Maternità: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto
Читать онлайн книгу.subito.
Noi non ci vediamo che tre volte la settimana…
L'hai voluto tu.
E così dev'essere. Per chi tocca la quarantina… la salute prima di tutto.
E dunque?
Ma quando tu non sei occupata con me, probabilmente… non starai in ozio.
Sei geloso?
Neanche per sogno. Senonchè, io vorrei sapere chi è… il mio collega. Con certe cose, non si scherza.
Quando avrò la proposta di qualche altro, te ne informerò. E se egli non ti garba, non ne farò niente.
Questo significa essere una ragazza a modo.
Ma se è di tuo gusto, io concludo.
Perfettamente!
Però… pensavo…
Tu pensavi? È un bel fenomeno!
Mettiamo che sarete in due.
Mettiamo che saremo in due.
Potrà darsi il caso che io…
Che tu?..
(con reticenza) Lo dicono tutti che somiglio a mia madre quando era giovane!
Brava!
Mia madre, alla mia età… cominciò a far figliuoli.
(lasciando d'un colpo i manubri, che cascano rumorosamente) Eh?!
Se ne faccio uno io, chi sarà il padre?
Nessuno!
Come nessuno?!
Ma che idee malinconiche adesso ti passano per la mente? Mi sentivo meglio, ed ecco che il sangue mi è affluito alla testa. Avrò l'emicrania tutta la giornata.
No, non temere. Io non sarei una di quelle che, col pretesto dei bimbi, si aggrappano agli uomini e diventano un empiastro. Non te ne darei mai dei fastidi.
(preoccupato) Non è questione di fastidi. (Mettendo a posto i manubri) Ciò che hai detto, bambina mia, è più serio che tu non creda, perchè, in sostanza, se quel caso si desse, non ci sarebbe nemmeno da seguire… l'impulso della propria coscienza! La paternità è un fatto così elastico, così indeterminabile!.. Come diavolo si potrebbe appurare la verità?
Appunto. Hai ragione tu… Nessuno sarebbe il padre.
Senti: visto che ci sono di queste probabilità, lasciamo andare. Meglio non vederci più.
Sei cattivo!
Se fossi cattivo, farei il comodo mio! Invece, no. Io mi conosco. Con un tale pensiero nella testa, io non vivrei più in pace. Ne piglierei una malattia. Senza dire poi che diventerei… inabile a qualunque pratica galante! No no! Non ci dobbiamo più vedere.
Io mi ci sono affezionata a te.
Di già?!
Stiamo insieme da undici ore.
Hai l'affetto galoppante!
E non voglio finirla. Tu mi tratti bene. Mi tratti come una signora… come una moglie… Sei contento di me… E piuttosto che finirla, preferisco di non prendere nessun altro.
Io ti ringrazio del gentile pensiero, ma con questo non si rimedia che in parte.
Al resto provvedo io.
(con bontà) A che cosa vuoi provvedere, tu?
(dopo un istante di riflessione, con un po' di tristezza, decide) Allora… te lo prometto: cercherò… di non fare come mia madre.
Ora sì che possiamo intenderci. Sei veramente una ragazza garbata. Qui, qui, un bacetto, e a rivederci.
(gli dà un bacio.) A domani sera?
A domani sera, carina.
(toccandosi le tempie) Ahi, ahi, ahi! L'emicrania!.. Un poco di riposo mi gioverà. (Si stende sopra il canapè.)
SCENA III
(entra lemme lemme con la sua aria stupida.)
Non disturbarmi, Decio. Ho l'emicrania. Finchè non viene il marchese di Montefranco, lasciami riposare.
Non posso. Di là, ce n'è un'altra.
Ce n'è un'altra!?
Un'altra donna. Per un punto non si sono incontrate tutte e due!
E chi è?
Non ha voluto dire il suo nome. Io intendevo di rimandarla, perchè sapevo che… essendoci stata quella lì… non c'era più speranza… di niente. Ma ha insistito.
Che aspetto ha?
Buono.
Che vuol dire buono?
Belloccia… elegante…
Una cocotte?
(filosoficamente) Chi lo sa! Le cocottes dalle signore io non le ho mai saputo distinguere.
Giacchè ti sei preso l'incarico di annunziarla, la devo ricevere per forza. Falla passare.
(via.)
(tra sè) Santo cielo! Chi è che viene a seccarmi a quest'ora?
(entra dal fondo.)
(scatta in piedi in un sussulto di meraviglia.) Voi, marchesa!
Vi sembra strano che io vi faccia una visita?
(confuso) Non lo nego… Mi sembra stranissimo… Io non ho mai sperato d'avere questo onore… E poi… alle undici del mattino… Non so… Non intendo… E vi chiedo perdono, marchesa… della mia… delle mie… dei miei…
Dei vostri?..
No:… del mio imbarazzo, ecco. Accomodatevi, vi prego. Accomodatevi… Io sono mortificato di dovervi ricevere in questo disordine, in questo piccolo salotto… Se l'avessi saputo…
L'avreste fatto ingrandire?
Sì!.. cioè… forse… Scusatemi, marchesa, io sono emozionato!
Ma non c'è di che. Calmatevi. Prendete fiato.
Non vi è accaduto nulla di grave?
Nulla,