Il Possesso Di Un Guardiano. Amy Blankenship
Читать онлайн книгу.a quella meravigliosa tortura…a quel dolore piacevole e invadente che le scavava dentro... Sussultò , e un gemito le uscì dalle labbra, mentre il mostro spingeva le sue dita ancora di più dentro di lei.
Quasi urlò di piacere, quando lui cominciò a spingere dentro e fuori quelle lunga dita. Sentì i suoi umori accumularsi intorno a quelle dita e alla fine non resistette al piacere, e gridò. Avrebbe voluto piangere dal piacere, ma si trattenne: non voleva far capire a Kyou quanto si stesse godendo la sua…punizione.
Ma il piacere aumentava, aumentava a dismisura. Quando non ne potè più, urlò con tutte le sue forze: “Basta, ti prego, basta!”
Kyou si commosse alle sue parole strazianti, e comprese che il suo piccolo corpo da vergine non era allenato ai quei piaceri. Ancora poco e l’avrebbe portato alla soglia dell’orgasmo liberatorio. La guardò inarcarsi contro di lui, mentre il suo dito continuava a scavarle dentro ad una velocità frenetica.
Chinò la testa in avanti e le leccò la nuca ... per sentirne il sapore. Sentì la brama di morderla e farla sua per sempre…ma si trattenne. Si consolò mordicchiando quella pelle candida e morbida, e la marchiò con l’ombra dei suoi baci. Aveva un sapore meraviglioso… Poteva sentire il profumo della sua eccitazione, mentre continuava a darle quell’incredibile piacere.
Kyou ringhiò sconfitto ... Aveva perso di nuovo la sua battaglia contro di lei.
Kyoko sentì la mano di Kyou abbandonarla e scivolò affranta sul cuscino. Stava ancora piagnucolando e strinse le cosce, per soffocare le contrazioni del piacere che ancora la scuotevano, così forte da provocarle dolore. Afferrò uno dei cuscini più piccoli e lo strinse forte, cercando di celarsi agli occhi del mostro. Aveva paura di guardarlo. Non voleva che lui capisse quanto in realtà lo desiderasse.
Seppellendo il viso tra le braccia, si rotolò sulla pancia, per impedirgli di guardarla negli occhi.
Lui invece la fissò, mentre lei si raggomitolava sui cuscini, e non averla più sotto le mani lenì gradualmente il suo bisogno furioso. Si rese conto di non avere alcun controllo sul proprio corpo e ricordò ciò che suo padre aveva scritto sulle pergamene sacre.
Tadamichi aveva ammonito i guardiani, ricordando che erano molto diversi dagli umani, nel caso avessero deciso di mescolare il proprio sangue con loro. Quando il nobile sangue di un guardiano aveva fatto la sua scelta, non c’era modo di tornare indietro.. Suo padre, Tadamichi, lo aveva messo in guardia riguardo alla rivalità tra lui e Hyakuhei nella scelta della compagna, ma Kyou non aveva capito le sue parole fino in fondo. Credette che quel monito si rivolgesse a tutti i guardiani, non solo a lui.
Quella era stata l'ultima pergamena scritta da suo padre, ma gli umani intrappolati nel suo regno gli avevano raccontato il resto della leggenda, che si tramandavano oralmente di padre in figlio.
Suo zio si aveva ceduto al lato oscuro perché era stato strappato dalla femmina che il cielo aveva destinato ad essere la sua compagna. La statua che raffigurava la sacerdotessa nei giardini del Cuore del Tempo era stata realizzata a precisa somiglianza della donna che le era stata strappata… e di cui Kyoko era la reincarnazione. Era la stessa femmina che Hyakuhei aveva reclamato per sé…solo nata milioni di anni dopo. La sua anima non era la stessa, ma il suo corpo terreno sì.
E ora anche Kyou voleva per sé la stessa donna che suo zio reclamava. Erano dunque così diversi, tra loro? Era stato l’imperioso sangue nobile di Hyakuhei a spingerlo nelle braccia del male? E ora lo stesso Hyakuhei rivoleva quella femmina, di cui Kyoko era la reincarnazione. Ma Kyou decise che non lo avrebbe permesso.
Kyou fluttuò più vicino a lei, avvicinando le labbra al suo orecchio. Non voleva che lei lo temesse. Voleva che lei lo desiderasse. Aveva fatto passare per punizione l’arma della seduzione, solo per costringerlo a desiderare di essere sua... per sempre.
Si allungò su di lei, accarezzandole i capelli dolcemente. "Per proteggerti dai demoni ... da Hyakuhei, devi obbedirmi Kyoko. Non voglio farti del male, ma continuerò a punirti in questo modo…se non mi obbedirai."
"Allora lasciami andare. - sussurrò Kyoko - Dici che non vuoi farmi del male, ma non sei diverso da Hyakuhei. Preferirei essere toccata da lui sapendo che mi ucciderà, piuttosto che lo faccia tu e mi lasci vivere.”
“Mia cara Kyoko, ma io non ho alcuna voglia di ucciderti. Come tuo guardiano non potrei ... sarebbe un insulto alle nostre leggi sacre. Il tuo destino è di essere protetta dai guardiani e io sono uno di loro. Lasciarti andare significherebbe condannarti a morte. Quindi ti punisco…per farti passare la voglia di fuggire.”
Le prese la testa tra le mani per tenerla ferma e la baciò sulla fronte, prima di lasciarla sola.
"Anche Hyakuhei era un guardiano.” pensò Kyoko in tono di sfida, ben sapendo che lui poteva leggerle nella mente.
Kyou sapeva che era vero, ma non intendeva ammetterlo davanti a lei. Si sentiva ribollire al solo pensiero di Hyakuhei che la toccava, ma si trattenne. Aveva bisogno di mettere una distanza tra di loro, per tenere sotto controllo la sua passione. Rivolse la sua attenzione alla finestra.
Poteva sentire i demoni avvicinarsi al suo castello da ogni parte della terra.. Hyakuhei aveva scoperto il suo nascondiglio? No ... li aveva solo inviati alla sua ricerca. Si voltò a guardare Kyoko, sperando che i demoni non interferissero nei loro rapporti. Sarebbe uscito dal suo castello e li avrebbe affrontati, prima che arrivassero a lei.
Kyou si mosse alla velocità della luce, e quando Kyoko alzò di nuovo lo sguardo su di lui… era già scomparso.
Capitolo 5 “Ali Nere”
Toya levò lo sguardo a nord, mentre volava. Le sue ali d'argento scintillante danzavano alla luce della luna, le piume apparentemente delicate svolazzavano leggermente. Aveva bisogno di trovare Kyoko il prima possibile. Esaminò l'area chiedendosi dove iniziare e cercare, quando una colonna di fumo in lontananza attirò la sua attenzione.
"Un villaggio?" Toya guardò in quella direzione chiedendosi perché Kyou avesse permesso agli umani di vivere anche nelle sue terre.
“Kyou odia tutti gli esseri umani' ... “ rifletté, ma poi si bloccò. “Kyoko è un’umana!” Strinse le labbra con rabbia.
Mentre si avvicinava al villaggio, notò che il fumo era troppo perché provenisse da un focolare. Il villaggio era nei guai. Esaminò rapidamente la radura, e cominciò a notare le frotte di demoni in mezzo alle fiamme.
Cosa stavano facendo i demoni nel territorio di Kyou? Aguzzando i sensi per scrutare ben oltre il villaggio, Toya vide che i demoni stavano attraversando i confini delle terre settentrionali da diversi punti ... non solo da lì. Il colore dei suoi occhi si frantumò in argento fuso.
"Hyakuhei ... sa che Kyoko è qui da qualche parte, e ha mandato i suoi schiavi a cercarla!” Toya sputò le parole con rabbia, mentre sentiva le urla degli umani sotto di lui. "Accidenti! Non ho tempo per salvarli!” ringhiò, ma nel frattempo tirava fuori i pugnali per liberare il piccolo villaggio da quei mostri, prima che lo distruggessero del tutto..
Toya volò sopra il villaggio e diede un colpettino alle ali ... che svanirono, non appena atterrò su un ginocchio al centro di quella che sembrava essere la piazza del villaggio. Alzando la testa, ringhiò contro i demoni che subito lo avevano circondato.
"Sembra che la maggior parte degli umani sia stata distrutta!” notò. Ringhiò con ferocia e si alzò, facendo roteare i pugnali tra le dita. “Andiamo puttane. Vediamo come vi difendete! "
Toya sorrise, quando due demoni gli si avvicinarono da lati opposti. Attese fino all'ultimo momento prima di schizzare via, e guardò divertito i demoni che cozzavano violentemente l’uno contro l’altro, nella furia di acchiapparlo. Mise le mani a terra e sollevò le gambe in un tremendo calcio, che colpì i demoni sulla faccia e li fece crollare a terra.
"Stupidi come sempre." Mormorò, già annoiato. Un demone dall'aspetto orribile piombò dall'alto e Toya rotolò via, schivando per miracolo i suoi artigli affilati nella schiena. Alzandosi in piedi, si appoggiò all'indietro appena in tempo per sfuggire agli artigli di