”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen
Читать онлайн книгу.sta aspettando? Fallo subito entrare, e di' ad Elena di preparare tre espresso, uno decaffeinato e con tanto sciroppo di agave!>> ordina Gerardo quasi lanciandoglisi addosso per strangolarlo.
<<Era tanto che non si vedeva Leone Santoro Barbieri, come mai da queste parti?>> rifletté Justin a voce alta, fissando il suo capo e amico con aria interrogativa.
<<Di qualsiasi cosa si tratti, Santo Barbieri non muove le chiappe se non c'e' di mezzo una questione vitale>> concluse Gerardo, preoccupato. <<Immagino sia il nuovo prodotto del gruppo, che vogliono lanciare l'anno prossimo...Forse dobbiamo dare loro una mano>> sottolinea, con un gran sorriso da un orecchio all'altro.
<<Gera! Vuoi dire che ...potrebbe chiedere proprio il nostro di aiuto? Dopo tutto ciò che li abbiamo fatti passare con il latte per neonati, secoli fa'?>>
<<Eravamo una ditta più giovane, allora....Vediamo cosa vuole ma non dimenticare che mi devi ancora spiegare cosa facevi con Annalisa nella mia vasca, all'anniversario del mio ventesimo anno di matrimonio....Signor Santoro Barbieri, prego, si accomodi!>>
Un uomo di mezza età, calvo e imponente fece l'entrata nell'ufficio. Se non fosse stato per l'espressione troppo glaciale per i suoi gusti e l'eleganza spinta all'estremo, a Justin gli sarebbe parso l'attore Bruce Willis in persona.
<<Signori>> disse Santo Barbieri senza molte cerimonie, <<ho una cosa molto importante da discutere con voi, con la Touchè' Comunicazioni. Ma prima vi devo chiedere un favore: ho sentito che c'e' tra di voi una fresca collaboratrice, una certa Sandrine Martignon, studentessa alla Bocconi. Che, a soli due mesi di stage, sta svolgendo un lavoro fantastico guadagnando clienti importanti. Se non vi dispiace, vi chiederei di chiamarla perché la nostra offerta ha a che fare anche con lei.>>
Capitolo 11 - Un incontro premeditato
Il piccolo bar non era molto affollato, si era appena a metà marzo, fuori stagione turistica.
Justin entrò quasi furtivamente, evitando con cura di essere visto. Aveva inseguito l'Audi Cabriolet di Sandy non senza perplessità: i suoi dovevano essere davvero benestanti per regalarle una macchina del genere, o forse...si trattava di un ricco fidanzato?
Comunque la ragazza non sembrava fidanzata, era arrivata nella piccola località situata sul Mar Ligure accompagnata soltanto da un'amica.
Justin pensò per la centesima volta in quella settimana che, se la voleva dissuadere dal folle progetto di Santoro Barbieri, sapeva troppe poche cose sul suo conto. Sapeva che tra poco si sarebbe laureata alla Bocconi, che suo padre lavorava a Roma, in un importante centro finanziario. E che, così come appariva nella debole luce di quel bar di paese, era una creatura del tutto fuori dal mondo. Elegantissima.
Justin non l'aveva mai vista così, e solo a fissarla per qualche secondo gli venne una sensazione vicina allo svenimento. Se una tale cosa era ancora possibile, alla sua età.
Indossava una gonna pantalone bianca, un top colorato e sandali con zeppe all'ultima moda, forse Louboutin, che la rendevano particolarmente fascinosa. I capelli messi in piega le scendevano ondulati sulle spalle con delicate sfumature di biondo acceso (dov'erano finiti i codini?), e indossava più trucco che mai.
Quando per sbaglio si girò e finalmente si accorse della sua presenza, l'espressione sul viso di lei fece bruscamente irrigidire la parte sotto la cintura dei suoi jeans. Sembrò completamente scioccata, ma per un piccolissimo attimo...piacevolmente scioccata.
<<Giù amico, sta' buono e lascia a me la conversazione>> disse alle sue parti basse e con uno sforzo di volontà si diresse verso le due ragazze sedute nell'angolo opposto all'entrata.
<<Chiedo scusa per il disturbo ma lei assomiglia in maniera davvero affascinante ad una mia carissima collega di lavoro, una ragazza splendida, dolce, amorevole..>> fece, togliendosi il buffo cappello di paglia che avrebbe dovuto ripararlo dal sole. Per lui venire in quel paesino dimenticato dal mondo era un po' come andare nel Far West, si era vestito in maniera davvero noncurante. E non si sarebbe meravigliato se da qualche portone fosse sbucata qualche mucca come sulle confezioni di cioccolato Milka.
<<Here we go again...>> rispose Sandy acida, roteando gli occhi e sorseggiando controvoglia un po' del suo cocktail.
<<Sandrine?!>> esclamò Justin con finto tono scioccato. <<Tu, davvero qui? Non e' un sogno felice dal quale non vorrei svegliarmi? Che piacevole sorpresa, posso farvi compagnia? Non tutti i giorni di passaggio in un paese di mare ci si imbatte non in una ma in due bellissime donne! Justin Bennett Clark a vostra disposizione>> tese la mano verso l'amica di Sandy, una mora altrettanto perfettamente vestita e truccata, che gli getto' un'occhiata divertita e curiosa e gliela strinse con garbo.
<<Ciao, sono Claire>> disse con forte accento francese, che contribuì ancora di più al suo stupore.
<<Enchante'>> disse lui e la mora scoppiò in una piccola risata divertita, studiandolo con i suoi espressivi e velati occhi azzurri. Se accanto non avesse avuto Sandy, sarebbe parsa una diva del cinema, ma Justin non poteva non ammetterlo con se stesso: la vera diva era la secchiona della Bocconi. Che lo fissava con un'espressione tale che lui per poco temette di non ricevere in testa il bicchiere di mojito davanti a lei.
<<Cosa fai qui, Justin, ma perché lo sto chiedendo, ovviamente mi stavi SPIANDO! Come sapevi che ero a Moneglia?>> chiese Sandy, sempre più furente.
<<Ehi ehi, non sparate agli innocenti!>> fece lui alzando le mani sopra la testa in segno di arresa. <<Non avevo idea che anche tu fossi qui, e...in tanto piacevole compagnia!>> Sorrise di nuovo alla mora Claire, che gli ricambiò ondeggiando sulla sedia. Aveva sempre successo con le belle donne, colpa delle stelle che gli avevano regalato tanto fascino.
<<Ahahah vuoi dire che le tue schifose chiappe sono entrate nello stesso bar dello stesso paese, nello stesso giorno anzi, precisamente alla stessa ora, in cui mi trovo io, per un puro caso del destino!>>
<<Il fato ha le sue ragioni che la ragione non conosce>> rispose lui allegro, ordinando uno spritz alla cameriera. <<E scusa, ma non c'e' nulla che non vada con le mie chiappe>> aggiunse lanciando di nuovo un'occhiata a Claire, la cui sedia si era già avvicinata a lui, dando una lunga occhiata ai tatuaggi sulle sue braccia palestrate. Sarebbe stato veramente facile, e rendere Sandy un po' gelosa era una tentazione troppo forte.
Capitolo 12 - Entra in scena Charlie
<<Senti Justin, non ho proprio idea perché tu sia venuto qui ma penso che sia stata una pessima idea. Io e Claire stavamo proprio per...ehmm andare in un...posto. E tu non sei invitato>>.
<<Gentilissima come sempre>> non si scompose Justin. <<Sa Claire, in ufficio la chiamiamo sempre così, Gentile. E' praticamente il suo soprannome. Giuro che nel dizionario alla definizione di "gentile" metterei proprio la foto di Sandrine>>.
Ma Justin non finì le parole, che una massa di pelo bianco e orecchie per aria saltò da sotto il tavolo con un latrato furioso, dritto verso la sua gamba. Fece un salto dalla sedia, evitando per un pelo di essere addentato.
<<Che diamine!>> esclamò così forte che tutte le teste si girarono verso di lui.
<<Mordilo, Charlie!>> disse Sandy senza scomporsi, mentre l'amica scoppiava in un'altra delle sue risate fragorose che cominciavano a dare un po' sui nervi alla povera vittima in camicia, cappello da cowboy e jeans come per miracolo scampati dai denti dell'animale.
<<Legalo più lontano!>> ansimò Justin, mentre la peluria bianca si fece vedere in tutto il suo splendore: era un, doveva ammettere, bellissimo Golden Retriever di taglia media ma con denti che sembravano molto affilati, e lo fissava ...appunto, in cagnesco. Si costrinse di ricordare quanto amava i cani, quanto li adorava. Solo che l'apparizione era stata un po' troppo... improvvisa per i suoi gusti.
<<Mordilo, Charlie!>> esordì di nuovo Sandy, e questa