: Mutt & Jeff

      Camelot: Alan Jay Lerner, Frederick Loewe

      Post-it: 3-M

      PBS News Hour: PBS NewsHour

      Nightly Business Report: NBC Universal

      BBC World News America: BBC World News

      Coors: Molson Coors Brewing Company

      Dogfish: Dogfish Head Craft Brewery

      Saab: Saab AB

      Slurpee: 7-Eleven, Inc.

      Sempre più stranissimo: Lewis Carroll

      Dumpster: Dempster Brothers, Inc.

      «La reputazione è una veste effimera e convenzionale, guadagnata spesso senza merito e perduta senza colpa»: Otello, Shakespeare

      West Side Story: Leonard Bernstein, Stephen Sondheim

      La fata turchina: Carlo Collodi

      Styrofoam: The Dow Chemical Company

      Sharpie: Newell Brands, Inc.

      «Ancora una volta, alla breccia»: Enrico V, Shakespeare

      My Fair Lady: Frederick Loewe, Alan Jay Lerner

      Conigli nella neve: Beatrix Potter

      Dr Seuss: Dr Seuss

      Orgoglio e Pregiudizio: Jane Austen

      L’importanza di chiamarsi Ernesto: Oscar Wilde

      Re Lear: Shakespeare

      Bauman’s: Bauman Rare Books

      Unearthed: Long Trail Brewing

      Capitolo Uno

      Neanche l’antica quercia dietro la casa dei suoi genitori forniva abbastanza rifugio dal sole. Carrington inclinò all’indietro il cappello a tesa larga e azzardò un’occhiata attraverso il fitto filtro di foglie. Decisamente un errore. Ora non vedeva più. Non osò muoversi con la vista a pois e rimase lì con un vago sorriso, sperando che nessuno gli si avvicinasse mentre tentava di allontanare sbattendo le palpebre le immagini residue impresse a fuoco sulle sue retine troppo sensibili. Aveva perfino indossato i suoi migliori occhiali da sole per l’occasione, sperando sarebbero bastati se le nuvole promesse avessero collaborato. Ancora nessun segno di sollievo meteorologico.

      «Carr? Tutto bene laggiù? Sembra ti stia venendo un colpo o qualcosa del genere».

      «Manda. Grazie agli dei». Tastò alla cieca attorno a sé finché la sua compagna non gli afferrò la mano. «Non ci vedo».

      Amanda gli sistemò la mano nell’incavo del gomito con una leggera pacca. «Che hai fatto? Hai fissato il sole?» Fece una brevissima pausa. «Oh, cavolo. L’hai fatto».

      «Ho solo guardato in su attraverso le foglie».

      Lei non fece proprio un sospiro, ma la lunga ispirazione lo fu per metà. «Va bene. Ci sono io. Mamma arpia si avvicina velocemente a ore dodici».

      «Per favore non chiamarla così». Carrington sapeva che sua madre non aveva sentito, però. Riusciva a capire quanto fosse lontana dal miasma di profumo che la precedeva. La festa di compleanno era stata un’idea di sua madre, ovviamente. Come poteva anche solo aver pensato di non festeggiare il suo trentunesimo compleanno? Specie se significava dare a lei una scusa per invitare tutte le famiglie ricche e i pezzi grossi locali alla faccenda. E all’esterno? Ovvio che dovesse essere all’esterno. Il tempo a giugno era glorioso, e Carrington esagerava sempre i sintomi della sua “malattia” per avere attenzione.

      Sua madre stava sibilando ben prima di arrivare davvero da loro. «Carrington, non puoi startene imbronciato in un angolo alla tua stessa festa. Oh, ciao, Amanda. Che adorabile… cravatta».

      «Non sono imbronciato. Sto facendo tutto quello che posso per restare verticale e non metterti in imbarazzo». Batté le palpebre, portando in parte a fuoco i lineamenti disapprovanti e molto soggetti a lifting di lei.

      «Non serve essere tanto melodrammatico». Sua madre eseguì con esperienza un’Amandectomia e pretese il braccio di Carrington per sé mentre lo conduceva verso il lungo tavolo da buffet sul patio. L’azienda di catering aveva tirato fuori la torta, parecchi strati di perfezione rococò al cioccolato che lui si sarebbe goduto se gli fosse rimasta la capacità di mangiare. Essendo l’ospite d’onore, ci si aspettava comunque che tagliasse quel maledetto affare.

      «Fa’ solo uno sforzo, caro, è tutto quello che ti chiedo. Non hai neppure salutato il sindaco o il commissario della polizia».

      «Non potremmo spostare il tavolo due metri verso la casa? O orientare la torta in modo che sia all’ombra?»

      Lei emise un verso di disapprovazione. «Certo che no. Il catering dovrebbe prima rimuovere tutto. Il mondo non gira sempre attorno a te, Carrington».

      D’accordo. Almeno il mal di testa non era ancora accecante. Avrebbe tagliato la torta, fatto qualche saluto, poi si sarebbe tuffato nell’ombra fresca della casa. Ce l’avrebbe fatta.


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