Quasi perduta. Блейк Пирс

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Quasi perduta - Блейк Пирс


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le pizze!” urlò Ryan, passando a Madison la pila di scatole. “Sono contento di essere al calduccio. Si sta facendo veramente freddo là fuori, e anche buio”.

      Ryan vide Cassie, e, proprio come lei aveva sperato, sul suo viso comparve quel sorriso malvagiamente attraente.

      “Ciao Cassie. Stai benissimo. Vedo che ti si sono arrossate un po’ le guance con tutta l’aria salmastra che abbiamo qui. Non vedo l’ora di sentire della vostra giornata”.

      Cassie gli sorrise a sua volta, grata per il fatto che lui avesse pensato che il suo rossore era dovuto all’aria fresca, anziché al fatto che aveva iniziato a sentirsi eccitata ed imbarazzata non appena era arrivato lui.

      Mentre prendeva le scatole dalle sue mani, Cassie si disse che sarebbe stato meglio che la cotta per il suo datore di lavoro si calmasse.

      Pochi minuti dopo, Ryan si unì a loro in cucina, e Cassie notò che aveva in mano un sacchetto di carta marrone.

      “Ho preso regali per tutti”, annunciò.

      “Cosa mi hai preso?” chiese Madison.

      “Pazienza, tesoro. Sediamoci, prima”.

      Quando i bambini furono seduti a tavola, aprì il sacchetto.

      “Maddie, per te ho preso questo”.

      Era una maglietta stretta e nera, con una scritta di brillantini rosa che era scritta capovolta.

      “Questa è la mia maglietta per le verticali”, diceva il testo.

      “Oh, è bellissima! Non vedo l’ora di indossarla in palestra”, disse Madison, sorridendo radiosa mentre girava la maglietta, per vedere le luci che la facevano brillare.

      “Per te Dylan, questo”.

      Il suo regalo era una maglia a maniche lunghe giallo fosforescente, per la bici.

      “Bella, papà, grazie”.

      “Spero che così tu sia più al sicuro, visto che al mattino è più buio ora. E questi sono per te, Cassie”.

      Con enorme stupore della ragazza, Ryan tirò fuori dalla borsa un paio di guanti caldi ed eleganti. Gli occhi della ragazza si spalancarono quando si rese conto che erano quasi identici a quelli che aveva provato in paese.

      “Oh, sono davvero stupendi. E mi saranno molto utili”.

      Sconcertata, Cassie notò di essere nuovamente in balia della sua cotta, e stava immaginando se stessa con i guanti addosso, mentre sedeva sul terrazzo a bere un bicchiere di vino con lui.

      “Spero che ti vadano bene. Ho fatto del mio meglio per immaginarmi le tue mani mentre li stavo comprando”, disse Ryan.

      A cassie mancò il fiato per un momento, mentre si chiedeva se anche lui stesse pensando la stessa cosa che pensava lei.

      “Quindi, vi siete divertiti oggi?” chiese Ryan.

      “Tantissimo. C’era un mago in paese. Mi ha regalato un pupazzo di neve, e ha fregato Dylan, vincendo cinque sterline. Poi Cassie ha indovinato dove fosse la carta e l’ha vinta, ma non ha vinto soldi”.

      “Che carta ha vinto?” Ryan chiese alla figlia.

      “La regina di cuori. Il mago ha detto che vuol dire che presto troverà l’amore”.

      Cassie bevve un sorso di succo d’arancia, perché non sapeva dove guardare e non voleva assolutamente incontrare lo sguardo di Ryan.

      “Beh, credo che Cassie si meriti quella carta, e tutto quello che le porterà”, disse Ryan, e la ragazza quasi rovesciò il succo, mentre posava il bicchiere.

      “E poi cosa avete fatto?” chiese.

      “Abbiamo incominciato a parlare di diversivi, mentre andavamo alla fermata dell’autobus, e Cassie mi ha distratto e mi ha rubato la mela candita!”

      Madison sputò quasi fuori le parole, e, anche se era troppo impegnato a mangiare la pizza per dire molto, Dylan annuì con entusiasmo.

      “Anche noi ti abbiamo comprato qualcosa”, disse Cassie, e passò a Ryan gli anacardi, timidamente.

      “I miei preferiti! Domani avrò una giornata piena, quindi li porterò con me, così posso mangiarli per pranzo. Che bel pensiero. Grazie per questo regalo premuroso”.

      Mentre disse queste ultime parole, Ryan guardò Cassie direttamente negli occhi, e non abbassò il suo sguardo penetrante per molti secondi.

      Quando ebbero finito le pizze - Cassie non mangiò molto, perché non aveva fame, ma ci pensarono gli altri a finire ogni singola fetta - la ragazza accompagnò i bambini in salotto per la loro ora di televisione, e dopo aver guardato tutti insieme un talent show, li mise a letto.

      Madison era ancora su di giri per le avventure di quella giornata, e per il talent show, dove si erano esibiti due gruppi di ginnaste.

      “Credo che da grande vorrò essere una ginnasta”, disse.

      “Richiede un duro lavoro, ma se è il tuo sogno, dovresti provarci”, la consigliò Cassie.

      “Non credo di riuscire a dormire”.

      “Vuoi che parliamo ancora un po’? O preferisci che ti legga una storia?”

      Cassie cercò di non essere impaziente al pensiero di Ryan seduto sul terrazzo con un bicchiere di vino, che la aspettava. O forse non la stava aspettando, e sarebbe andato a letto presto. In quel caso, avrebbe perso l’occasione per parlargli del furto commesso da Dylan.

      Quel ricordo la scosse. A causa della felicità per quel regalo premuroso, e le chiacchierate a tavola durante la cena, si era dimenticata di quello spiacevole episodio. Era suo dovere dirlo a Ryan, anche se ciò avrebbe significato rovinare quella splendida giornata.

      “Preferisco leggere un po’”.

      Madison uscì da sotto le lenzuola, si avvicinò alla mensola e scelse un libro che aveva sicuramente letto già molte volte, dato che la copertina era piena di pieghe e le pagine avevano un sacco di orecchie.

      “Questo libro parla di una ragazza qualsiasi che diventa una ballerina. Mi piace un sacco, è entusiasmante. Lo è ogni volta che lo leggo. Non pensi che sia strano?”

      “No, per niente. Le storie migliori ti fanno sempre sentire in questo modo”, disse Cassie.

      “Cassie, secondo te insegnano ginnastica in collegio?”

      Di nuovo il collegio. La ragazza si prese un momento per rispondere.

      “Sì, soprattutto per il fatto che i collegi di solito sono scuole più grandi. Mi verrebbe da pensare che abbiano un sacco di strutture per diversi sport”.

      Madison parve soddisfatta da quella risposta, ma poi fece un’altra domanda.

      “Si può restare in collegio durante le vacanze?”

      “No, si torna a casa. Perché vorresti rimanere a scuola durante le vacanze?”

      Cassie sperava che Madison rispondesse, ma la bambina si tirò il piumone su fino al mento e aprì il libro.

      “Ero solo curiosa. Buonanotte. Mi spengo la luce da sola”.

      “Vengo a controllarti più tardi”, promise Cassie, prima di chiudere la porta.

      Corse in camera sua, afferrò il cappotto e indossò i suoi bellissimi guanti nuovi, poi si affrettò verso il balcone.

      Con suo sollievo, vide che Ryan era ancora lì. Anzi, provò un brivido di felicità quando vide che l’aveva aspettata per versare il vino. Non appena la vide, si alzò in piedi, avvicinò l’altra sedia alla propria e sprimacciò il cuscino prima che lei si sedesse.

      “Salute. Grazie mille per oggi. È la sensazione più bella del mondo vedere i bambini così felici”.

      “Salute”.

      Mentre


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