Tradita . Морган Райс

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Tradita  - Морган Райс


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che sto bene … te ne andrai?”

      Era una domanda venuta fuori in un modo troppo brutale. Che cosa c'era di sbagliato in lei? perché non poteva essere più dolce, gentile, come lo era stato lui? Certamente non intendeva esprimersi in quel modo. Quello che avrebbe voluto dire era: Ti prego, non lasciarmi mai.

      “Caitlin,” cominciò dolcemente, “voglio che tu capisca. La mia famiglia, la mia gente, il mio covo – sono tutti in grave pericolo. La Spada è là fuori, ed è nelle mani sbagliate. Devo riportarla a loro. Devo salvarli. In verità, avrei dovuto andarmene una settimana fa … e ora che vedo che ti sei ripresa, insomma … non che io voglia lasciarti. E' che devo salvare la mia famiglia” disse gentilmente.

      “Potrei venire con te” Caitlin rispose, speranzosa. “Potrei essere di aiuto.”

      “Non ti sei ripresa completamente,” lui disse. “Quell'atterraggio brusco non è stato un incidente. Ad ogni vampiro occorre del tempo per padroneggiare bene i propri poteri. E ,nel tuo caso, sei stata colpita brutalmente dalla Spada. Potrebbero volerci giorni, o settimane per guarire. Se venissi, potresti farti del male. Il campo di battaglia non è un posto per te ora. Ti istruiranno qui. Ecco perché ti ci ho portata.”

      Caleb si voltò ed attraversò la terrazza, guidandola, e indicò in direzione del cortile.

      Lì, lontano di sotto, c'erano dozzine di vampiri, illuminati dalla luce delle torce, che si allenavano, combattevano e lottavano tra loro.

      “Questa isoletta ospita uno dei migliori covi che ci sono,” Caleb disse. “Hanno accontentito ad accoglierti. Ti insegneranno. Ti prepareranno. Ti renderanno più forte. E poi, quando i tuoi poteri saranno pienamente sviluppati, e quando sarai completamente guarita, sarò onorato di averti al mio fianco per combattere. Fino ad allora, temo che non potrò lasciarti venire. La guerra a cui sto per prendere parte sarà molto pericolosa. Anche per un vampiro.”

      Il sopracciglio di Caitlin si aggrottò. Aveva temuto che lo avrebbe sentito pronunciare quelle parole.

      “Ma che cosa accadrebbe se tu non tornassi?” lei chiese.

      “Se sarò vivo, tornerò da te. Te lo prometto.”

      “E se invece non dovessi sopravvivere?” Caitlin chiese, quasi troppo spaventata di aver pronunciato quelle parole.

      Caleb si voltò e guardò verso l'orizzonte, e respirò profondamente. Guardò le nuvole, e non disse una sola parola.

      Ora era l'occasione di Caitlin. Voleva disperatamente cambiare argomento. Lui era determinato a partire, lo capiva e nulla lo avrebbe fermato. Ed era chiaro che non l'avrebbe portata con sé. Provò un'ondata di spossatezza e sapeva che aveva ragione: non era pronta a combattere. Aveva bisogno di guarire.

      Non voleva perdere dell'altro tempo, provando a fermarlo. E non voleva più parlare di vampiri, guerre o spade. Voleva impiegare il prezioso tempo che restava, a parlare di loro due. Caitlin e Caleb. Loro in quanto coppia. Del loro futuro. Del loro amore reciproco. Del loro impegno reciproco. A che punto si trovavano esattamente?

      Si rese improvvisamente conto di una cosa ancora più importante: per tutta la durata del tempo che avevano trascorso insieme, sin dal loro primo incontro, lei lo aveva sempre dato per scontato. Non si era mai fermata per prendersi un attimo, per guardarlo negli occhi e dirgli esattamente quanto lo amasse. Ora era una donna, e sentiva che era giunto il momento di comportarsi da persona matura, agire come una donna. E dirgli che cosa provava davvero per lui. Aveva bisogno che lui lo sapesse. Forse lui lo percepiva, percepiva quanto lei lo amasse, ma lei non lo aveva mai espresso con le parole. Caleb, ti amo. Ti amo dal primo istante in cui ti ho incontrato. Ti amerò sempre.

      Il cuore di Caitlin batteva forte, perché era terrorizzata più per questo motivo, che per qualunque altra cosa le fosse accaduta finora. Tremando, posò gentilmente una mano sulla sua guancia.

      Lui si voltò lentamente verso di lei.

      Lei era finalmente pronta a dirgli che cosa pensava.

      Ma, appena provò, le parole le si bloccarono in gola.

      Allo stesso tempo, lui la guardò improvvisamente con una nota di preoccupazione, ed aprì la bocca per parlare.

      “Caitlin, c'è qualcosa che ho bisogno di dirti —” lui iniziò.

      Ma non ebbe mai la possibilità di terminare la frase.

      Improvvisamente sentirono aprirsi una porta, e Caitlin percepì immediatamente che loro due non erano più soli.

      Si voltarono entrambi in direzione del rumore, e guardarono per capire chi fosse.

      Era una persona. Una vampira. Una creatura bella e incredibile, più alta, più magra, dal corpo meglio scolpito, rispetto a quello di Caitlin. Con lunghi e fluenti capelli rossi, e dei luminosi occhi verdi.

      Quando Caitlin comprese di chi si trattava, il cuore le si fermò.

      No. Non poteva essere.

      Era lei. Sera. L'ex-moglie di Caleb.

      Caitlin l'aveva incontrata una sola volta, per breve tempo, ai Chiostri. Ma non l'aveva mai dimenticata.

      Sera camminò verso di loro, con l'eleganza di una creatura che era stata su questo pianeta per migliaia di anni. Sicura di sé. Senza rallentare, i suoi occhi si posarono su Caitlin per tutto il tempo ed andò a posizionarsi accanto a Caleb.

      Mise lentamente una sola, bella e pallida mano intorno alla spalla di Caleb. Guardò in basso, verso Caitlin, con  profondo disprezzo.

      “Caleb?” lei disse dolcemente, con un sinistro sorriso dipinto sul suo volto. “Non le hai detto di noi?”

      E quelle poche parole fecero a Caitlin l'effetto di una coltellata nel cuore.

      CAPITOLO CINQUE

      Samantha guardò con orrore, mentre il calderone veniva inclinato proprio in direzione del volto di Sam. Lottò per quanto era nelle sue possibilità, ma non c'era nulla che potesse fare per liberarsi da coloro che l'avevano immobilizzata. Era inerme. Era condannata a restarsene lì e guardare come distruggevano la persona di cui si era innamorata.

      Appena il liquido bagnò Sam, Samantha si preparò, si aspettava di sentire le orribili grida che spesso accompagnavano il bagno di Acido Iorico.

      Ma mentre Sam si perdeva completamente nella cascata di acido, stranamente, non ci fu neanche un singolo suono.

      L'aveva ucciso così velocemente, così completamente, che non gli aveva nemmeno dato la possibilità di gridare? Appena il liquido si fermò, riemerse Sam.

      E Samantha fu davvero scioccata. Così come ogni altro vampiro nella stanza.

      Stava bene. Battè le ciglia e si guardò intorno, chiaramente senza patire alcun dolore. Appariva addirittura un po' ribelle.

      Era incredibile. Samantha non aveva mai assistito a nulla del genere—non aveva mai visto nessuno, umano o vampiro, immune al liquido. Era così, ad eccezione per una persona. Ora lei ricordò. Caitlin. Sua sorella. Anche lei era stata immune. Che cosa poteva significare? Era perché erano geneticamente legati? Lei ripensò all'orologio di Sam, all'iscrizione. La Rosa e la Spina. Si era interrotta la discendenza tra loro? Poteva essere che lei non fosse La Prescelta?

      Ma forse era lui?

      Caitlin aveva qualche anno più di Sam, e forse aveva mostrato segni della sua maturità molto prima di lui. Probabilmente, se avessero atteso alcuni anni, anche Sam avrebbe mostrato i medesimi segni della trasformazione in un mezzosangue.

      Qualunque fosse la ragione, lui era chiaramente immune. Il che lo rendeva molto, molto potente. E molto pericoloso per il suo covo.

      Samantha si guardò intorno e, benché la stanza fosse affollata da centinaia di vampiri, non  sentì alcun suono. Erano tutti lì a guardare, visibilmente scioccati.

      Sam sembrava infastidito. Si alzò, trascinando le catene, e si asciugò l'acqua sul viso. Strattonò le catene, ma non riusciva a liberarsi.

      “Qualcuno può liberarmi da questo cazzo di affare!?” lui gridò.

      E,


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