Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità. Amy Blankenship

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Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità - Amy Blankenship


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più mentre il dolore svaniva. Poi sussurrò con stupore irrequieto: «Kyoko… da quanto tempo sei qui?».

      Osservando con un malato senso di piacere, la figura vestita di nero sorrise soddisfatta. Hyakuhei lo adagiò a terra e affondò gli artigli nel petto del ragazzo che aveva gli occhi come il sole, strappandogli brutalmente il cuore che aveva smesso di battere.

      Poi, fissando gli occhi vitrei di Toya, sussurrò: «Mi sono sempre chiesto come fossero gli occhi di Kyou quando piange… scommetto che saranno bellissimi.». Si chinò e lo baciò sulla fronte, poi si alzò e si voltò verso l’uomo che era appena atterrato alle sue spalle.

      Un sorriso sadico gli apparve sulle labbra mentre tendeva il cuore sanguinante davanti a sé, aspettando che Kyou si avvicinasse. «Per te, mio caro. Non c’è più alcun ostacolo tra noi.» gli disse nella brezza.

      Kyou restrinse lo sguardo per il disgusto mentre guardava il cuore fresco che gli stava porgendo. Hyakuhei era un non morto da così tanto tempo da considerare la morte come un dono?

      Kyou voltò le spalle a quella visione inquietante. Aveva percepito l’angoscia di suo fratello ed era venuto a controllare. Ma aveva trovato il suo cosiddetto “padre” e non riusciva più a percepire l’aura di suo fratello.

      Qualcosa non andava e lui sentiva i nervi del proprio corpo formicolare sotto la pelle.

      Non riusciva a vedere il corpo cui apparteneva il cuore perché Hyakuhei gli copriva la visuale, ed essere trattenuto lì invece di andare a cercare suo fratello lo irritava. Non lo vedeva da più di un anno ma, quella sera, aveva capito che Toya aveva bisogno di lui. Doveva essere importante per sentire quella chiamata così forte.

      I suoi occhi dorati fissarono quelli di Hyakuhei, «A chi hai rubato l’anima, questa volta?» gli chiese con disprezzo.

      «Perché non vieni a vedere tu stesso? Sono sicuro che rimarrai molto sorpreso. È il mio regalo per te.». Un sorriso illuminò i suoi lineamenti oscuri mentre si scostava… scoprendo la sua vittima. Allungando una mano, si girò per guardare il cadavere a terra.

      Kyou lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava lentamente, confuso per l’importanza dell’identità di quella vittima. Spalancò gli occhi vedendo la figura che giaceva a terra, mentre un fulmine gli percorreva la schiena. Il suo cuore iniziò a battere forte quando vide i familiari riflessi argentati su quei capelli neri, sporchi e spettinati, che ricoprivano il viso dell’uomo come se volessero nascondere la sua identità.

      Si sentì pervadere dalla rabbia e si rifiutava di ammettere che quello era il corpo massacrato di suo fratello.

      «No!» gridò piegando la testa di scatto all’indietro. Le lacrime gli riempirono gli occhi mentre si voltava verso il responsabile. «Che cos’hai fatto?» sbottò lanciandosi verso di lui, per poi fermarsi a pochi centimetri da lui. I suoi occhi dorati divennero rossi e i canini si erano allungati come quelli di un cane rabbioso. Strinse i pugni mentre aspettava di sentire la confessione.

      «Quello che avrei dovuto fare dall’inizio… eliminare chi non ti ha apprezzava come me.». L’espressione di Hyakuhei si addolcì per un momento mentre guardava il suo preferito.

      Aveva dato a Kyou tutte le attenzioni e l’affetto da quando gli aveva dato il dono dell’immortalità oscura… ma lui non era ancora felice. Era la tristezza nei suoi occhi dorati ad attrarlo… la solitudine dentro di lui era adorabile e somigliava alla sua. Aveva trasformato Toya nella speranza di avere la devozione del suo prezioso pupillo come ricompensa, ma… la cosa aveva solo contribuito a turbarlo di più.

      Hyakuhei osservò le lacrime che gli si stavano formando negli occhi e si rese conto di avere ragione… quel ragazzo era straordinario quando piangeva.

      In quel momento, qualcosa dentro Kyou si ruppe, sfociando in un pianto triste e sconvolgente. Accecato dalla rabbia, si scagliò sull’assassino con i denti e con gli artigli. «Ti strapperò il cuore e lascerò il tuo corpo in pasto alle creature della notte per quello che hai fatto!».

      Il vampiro schivò il colpo con destrezza e bloccò Kyou a terra. Con una calma che non si rifletteva nelle sue iridi rosso rubino, Hyakuhei si chinò verso quel viso che lo perseguitava… il viso di suo fratello.

      «Ho fatto quello che era necessario. Toya non voleva che tu avessi il mio dono e ha cercato di privartene. Con il tempo capirai.» mormorò mentre le sue labbra morbide sfioravano fugacemente quelle di Kyou.

      Con una forza che non sapeva di possedere, Kyou lo scagliò lontano da sé. Disgustato, si passò un avambraccio sulla bocca mentre ringhiava pericolosamente.

      «Suvvia, calmati, ragazzo.» disse l’altro mentre si alzava, togliendosi la polvere di dosso. I suoi occhi s’illuminarono mentre il suo corpo brillava leggermente, poi svanì nella notte. «Ti terrò d’occhio e ti aspetterò, mio caro.».

      Kyou sentì il mondo crollargli addosso mentre guardava il corpo senza vita di suo fratello. “Vendicherò la morte di mio fratello e passerò l’eternità a darti la caccia, se necessario. E quando ti troverò, pagherai per questo, Hyakuhei.” pensò, poi s’inginocchiò e strinse Toya a sé, cullandolo. La sua vista si offuscò mentre cercava di trattenere invano le lacrime. Sembrava che stesse dormendo, per la prima volta dopo tanto tempo sembrava sereno.

      Le sue lacrime caddero sulla guancia di Toya e si sentì spezzare il cuore. Stringendolo forte, sussurrò con voce tremante: «Ti prego, perdonami… per non essere arrivato in tempo.». Il suo respiro vacillò mentre chiudeva gli occhi per il dolore, poi aggiunse: «Sapevo che avevi bisogno di me… avrei dovuto salvarti.».

      Con la mente ritornò al giorno in cui Hyakuhei lo aveva trasformato in quello che era adesso… il giorno dopo la morte di suo padre. Kyou sapeva che Hyakuhei voleva soltanto lui… e Toya era solo un ragazzino. Quindi, per proteggerlo, se n’era andato con suo zio, anche se suo fratello minore lo aveva implorato piangendo.

      Ricordava ancora il sospetto che brillava negli occhi dorati di Toya mentre guardava storto Hyakuhei per aver osato portargli via il fratello maggiore. Era stato il ricordo di quello sguardo tormentato ad aiutare Kyou a stare lontano dal fratello per diversi anni… per proteggerlo.

      Quando Toya era cresciuto, Kyou aveva voglia di vederlo… di raggiungerlo di nascosto e guardarlo da lontano… mentre viveva la vita che lui non poteva vivere. Scrutarlo dall’ombra era stata l’unica gioia durante quei giorni bui. Si era spesso intrufolato nella sua camera per vederlo dormire.

      Se avesse saputo che Hyakuhei lo stava seguendo e lo stava spiando, non avrebbe mai messo Toya in pericolo. Suo zio aveva trasformato Toya perché pensava che fosse quello che lui voleva e adesso era morto per colpa sua.

      Toya aveva combattuto contro suo zio, prima e dopo la trasformazione. Man mano che le loro discussioni peggioravano, Kyou aveva cercato di distogliere l’attenzione di Hyakuhei da suo fratello. Poi Toya aveva iniziato a parlare di una cura per i vampiri… il Cuore di Cristallo Protettore. Aveva giurato di trovarlo e di curare entrambi ma adesso aveva trovato la sua cura… nella morte.

      Facendo del suo meglio per non guardare il punto in cui un tempo batteva il cuore di suo fratello, Kyou si alzò e lo prese in braccio per dargli una degna sepoltura.

      Non sentiva più la presenza di Hyakuhei ma sapeva che era vicino e lo stava osservando come sempre. Capì che doveva andarsene e rimanere nascosto finché non sarebbe stato abbastanza forte da sconfiggere il male che gli aveva portato via l’unica cosa che amava… suo fratello. Scivolò nell’oscurità lasciando la radura in totale silenzio.

      Kamui fece un sospiro di sollievo quando suo fratello se ne andò, e rilasciò la barriera di invisibilità attorno alla forma malconcia di Kotaro. Guardandolo, capì che ci sarebbe voluto un po’ prima che le ferite guarissero… non solo quelle fisiche, ma anche quelle del suo cuore.

      «Andiamo.» sussurrò Kamui, facendolo appoggiare alla propria spalla per sorreggerlo, «Hyakuhei non è andato lontano e tu hai bisogno di aria.». I suoi occhi brillarono del colore dell’arcobaleno mentre cercava di trattenere le lacrime, ma era inutile perché le sentiva già scendere lungo le guance.

      Avevano perso così tanto nel giro di poche ore…


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