Prima Che Senta . Блейк Пирс

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Prima Che Senta  - Блейк Пирс


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non vedeva la necessità di negare. “Sì, signore.”

      Ellington le fece eco e Mackenzie sorrise quando vide che pareva in imbarazzo. Immaginò che non fosse abituato ad essere ripreso da un superiore.

      “Adesso che ci siamo tolti quella questione di torno, passiamo al caso” disse McGrath. “Abbiamo ricevuto una telefonata dallo sceriffo di una piccola cittadina meridionale chiamata Stateton. Là si trova una casa per ciechi, e a quanto ho capito non c’è molto altro là. Ieri sera una donna non vedente è stata uccisa molto vicino alla struttura. E, anche se è già tragico di suo, è il secondo omicidio di una persona cieca in Virginia negli ultimi dieci giorni. In entrambi i casi sembra esserci un trauma al collo, il che indica uno strangolamento, oltre a un’irritazione intorno agli occhi.”

      “Anche la prima vittima era ospite di una casa di riposo?” chiese Mackenzie.

      “Sì, anche se molto più piccola, a quanto ho appreso. All’inizio si era ipotizzato che l’assassino fosse un famigliare, ma in meno di una settimana è stata dimostrata l’innocenza di tutti i membri. Con una seconda vittima non vedente, è da escludersi che si tratti di una coincidenza. Quindi spero capirete l’urgenza della situazione. Sinceramente, mi sembra che quella cittadina sia inquietante. Non ci sono molte persone là, perciò dovrebbe essere più facile trovare un sospettato velocemente. Voglio assegnare questo caso a voi due perché mi aspetto che lo chiudiate entro quarantotto ore. Meno sarebbe anche meglio.”

      “L’agente Harrison non è coinvolto?” chiese Mackenzie. Si sentiva quasi in colpa, dato che non parlava con lui da quando la madre era morta. Anche se non le era mai sembrato un vero e proprio partner, lo rispettava.

      “L’agente Harrison è impegnato altrove” disse McGrath. “Per questo caso sarà una risorsa per voi... si occuperà di ricerche, contatti, cose del genere. Si sente a disagio a lavorare insieme all’agente Ellington?”

      “Niente affatto, signore” disse, rimpiangendo di averlo chiesto.

      “Bene. Qualcuno alle risorse umane vi prenoterà una stanza a Stateton. Non sono un idiota... perciò ho chiesto solo una stanza. Comunque vada a finire la vostra storia, almeno intanto possiamo risparmiare sul costo dell’alloggio.”

      Mackenzie non era sicura se quello fosse un tentativo di McGrath di fare dello spirito. Era difficile a dirsi, poiché quell’uomo sembrava non sorridere mai.

      Mentre si alzavano per mettersi al lavoro sul caso, Mackenzie si rese conto di quanto fosse stata vaga la risposta di McGrath riguardo Harrison. È impegnato altrove, si ripeté Mackenzie. Cosa vorrebbe dire?

      Tuttavia, non era una cosa di cui doveva preoccuparsi lei. La priorità era concentrarsi su quel caso, che McGrath pretendeva risolvessero in così breve tempo. Sentiva già dentro di sé la voglia di affrontare la nuova sfida, impaziente di iniziare subito.

      CAPITOLO DUE

      Mackenzie si sentì percorrere da un brivido mentre Ellington guidava lungo la Route 47, addentrandosi nel cuore della Virginia rurale. Campi di granturco spuntavano qua e là ad interrompere la monotonia dei boschi. Il loro numero non si avvicinava minimamente a quello a cui era abituata in Nebraska, ma la loro vista la metteva ancora un po’ a disagio.

      Fortunatamente, più si avvicinavano alla cittadina di Stateton, meno campi si vedevano. Al loro posto c’erano acri di terreno disboscato di recente ricavarne legname. Facendo delle ricerche sulla zona durante le quattro ore e mezza di viaggio, Mackenzie aveva visto che c’era un distributore piuttosto grande di legname, in una città lì vicino. A Stateton, invece, c’erano solo la Casa per Ciechi Wakeman, qualche negozio di antiquariato e poco altro.

      “Hai imparato altro sul caso che dovrei sapere? Sai com’è, guidando è difficile leggere tutte le email che arrivano.”

      “No, niente” rispose lei. “A quanto pare dovremo procedere come al solito, facendo visita ai famigliari, alla casa di cura e cose del genere.”

      “Andare dai parenti... dovrebbe essere facile, in una minuscola cittadina incestuosa come questa, eh?”

      Subito era scioccata, poi però lasciò correre. Dopo alcune settimane che stavano insieme e potevano definirsi una coppia, Mackenzie aveva imparato che Ellington aveva uno spiccato senso dell’umorismo, anche se a volte poteva essere pungente.

      “Hai passato molto tempo in un posto così?” gli chiese Mackenzie.

      “Al campeggio estivo” disse Ellington. “È una parte della mia adolescenza che vorrei davvero dimenticare. E tu? Era così in Nebraska?”

      “Non esattamente, anche se a volte era desolato. Ci sono momenti in cui credo di preferire la tranquillità che c’è in luoghi come questo, rispetto al traffico e alla folla di Washington.”

      “Sì, credo di capirti.”

      Era divertente per Mackenzie poter conoscere meglio Ellington senza le costrizioni di un appuntamento tradizionale. Piuttosto che conoscersi durante una cena elegante o lunghe passeggiate nel parco, si erano conosciuti durante i viaggi in auto e il tempo passato negli uffici dell’FBI. E a lei era piaciuto ogni istante. A volte si domandava se si sarebbe mai stufata di conoscerlo.

      Per il momento non le sembrava possibile.

      Davanti a loro, un cartello sul ciglio della strada dava il benvenuto a Stateton, città della Virginia. Una semplice strada a due corsie si addentrava tra gli alberi. Alcune case con i loro prati interruppero la monotonia della foresta per pochi chilometri, prima che si mostrassero segni di una vera città. Superarono una sudicia tavola calda, un barbiere, due negozi di antiquariato, un negozio di forniture agricole, due mini-market, un ufficio postale e poi, tre chilometri più avanti, un edificio dalla forma perfettamente quadrata, appena fuori dalla strada principale. Un’insegna dall’aspetto militare informava che si trattava del Dipartimento di Polizia e Penitenziario della Contea di Stateton.

      Ellington si rivolse a lei, chiedendo: “Ti è mai capitato di vedere il commissariato e il carcere nello stesso edificio?”

      “Qualche volta, in Nebraska” rispose. “Credo che sia abbastanza comune in luoghi come questo. La prigione più vicina a Stateton si trova a Petersburg, ovvero a più di cento chilometri di distanza.”

      “Gesù, questo posto è davvero minuscolo. Dovremmo riuscire a chiudere il caso piuttosto velocemente.”

      Mackenzie annuì mentre Ellington svoltava nel parcheggio dell’edificio in mattoni che sembrava sorgere in mezzo al nulla.

      Quello che pensava e che non disse era: spero che tu non ci abbia appena portato iella.

      ***

      Mackenzie avvertì l’odore del caffè misto a qualcosa tipo Febreeze quando entrarono nel piccolo atrio dell’edificio. Dentro sembrava abbastanza bello, ma era una costruzione datata. A tradirne l’età erano le crepe nell’intonaco del soffitto e la moquette lisa. Un’enorme scrivania era vicina alla parete dall’altra parte della stanza e, nonostante sembrasse vecchia quanto l’edificio, sembrava ben curata.

      Un’anziana signora era dietro la scrivania, sfogliando un grosso raccoglitore ad anelli. Quando sentì Ellington e Mackenzie entrare, sollevò la testa con un gran sorriso. Era un bel sorriso, ma tradiva la sua età. Mackenzie ipotizzò che avesse quasi settant’anni.

      “Siete gli agenti dell’FBI?” chiese la signora.

      “Esatto, signora” disse Mackenzie. “Io sono l’agente White e questo è il mio partner, l’agente Ellington. C’è lo sceriffo?”

      “Sì” rispose quella. “Mi ha chiesto di farvi andare direttamente nel suo ufficio. È piuttosto impegnato al telefono per quest’ultima, tremenda morte. Seguite il corridoio alla vostra sinistra. Il suo ufficio è l’ultima porta a destra.”

      Seguirono le sue indicazioni e, mentre si incamminavano lungo il lungo corridoio che si addentrava nell’edificio,


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