Il Possesso Di Un Guardiano. Amy Blankenship

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Il Possesso Di Un Guardiano - Amy Blankenship


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avesse quella forma! Avrebbe ricordato loro per sempre il massacro degli umani e le tante lacrime che l’intero villaggio aveva versato. Forse era per questo che il cristallo li aveva protetti: perché un giorno ricordassero...e vendicassero quelle morti. Considerando la natura sconosciuta del cristallo e i molti segreti che celava... probabilmente era così.

      Capì che Hyakuhei era venuto al villaggio proprio per quelle collane. Allora gliele sfilò dal collo e le nascose nella sua camicia. Poi si disse che il suo dovere era di proteggere il cristallo, non gli umani, e che la cosa migliore era di lasciare i bambini dov’erano…ma c’era quella nefasta debolezza nel suo cuore che gli imponeva sempre di fare le scelte sbagliate, quando si trattava di umani. In questi casi, cedeva sempre ai sentimenti, maledicendosi e odiandosi. Così fece ciò che non avrebbe mai voluto fare: prese i bambini con sé. In fondo quei piccoli umani non erano dissimili da lui e i suoi fratelli guardiani. Anche loro non avevano più famiglia.

      A quel tempo aveva già conosciuto Kyoko, e provava una forte curiosità per quella sotto-razza nefasta. Quando vide i bambini sgambettare incerti dietro di lui nel tentativo di seguire i suoi lunghi passi…quando vide le lacrime rigare i loro volti e sentì le loro vocine disperate gridare aiuto…capì che senza di lui sarebbero morti.

      Tornò indietro, li prese piangenti tra le braccia e li nascose nel suo castello, dove la barriera avrebbe sbarrato per sempre il passo al malvagio Hyakuhei. Avrebbe vegliato su di loro e prima o poi avrebbe capito perché il nobile Cuore di Cristallo Protettore si prendeva il disturbo di proteggere quella stupida razza umana.

      Scrollandosi quei ricordi dalla mente, si sfilò dal collo i monili che quel giorno aveva sottratto ai bambini e si mise a studiarli con attenzione.

      I frammenti del cristallo erano lì, e fluttuavano misteriosi sotto i suoi occhi. Intorno a loro aveva creato una barriera invisibile, che vietasse a qualsiasi demone di accedere ai loro segreti. I frammenti brillavano, come una miriade di minuscole lacrime in un mare di dolore…le stesse che aveva versato il villaggio e le stesse che avrebbero versato i gemelli, quando da grandi sarebbero stati in grado di ricordare la famiglia perduta. Di tanto in tanto, di notte, i bambini scivolavano via dal loro letto e si accoccolavano sperduti accanto a Kyou…e allora rimanevano incantati a guardare le collane, senza pronunciare una parola. Kyou non comprendeva il loro comportamento, ma ormai non faceva più caso alle stranezze degli umani.

      Rimise le collane al loro posto e scivolò silenziosamente nella stanza in cui aveva lasciato Kyoko. Si accorse subito che la stanza era vuota e divenne rosso dalla rabbia: come aveva osato, quella umana! Non le aveva ancora concesso la libertà di andarsene in giro per il castello! Era forse fuggita? Gli occhi gli si oscurarono: non appena l’avesse trovata, le avrebbe insegnato qual era il suo posto! Come poteva proteggerla, se lei continuava a disobbedirgli?

      Aspirò l’aria lentamente, e subito percepì l’odore dei gemelli. Seguì la scia, che si mescolava al profumo di Kyoko, e si mise sulle sue orme partendo dai due balconi che fiancheggiavano il corridoio appena fuori della stanza. Quando arrivò al centro del castello guardò in basso, e annusò l’aria proprio in direzione delle sorgenti termali.

      Erano lì! Kyou sentì la rabbia svanire. Non era fuggita, come aveva temuto. Rimase a origliare le sue parole, mentre lei giocava coi bambini.

      *****

      Kyoko si diresse verso il bordo della vasca, indecisa se aiutare i bambini a fare il bagno o a cercare di scappare dal castello. Vedere i bambini così felici e spensierati aveva alleviato la sua ansia: finché i bambini stavano con lei erano al sicuro, gusto? Si sarebbe occupata dei piccoli per un po’.

      Lasciando rilassare la mente, si sedette sul bordo della fontana e v’infilò dentro i piedi, mentre i gemelli giocavano. Era ancora curiosa di sapere come mai vivessero con Kyou "Hiroki, Hiraru, dove sono la vostra mamma e il vostro papà?"

      I gemelli smisero di schizzare e si voltarono verso Kyoko inclinando le loro piccole teste. "Il villaggio è stato attaccato e tutti sono rimasti bruciati.” Hiroki prese un pezzo di stoffa da un portasapone, lo immerse in una ciotola sul lato della vasca e iniziò a strofinare il suo corpicino.

      Kyoko fu sorpresa di vedere che la garza faceva schiuma mentre la strofinava sulla pelle. Quindi, i genitori dei bambini erano morti? "Come mai vivete qui, al castello?" Hiraru si avvicinò a lei, sorridendo.

      Il suo visino si inclinò verso quello di Kyoko e lei potè vedere il calore trasparire dai suoi occhi. "I demoni avrebbero preso anche noi ma Kyou li ha sconfitti e ora viviamo con lui." Si voltò e spruzzò acqua su Hiroki, sbarazzandosi del sapone mentre giocava e continuava a rispondere alla sua domanda. "I demoni non possono trovarci adesso. Non possono nemmeno vedere questo posto, l'ha detto Kyou." Poi si mise a lottare per gioco con il fratello.

      'Allora ... Kyou li aveva salvati e li aveva presi con sé…per fargli da padre?' Le sopracciglia di Kyoko si inarcarono, confuse. Non sembrava il Kyou che aveva cominciato a temere. Il suo sguardo si addolcì per un secondo chiedendosi se lo conoscesse davvero. 'Un principe di ghiaccio con un cuore?' ridacchiò tra sé e sé.

      Notando che Hiraru, aveva gli occhi pieni di schiuma, Kyoko decise di aiutare i bambini a lavarsi per bene. "Vi aiuto a lavarvi i capelli, bambini?"

      I bimbi gridarono felici di sì, e Kyoko si spogliò e s’immerse nell’acqua con loro, dimenticando di fuggire e che da un momento all’altro sarebbe potuto arrivare il loro guardiano e papà acquisito, il terribile Kyou.

      *****

      "Come potevo sapere che Kyoko aveva attraversato il portale del tempo nel bel mezzo della notte e che si trovava da sola nella radura?" Toya gridò al cielo come se Kyou potesse ancora sentirlo. Shinbe aveva impiegato parecchio tempo per calmarlo.

      All'inizio tutti erano stessi presi dal panico, quando le iridi di Toya avevano cominciato a macchiarsi di sangue. Quando Toya nella sua furia aveva iniziato a distruggere tutti gli alberi che crescevano intorno, si erano fatti da parte per permettergli di sfogarsi, prima di intervenire.

      "E Hyakuhei è arrivato in un lampo ... stava per rapirla!" Toya continuò a urlare, mentre i suoi occhi diventavano argentei e poi di nuovo dorati, a mano a mano che la sua rabbia si placava. Tornò a guardare il punto in cui prima sorgeva la barriera in cui Kyou l'aveva imprigionata per salvarla.

      “Ma che sto dicendo? E 'STATA rapita. Accidenti!" ringhiò.

      Shinbe, all’opposto, era rimasto impassibile, di fronte al rapimento della sacerdotessa. "Rapita… o salvata?" chiese indeciso, mentre ancora si appoggiava al bastone. Che cosa aveva in mente, Kyou? Era convinto che ci fosse ben altro, dietro quel rapimento.

      Il suo sguardo ametista osservava ogni mossa di Toya, nella speranza che il suo maledetto lato demoniaco rimanesse silente. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che il sangue da demone di Toya prendesse il sopravvento e peggiorasse la situazione. “Kyou non ha mai un’anima gentile…nemmeno quando dice di fare del bene! Ma forse l'ha presa solo per tenerla al sicuro da Hyakuhei finché quello non se ne va!” aggiunse.

      Toya strinse il pugno, ben sapendo che gli altri non avevano visto quello che aveva visto lui. Ma aveva deciso di non dire niente. In un certo senso, raccontandolo ad alta voce…gli sembrava molto più reale, tuttavia avevano il diritto di sapere che cosa era stato capace di fare, il loro fratello maggiore. "Kyou non la riporterà indietro."

      "Perchè no?" Kamui aprì la bocca per la prima volta, da quando Hyakuhei era scomparso. “È un guardiano ... uno di noi. Perché non dovrebbe riportarla qui? "

      Suki se n’era rimasta in disparte, mentre i fratelli parlavano tra loro. Era ancora terrorizzata da Kyou. Fino a quel momento, il guardiano era rimasto lontano dalla guerra, come se la cosa non lo riguardasse. Aveva sperato che Kyou fosse intervenuto per aiutare gli altri a vincere la battaglia, ma ora che aveva sentito urlare Toya e aveva ascoltato le sue parole si sentiva oppressa da una terribile sensazione.

      “Perché lui la vuole tutta per sé ... il bastardo egoista la vuole per sé. Non ha mai toccato una femmina umana come gli ho visto fare io ... il che significa che probabilmente l'ha scelta come compagna."


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