Nuovo Ordine Mondiale. Manuele Migoni

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Nuovo Ordine Mondiale - Manuele Migoni


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livellanti e sistematici) in fondo nel tentativo, come detto, di recuperare un amore perduto (da intendersi al più, in via metaforica, come edenica origine pre-diluviana) nella maggior parte dei casi, può dirsi, quando a danno ormai fatto.

      E lo vediamo quindi nelle adulterazioni/duplicazioni contraffatte di quei mondi, attraverso quelle che potremmo definire come milizie restanti, nella loro cospicua, razionale, premeditata, strumentalizzazione.

      Prendasi l'Androgino: la sua esistenza o condizione è percepita come oltre il sesso o i generi sessuali.

      Prendasi la sua materiale trasposizione e duplicazione in età moderna, il Transgender.

      Volendone comunque rispettare le libere scelte d'ognuno dovute a un tipo di disagio identitario, proveniente anch'esso da uno scarto, da un errore provocato da un senso originario di inganno, non ci si dovrebbe necessariamente bendare gli occhi di fronte a simili fenomeni, ovvero una più chiara consapevolezza, fuori quindi da ogni generica strumentalizzazione, aiuterebbe semmai a collocare meglio questi aspetti, nel ruolo, nel rispetto – a mondo ormai avvenuto - che al limite spetterebbe loro.

      Trattasi di un' identità femminile, incatenata all'interno di un corpo maschile.

      E quel concetto del due, imporrebbe giudizio e riconoscenza.

      In un caso simile sono questi due valori appena citati che sostanzialmente (e con evidenza) verrebbero a mancare.

      E l'irregolarità offensiva proveniente da un suo originario retaggio ( caduta, fine di un ciclo, inganno, trasgressione ecc.) è portata a formarne un trapasso, tanto più forte là dove, al più, non dovrebbe.

      Quindi, indipendentemente dal fatto che per un già accennato aspetto citato, il Transgender vada a ricercare soprattutto l'eterosessuale - e per una questione più ampia e irrazionale di nostalgia o amore perduto - nell'eterosessuale, oltre a una pubblicistica fatta di immagini - siano esse già di per sé fisicamente figurative o anche separatamente animate (del cui potenziale e più spiccato trapasso ci si è appena pronunciati) - lo scambio identitario, nello stesso eterosessuale, avverrà con effetti percepiti nel giudizio e nella riconoscenza del tipo “ dovrei essere allo stesso modo un'identità femminile, incatenata all'interno di un corpo maschile” provocandone a quel punto un altro ulteriore disagio, portato dal fatto di non sentirsi, al contrario, in quel modo (e spesso con la sistematica e categorica scusante che sia, a prescindere, un fenomeno latente).

      E' quel che si è soliti chiamare, in termini strutturali, omofobia o transfobia, spesso senza spiegarne le implicazioni di fondo, come reale origine della natura e dei mondi, dandone spesso l'impressione di una certa scontatezza, poiché giocata su presupposti strumentali di tipo conflittuale/unilaterale, quando invece una maggior consapevolezza renderebbe causa sia agli uni che agli altri, cioè già di per sé andrebbe a superare e meglio distinguere, e nel rispetto delle parti, le varie terminologie e categorizzazioni inerenti al fenomeno stesso.

      Per la salvezza della specie e delle comunità

       25/05/2021

      Croce e delizia dall' ultima parola, dai preconcetti sull'uomo che "comanda", la gestione che in certe zone la donna ha su di esso, non fa altro che attirarle e comportarle giudizi che, come alibi di tipo religioso, le impongono quasi la ricerca di lidi nascosti o lontani, per esperienze anche di breve e subitanea durata.

      Vanno in gioco qui esigenze di tipo fisiologico (altro alibi, spesso e anzitutto di parte maschile) legate al desiderio, che andrebbero semmai meglio intese all'interno della sfera del dominio dei sensi e della personalità, esigenze che se sovrapposte e confrontate su aspetti di tipo caratteriale, nella donna da intendersi più in un senso emotivo (quindi più ricercate o richieste) nell'uomo in una modalità spirituale o meno mondana (e a prescindere dal senso di partecipazione).

      Ne vien fuori che la donna ambirebbe all'uomo sicuro, forte, completo, piacente, ma che in quanto a ultima parola, per elevazione spirituale, dominio dei sensi, in fondo ne risulterebbe urtante.

      Per poi accontentarsi quindi o di un "viaggio", o di un uomo non-uomo, se non abbandonarsi completamente, quando in termini di ultima parola o di "comando", al vecchio ricco miliardario.

      Resto sempre dell'avviso, che per la salvezza della specie e delle comunità in generale, e prima che si prospetti il peggio (che sta comunque avvenendo da sé, fatto salvo un ottimismo o una tranquillità personale che fa sempre parte del vivere consuetudinario) sia meglio affidarsi, oltre che alla sostanza - liberamente intesa - a un minimo codice etico che precluda da ogni pur conoscitiva conseguenza distruttiva, sia meglio affidarsi a una curiosità, a una filosofia della forza - e più forza che filosofia - che alimenti al meglio la percezione sulla propria mente, sulla propria anima, e conseguenti azioni.

      Su definizioni formali potrebbero essere bravi tutti, ma non è detto siano autentiche.

      Ecco perché a volte la velocità - quando da intendersi specificatamente come sintesi - dovrebbe lasciare spazio all'approfondimento, e il piacere all'etica.

      Fra ideologia e patriottismo

       14/06/2021

      Confronto a più di vent'anni fa, quei partiti italiani corrispondenti alla sinistra, sembrano essersi ridotti al forzato binomio correttivo/terminologico tradizione=fascismo, o a quello ecclesiastico/egualitaristico di matrimonio.

      In questo se ne deduce comunque che, sebbene su di un altro piano, di lotta di classe pur sempre si tratti.

      E se tutto ciò sia stato dettato dal solito schema che ormai imperversa dal dopoguerra, cioè quello di una più interna contrapposizione fra potenze atlantiche, o anche tra queste e quelle di tipo orientale (schema che per quanto riguarda l'Italia ha visto, in termini ideologici, un ulteriore internamento o infiltrazione ai suoi danni) può dirsi che per ciò che riguarda quelle che potremmo quindi considerare come dispute fra continenti, anche un certo nazionalismo di stampo sovranista, negli atteggiamenti, abbia avuto le stesse velleità/finalità di quei partiti di sinistra - o quantomeno come atteggiamento insito a un altrettanto concetto da lotta di classe - ovvero per il fatto di ostruire l'Europa al suo interno, attraverso l'illusione/strumentalizzazione di una propaganda di tipo anti/immigrazionista, al cospetto del suo opposto corrispettivo (varrebbe qui, ulteriormente, la procedura, come occulta conseguenza, per cui a una richiesta di recupero o aumento di sovranità, per effetti e circostanze se ne andrebbe a ottenere il suo contrario).

      Coscientemente o ingenuamente, le appena citate strategie e iniziative intraprese, da parte di queste quinte colonne italiche, in sostanza risultano essere niente più che mere falsità, che ben poco hanno a che fare, in fondo, con i tanto sbandierati diritti, colonne italiche nonostante tutto ancora impegnate nel favorire, direttamente o indirettamente, insospettabili eminenze atlantiche, e loro rispettive e opportune opposizioni.

      Difatti come chiave di lettura a una più autentica realtà, l'identificazione di una terza via, in tutto ciò, da una specifica revisione del percorso storico/culturale, che in Italia dal dopoguerra è giunto fino ai giorni nostri, sarebbe già dovuta essere sufficientemente chiara.

      Ci si rende conto infatti, di come la vulgata comune sia solita riferirsi a delle fasi caratterizzanti soprattutto un'assoluta contrapposizione occidente/oriente, sia per poterne valutare o riconoscere le insite trame occulte al suo interno, che per ciò che riguarda le rispettive compartimentazioni


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