Tradita . Морган Райс

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Tradita  - Морган Райс


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a poco a poco cessò, mentre tutti si preparavano ad assistere al confronto.

      “Allora,” Kyle le disse. “Mi hai battuto nel trovare la Spada. Ma, come puoi vedere, sono io quello che la brandisce.”

      “Per ora,” Samantha replicò.

      Lasciaglielo credere, lei pensò. In verità, ne era convinta, un giorno non sarebbe più appartenuta a lui. Chiunque fosse destinato a brandire la Spada, Lei sentiva nel profondo del suo cuore che non era lui.

      Kyle sollevò le sopracciglia.

      “Lo sai perché ti ho lasciato in vita così a lungo?” lui chiese.

      Samantha resse il suo sguardo, mostrandosi sprezzante. Non aveva alcuna intenzione di intrattenere una conversazione con lui. Non voleva alcun ruolo all'interno di questo nuovo covo. Voleva andare via, allontanarsi quanto più possibile. Voleva semplicemente prendere Sam e andare. Se lui li avesse lasciati andare.

      Ma Sam non era affatto in vista. Erano stati catturati dai soldati di Kyle e lei non lo aveva più visto da allora. Samantha doveva rimanere calma per il tempo necessario a capire dove si trovasse. Doveva guadagnare tempo, anche implorare di servirlo se fosse stato necessario, fino al momento in cui lei e Sam sarebbero potuti scappare.

      “Ancora non so perché Rexius abbia inviato te a recuperare la Spada anzichè me. Per quanto ne so, sono un guerriero migliore. Ma devo ammettere che hai delle doti,” lui disse.

      “Ma non è proprio che ti ho lasciato in vita. Rexius aveva pianificato di punirti. Per questo, presumo che tu non abbia alcuna ragione per essergli ancora leale. C'è una guerra imminente, e posso utilizzare dei guerrieri forti come te. Se sei pronta a giurarmi fedeltà, prenderò in considerazione l'idea di lasciarti in vita.”

      Samantha riflettè. Non aveva alcun problema nel giurargli fedeltà, perché sapeva che molto presto avrebbe lasciato tutto questo. Ma, prima, avrebbe dovuto informarsi su Sam.

      “Che ne è stato del ragazzo?” lei chiese. “Dov'è?”

      Kyle sorrise.

      “Ah sì, il ragazzo. Sei andata dritta al punto di ciò di cui intendo discutere. Non sono sicuro del perché nutri dei sentimenti per questo umano, ed hai già violato le nostre regole in questo modo. Potrei ucciderti solo per questo, lo sai. Ma trovo che sia una cosa molto interessante e questo, dico davvero, è una delle ragioni per cui sei ancora viva”.

      “Vedi Samantha, devi essere punita. Qualunque vampiro che fosse leale a Rexius e non a me, dev'essere punito. E' parte del processo di iniziazione del mio nuovo Esercito. Imparerai ad obbedirmi, e ad obbedire a me soltanto”.

      “Nel tuo caso, ho trovato la soluzione perfetta: un atto che, allo stesso tempo, proverà la tua lealtà verso di me e mi servirà anche per punirti. I miei uomini ti porteranno dal ragazzo, tu me lo riporterai qui, e, di fronte a tutti, lo ucciderai.”

      Il cuore di Samantha sobbalzò a quel pensiero. Si trattava di una cosa che lei non avrebbe mai, mai fatto. Avrebbero dovuto ucciderla prima. Kyle, come al solito, si era mostrato una delusione. E crudele. Sì, era un degno successore di Rexius.

      “Mi godrò proprio la scena in cui ti vedrò ucciderlo,” Kyle disse, sorridendo al solo pensiero. “Vedi, io considero questo ragazzo un ostacolo. Appartiene alla stessa stirpe di sua sorella, e, per quanto ne so, sono immuni a quello che può uccidere tutti noi. Non ho fiducia in nessuno di loro. Tanto per chiarire, lui è umano.”

      Kyle studiò attentamente il volto di Samantha.

      “Se lo fai, ti ricompenserò con rango, onore e prestigio. Ci sarà un posto speciale nel mio nuovo covo. Sarà una guerra magnifica, una delle più grandi che la nostra razza abbia mai visto. E tu potrai essere uno dei suoi principali capi”.

      “Ma se rifiuti … sarai torturata, lentamente, afflitta da un dolore eterno, e il tuo nome sarà bandito dalla storia del nostro covo.”

      Sulla stanza cadde un profondo silenzio, mentre Samantha rifletteva. La sua mente era in piena attività, cercando disperatamente di trovare una via d'uscita.

      “perché non lo uccidi tu?” lei chiese alla fine.

      Kyle si poggiò allo schienale del trono e rise, lentamente.

      “Sarebbe più divertente guardare te farlo,” lui disse. “Uno dei miei passatempi preferiti è guardare le persone uccidere i propri cari.”

      CAPITOLO OTTO

      Caitlin volò e volò. Non aveva alcuna idea di dove stesse andando, ma ovunque il vento la portasse sarebbe andato bene per lei. In ogni caso, sentiva di non avere alcun posto dove andare, e che non le era rimasto nulla per cui vivere. Il suo amato Caleb l'aveva tradita, e anche l'unica persona di cui le importasse al mondo, suo fratello Sam, probabilmente lo aveva fatto. Dopotutto, Sam aveva guidato Samantha e tutti quei vampiri malvagi da lei, alla Cappella del Re. Era rimasto qualcuno al mondo di cui si potesse fidare? Era destinata ad essere tradita da chiunque entrasse a far parte della sua vita?

      Caitlin volò sopra il Fiume Hudson, e guardò in basso, ammirando il luccichio dell'acqua illuminata dalla luce della luna. L'aria della notte le piaceva, perché le accarezzava il viso ed i capelli, asciugandole le lacrume. Ora era lontana dall'isola, divenuta un semplice puntino all'orizzonte. Volò lontano, sempre più lontano, cercando disperatamente di schiarirsi le idee.

      Si abbassò fino a pochi metri dall'acqua fino quasi a sfiorarne la superficie. Era splendido stare così vicina all'acqua. Una parte di lei voleva solo continuare, scendere ancora più in basso, immergersi completamente. Ma un'altra parte di lei, la nuova parte di vampiro, sapeva che sarebbe stato inutile. Un vampiro non poteva morire. Nemmeno annegando.

      Mentre volava, banchi di pesci saltavano sopra la superficie dell'acqua, tutto intorno a lei. Dovevano aver avvertito la sua presenza.  Era il sangue di vampiro che avevano percepito?

      Caitlin risalì in alto, in alto nel cielo e, quando scese, la sua testa cominciò ad alleggerirsi di nuovo. Pensò a tutto quello che era accaduto. Tuttavia, i dettagli erano sfocati. Era possibile che le cose le fossero sembrate peggiori di quanto in realtà fossero?-si fossero allontanate dalla loro proporzione? Ora che ci pensava, che cosa aveva fatto in realtà Caleb? Sì, Sera era lì, e da un lato, la sua presenza era inscusabile. Ma più ci pensava, più Caitlin si rendeva conto che non sapeva davvero che cosa ci facesse lì, o come ci fosse arrivata. Non sapeva davvero per certo che Caleb l'avesse invitata. Non sapeva davvero per certo se i due fossero tornati insieme. Era possibile, anche se improbabile, che ci fosse un'altra spiegazione?

      Forse lei aveva reagito troppo in fretta. Lo aveva sempre fatto, non riusciva a controllarsi.

      Mentre saliva ancora più in alto nel cielo, Caitlin cambiò radicalmente rotta, dirigendosi di nuovo verso l'isola. Si scoprì desiderosa di andare in quella direzione, e una parte di lei si chiese se potesse persino ritornare. D'altra parte, dove avrebbe potuto davvero andare?

      Mentre volava in quella direzione, sentì di aver appena trovato un nuovo scopo. Forse avrebbe almeno dovuto lasciare a Kyle una possibilità di spiegarsi. Lui le aveva saltato la vita così tante volte. Aveva vegliato su di lei tutti quei giorni, le aveva restituito la vita. Forse lui l'amava ancora. Forse…

      Caitlin non ne era più così sicura. Ma più volava, più si rendeva conto che doveva a Caleb almeno una possibilità, una possibilità di spiegarsi.

      Sì, avrebbe dovuto concedergliela. E poi avrebbe deciso.

*

      Caleb era furioso. Ancora una volta, Sera era piombata nella sua vita, causando distruzione ovunque andasse. Non riusciva a ricordare, in oltre mille anni, quante volte le avesse chiesto di stargli lontano, quante volte le avesse palesato che non nutriva alcun sentimento per lei, che non la voleva nella sua vita. Ma innumerevoli volte, soprattutto nei momenti peggiori, era riuscita a ricomparire di nuovo. Era come se lei sapesse, come se lei sentisse ovunque lui fosse con qualcuno, ovunque fosse con qualcuno a cui teneva davvero. E appariva sempre al momento sbagliato. Era la creatura più territoriale e più possessiva che avesse mai conosciuto. Ed aveva creato scompiglio nella sua vita per migliaia di anni.

      Stavolta,


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