”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen

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”Dolce Settembre” - Gabrielle Queen


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per qualche secondo, poi si ritirò imbarazzata. A Justin parve che le fosse tremato la mano e si rese conto che anche il proprio cuore batteva più forte del normale. Era passato troppo tempo, dall'ultima volta che era uscito con una ragazza al college, a Chicago. Quell'amore da adolescenti, le timidezze, le occhiate con sottinteso, il primo sfiorarsi, i primi baci ...

      Si chiese improvvisamente cosa sarebbe successo se avesse osato andarle più vicino.

      In quel momento, un brusio inaspettato li fece trasalire. L'ascensore...stava salendo!

      In meno di cinque secondi, prima che Justin e Sandy se ne rendessero conto, le porte si aprirono con un grande tonfo e loro si ritrovarono....all'ottavo piano, immersi di luce.

      Con davanti praticamente l'intero personale della ditta, e in primo piano, Gerardo, Annalisa e Salvatore Quattrocchi.

       Capitolo 9- Sesso nella vasca del capo

      Forse per la prima volta in vita sua, Justin non seppe come reagire e rimase lì interdetto a fissare il suo capo, che lo stava fissando con altrettanto stupore, gli occhi sgranati come due polpette marroni.

      Perché Justin si era scordato un piccolo dettaglio: era a torso nudo.

      <<Amore, cosa ...stavate facendo?>> singhiozzò Annalisa, immagine dell'orrore, i capelli arruffati, occhi gonfi e trucco fino al mento. Come se li avesse colti in pieno delitto, l'uno sopra l'altro. Be' non sarebbe mancato molto, si disse Justin con un sussulto di orgoglio.

      Cercò di guadagnare tempo e cominciò a infilarsi la camicia, mentre in quello stesso attimo Sandy si alzò da terra e se la diede a gambe prima che nessuno le potesse chiedere nulla. Era talmente scomposta, e quelle nei suoi occhi sembravano...lacrime?

      Justin pensò di avere allucinazioni: la ragazza stava piangendo? Come se fosse appena stata...come se lui...

      <<Justin Bennett Clark!>> ringhiò Gerardo, mentre Salvatore Quattrocchi lo aiutava imbarazzato ad alzarsi e a recuperare gli altri pezzi di abbigliamento. <<Nel mio ufficio! ADESSO!>>

      Tre minuti dopo, lui e Gerardo Spiazzi avevano forse la discussione più furente di tutta la loro comune esistenza in quella ditta. Justin non lo aveva mai visto così fuori di sé, nemmeno quando per un grosso errore aveva perso anni fa' uno dei clienti più importanti .

      << Prima scopi Annalisa sulla mia scrivania....poi neanche ventiquattro'ore dopo cerchi di molestare una studentessa nell'ascensore? Mio Dio Justin, sei LETTERALMENTE IMPAZZITO? Ma non hai imparato davvero nulla in questi anni da quando stai lavorando con me: gli affari non si mescolano alla vita personale?? Stai per caso facendo uso di cocaina, recentemente? Hai problemi personali? Dimmelo, te lo supplico, perché così non possiamo assolutamente andare avanti!>>

      <<Gera, Gera...>> cercò Justin di interrompere quello che sapeva che sarebbe stato un interminabile battibecco. Questa volta il suo capo sembrava veramente furibondo, e benché gli sembrasse che tutti stavano un po' esagerando, non poteva non sentirsi un tantino preoccupato.

      <<Rispondi, per l'amor del cielo!>> tuonò Gerardo, facendolo sussultare sulla poltrona.

      <<Ti rispondo se ti dai una calmata>> disse Justin, gelido.

      Qualcuno bussò alla porta ed entrò senza aspettare. Era Adriana, la segretaria di De Angelis.

      <<Scusate>> disse, <<penso che questo sia suo, signor Bennett>>.

      Cosa? Da quando gli dava del lei, la scorsa settimana erano andati con un gruppo di amici a giocare al bowling e si erano divertiti un mondo!

      Ma ora Adriana era più rigida di un palo dell'elettricita' quando gli gettò in braccio...la sua scarpa, quella che aveva perso quando stava inseguendo Sandy per l'intero pianerottolo.

      <<Wow grazie Adri, me ne ero quasi scordato>> fece lui arrossendo, ma non ottenne che un'occhiata glaciale da parte sia della collega che del capo.

      <<Mi adora>> assicurò Justin perplesso, mentre lei sbatteva la porta.

      <<Ah ne sono convinto>> disse Gerardo, infilandosi in bocca uno stuzzicadenti e osservando il suo amico contorcersi e sudare nell'intento di infilarsi la scarpa.

      Volle aggiungere qualcosa, ma qualcun'altro entrò all'improvviso. Questa volta, Annalisa irruppe nella stanza come un uragano, o meglio dire, quanto di uragano ci poteva essere in una donna barcollante, arrampicata su dei tacchi quindici e con la faccia cosparsa di trucco.

      <<Ehi, cos'e' questo, un gabinetto pubblico?>> la sgridò Gerardo, fissandola con ostilità. Ci mancava proprio l'IQ di resistenza della Touchè' Comunicazioni e la sua giornata sarebbe stata perfettamente rovinata.

      <<Amore mio!>> urlò Annalisa, facendo praticamente un salto dalla porta dritto nelle braccia di Justin, schiacciandolo contro la poltrona. Fece per dargli un bacio, e invece...lo schiaffeggiò con violenza.

      Sia Justin che Gerardo rimasero spiazzati, sbattendo ripetutamente le palpebre come in una scena della Famiglia Adams. Scattando in piedi, le mani sui fianchi e l'espressione omicida, il seno prosperoso che quasi esplodeva dal decolleté generoso, Annalisa sembrava una versione italiana di Angelina Jolie in Mr e Mrs Smith. Quasi ci si aspettava che togliesse una pistola dalla giarrettiera e sparasse sette colpi nel petto nudo e tatuato di Justin.

      <<Amore mio, cosa...stai facendo?>> articolò costui, sfregandosi incredulo la guancia.

      Gerardo stava quasi ingoiando lo stuzzicadenti.

      <<Cosa sto facendo?>> ripeté lei in tono drammatico, gli occhi in fiamme. <<Ti sto mollando, ecco cosa sto facendo. Hai cercato di violentare quella stupida nell'ascensore, che sei stato sempre tu a bloccare! Ti odio, Justin Bennett Clark, sei veramente una merda e non voglio più vedere la tua schifosa faccia nemmeno in quelle splendide foto che abbiamo scattato nella vasca idromassaggio di Gerardo Spiazzi! Ti vorrei vedere morto, e che prima ti venga una malattia al pene, che ti cada come un fagiolino secco, che sia divorato dai corvi! Ed io sarò la prima a venire al tuo funerale, ma non per piangere, io sarò quella che ride, ride, ride!!>> ripeté con espressione melodrammatica, colpendosi le cosce ripetutamente come se avesse già studiato quella scena un bel paio di volte prima.

      <<Ehi...un momento>> esclama Gerardo, facendo praticamente un salto al di sopra la scrivania, ma Annalisa era già uscita, degna come una regina e inciampando goffamente nella spessa moquette azzurra.

      <<Tesoro...amorino!>> la chiama Justin con disperazione, letteralmente le lacrime agli occhi.

      <<Com'e' quella storia di voi due nella mia vasca idromassaggio???>> urla Gerardo, più che mai in preda ad un attacco cerebrale.

       Capitolo 10 - Una visita inaspettata

      <<Ehmmm...scusate se interrompo...>> Quattrocchi si infila attraverso la porta, ma quasi si becca in testa la palla da pallacanestro di Spiazzi che sta tentando i suoi colpi migliori facendo risuonare l'intero pianerottolo. Mentre Bennett lo osserva con l'aria più rilassata del mondo, sorseggiando languidamente qualcosa in un bicchiere di plastica.

      <<Non si entra senza bussare!!>> dicono in coro Justin e Gerardo poi scoppiano entrambi dal ridere, una risata isterica che lascia Quattrocchi di stucco. Si era aspettato di vedere sangue e cadaveri sparsi per l'intero ufficio, invece i due accaniti giocatori di pallacanestro sembrano intendersi meglio che mai. Quella era davvero una strana giornata.

      >>Ehmm....volevo solo annunciare una visita>> riuscì articolare con difficoltà.

      << Leone Santoro Barbieri e' qui e desidera vedere tutti e due al più presto possibile>>

      Sia Gerardo che Justin saltano letteralmente in piedi, fissando scioccati il piccolo Quattrocchi che indietreggia verso la porta, sul punto di scappare. Sì, giornata decisamente fuori dall'ordinario per le sue abitudini.

      <<Il...capo della Nestlè'?


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