Il Giardino Dei Rododendri. Andrea Calo'
Читать онлайн книгу.di ascoltare senza giudicare nessuno per ciò che sentirai?».
Lynda accennò un timido si con il capo e indicò a James di iniziare il suo racconto.
«Ebbene, tua madre ha sempre dedicato la sua vita agli altri. Ha donato tutta se stessa per tuo padre e per te. All’inizio della loro storia, quando tuo padre non era ancora così esposto in pubblico, si amavano davvero tanto. La loro fu una storia davvero intensa, carica di passione, di emozioni, erano entrambi sempre alla ricerca di qualche cosa di nuovo e di eccitante, che li facesse sentire vivi. Tuo padre aveva un fratello gemello, lo sapevi?».
Il viso di Lynda pronunciò da solo la sua sentenza, non vi era alcuna necessità di una risposta più esplicita di quanto quella non lo fosse già. Quante cose non sapeva sulla sua famiglia, della sua vita, del suo passato!
«No, è evidente che non lo sapevi. Tuo padre e il suo gemello erano molto legati, al punto che molto spesso in famiglia scherzavano riguardo ad un possibile scambio di persona e si chiedevano se tua madre se ne sarebbe mai accorta. Un giorno, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, i due gemelli pensarono di mettere in atto il loro piano. Vollero mettere alla prova tua madre! Quindi i due fratelli si scambiarono i vestiti e il gemello si recò a casa vostra, al posto del Senatore. S’infilò nel letto con tua madre e si comportò esattamente come lui. Tua madre però non era una stupida, se ne accorse subito! Questa cosa non riuscì mai a digerirla e quando ne ebbe conferma dal marito si arrabbiò al punto tale da decidere di fare le valige e andarsene via da casa. Il senatore la pregò di tornare, non tanto perché ne sentisse la mancanza quanto per l’impatto che tutta la faccenda avrebbe potuto avere sulla sua immagine politica. Il gioco sarebbe dovuto finire ben prima che sua moglie e suo fratello gemello finissero a letto e lui avrebbe dovuto rivelare lo scherzo fatto. Ma non fu così, era troppo ubriaco quella sera e si addormentò nella sua macchina, sotto casa. Durante la sua lontananza da casa, Sarah si innamorò di un altro uomo, con il quale ebbe una lunga relazione che continuò anche dopo il suo ritorno a casa, costretta dal senatore che aveva minacciato nel frattempo di buttarla in mezzo alla strada. Tua madre tornò da lui, rinunciando così per sempre alla sua vita, alla sua libertà e alla felicità che l’altro uomo le avrebbe sicuramente donato. Stava male quasi tutte le mattine, si chiudeva in bagno e rimetteva. Capì che c’era qualche cosa che non andava e dopo poco tempo tutto le fu chiaro: tua madre aspettava un figlio dall’uomo che aveva amato. L’uomo suggerì a tua madre di cercare un figlio anche con il Senatore, in modo che si potesse poi attribuirne a lui la paternità. Tutto si sarebbe quindi sistemato, nessuno avrebbe mai confidato il loro segreto e l’immagine del Senatore sarebbe stata preservata dallo scandalo. Ma il Senatore non voleva avere figli in quel momento, la sua carriera politica era in piena ascesa e stava per raggiungere l’apice a lunghe falcate. Un figlio lo avrebbe frenato, non poteva e non voleva rischiare. Tuttavia non voleva nemmeno rinunciare ai piaceri del sesso con la sua compagna, quindi decise di sottoporsi ad una operazione di sterilizzazione, all’insaputa di Sarah. A cose fatte, nei giorni successivi e dopo un rapporto, lui glie lo confidò. Tua madre subì un brutto colpo e non riuscì a dormire per notti intere, pensando continuamente sul da farsi. La situazione stava degenerando, non avrebbe potuto continuare a nascondere troppo a lungo il suo ventre che andava via via ingrossandosi sempre più. Il Senatore non se ne curava, pensava che il tutto fosse strettamente legato alla forte notizia che le aveva dato e che presto o tardi le sarebbe passata. Ma tua madre aveva ben altre cose nella testa…».
James fece una pausa e guardò Lynda con attenzione. Gli occhi della donna erano immobili, vitrei e spaventati. Il suo viso era divenuto pallido, quasi assente. Capì tutto, proprio tutto… ma non parlò.
«Lynda, John Grant non era il tuo vero padre!».
Calò il gelo. Lynda sentiva il suo cuore nel petto come se fosse un pezzo di carne congelata, la salivazione era azzerata e la sua bocca non riusciva a pronunciare alcuna parola. I giapponesi, il comportamento del suo capo, tutte le cose più tristi che le erano successe quel giorno e i giorni precedenti erano poca cosa se paragonati a ciò che aveva sentito. Guardò Puh che se ne stava a terra rannicchiato, dormiva. Lo invidiava in quel momento, vedeva la vita del suo cane assai migliore della sua, più libera e spensierata. Avrebbe voluto essere volentieri al suo posto! Aveva appena scoperto di aver sempre chiamato papà una persona che non era in realtà il suo vero padre, aveva vissuto per anni senza mai esserne stata messa a conoscenza, nemmeno da parte di sua madre! Sua madre! Quale amore le aveva dato quella donna? Fu solo finzione quindi, una maledettissima recita? Questo aveva fatto per tanto tempo quella donna che ora non riusciva più nemmeno a identificare con il nome comune di madre. Una lacrima si affacciò nei suoi occhi, poi un’altra e un’altra ancora, fin quando non si abbandonò ad un forte sfogo di pianto.
«Perdonami Lynda. Ma questa è la verità. Questa è la tua storia», riprese James. Poi si fermò nuovamente, attendendo che la donna reagisse.
«Oggi non è la mia giornata fortunata James. Forse si tratta solo un brutto sogno e domani mattina mi sveglierò e scoprirò che tutto questo è stato solo frutto della mia fantasia malata…».
«No Lynda, non sarà così. Mi dispiace», concluse James, riportando la donna alla realtà.
«Perché mi hai fatto questo James, perché?», gridò Lynda alla volta del ritrovato zio.
«Perché dovevi sapere figliola. Prima o poi l’avresti comunque saputo. Vai da tua madre e parla con lei di tutto ciò. Lei ti ha sempre difeso, non ha mai pensato nemmeno per un istante di buttarti via, anche se avrebbe potuto farlo. E questo perché ti ha sempre amata, sin dal giorno del tuo concepimento!».
«Forse sarebbe stato meglio se non mi avesse mai fatto nascere».
«Non puoi dire questo, Lynda! Non è corretto nei confronti di tua madre! E’ stato tutto amore, solo amore!», replicò James.
Lynda non aveva più un colore definito sul viso, si sentiva in un altro mondo, immersa in una realtà che non le apparteneva più, come se avesse cambiato vita o pianeta in un solo momento. Sentiva la sua anima marcire lentamente come fanno le foglie immerse in una pozza d’acqua in pieno autunno.
«Cosa accadde dopo? Non si sa chi è il mio vero padre biologico e dove si trova ora? Finisci il racconto James, per favore», ordinò Lynda in tono perentorio. James raccolse le ultime forze e proseguì.
«Le settimane passavano e il ventre di tua madre cominciava a vedersi. Non c’era più molto tempo a disposizione, si doveva fare qualche cosa e in fretta. Lei e il tuo vero padre ne parlarono e decisero di affrontare la realtà così com’era. Ne avrebbero parlato con il Senatore e così fu. Puoi ben immaginare la sua reazione! Se la prese prima con tua madre. Per quanto ne so, la picchiò anche».
Una smorfia di rabbia disegnò una prima traccia sul volto inanimato di Lynda. James la notò subito, ma proseguì il racconto senza fermarsi.
«Evidentemente pensò subito all’impatto che avrebbe avuto l’abbandono di sua moglie con un figlio in grembo sulla sua carriera. Fece quindi marcia indietro, forse su consiglio dei suoi fedelissimi scagnozzi al potere. Stava giocando davvero a un gioco molto delicato e pericoloso per lui, che avrebbe portato sicuramente a disastrosi risultati. Il Senatore stava per mandare all’aria la sua carriera quando gli consigliarono di cercare di mantenere la calma e di mettere il tutto a tacere, comunque la sua paternità non gli avrebbe portato tanti svantaggi quanto quelli che avrebbe prodotto uno scandalo di quel tipo. Ma avrebbe dovuto accettare quel figlio come se fosse stato suo. Il Senatore siglò un vero e proprio contratto con tua madre, che prevedeva il silenzio forzato, pena l’allontanamento immediato dalla casa. Tua madre accettò, per amore tuo e per darti un padre, ragazza mia».
Lynda alzò lo sguardo cercando gli occhi di James. Non stava più piangendo. Il colpo ormai assestato l’aveva trascinata in uno stato di rassegnazione e di abbandono al punto tale che ogni stimolo esterno non riusciva più a provocarle alcun dolore o emozione.
«E quell’uomo, il mio vero padre, dove si trova ora?», chiese mentre si alzava in piedi cercando di recuperare le forze. Capì che il racconto stava per finire.
James abbassò gli occhi sospirando. Non rispose.
«Non mi ha mai cercata?».
«Il Senatore