Il Libro di Urantia. Urantia Foundation
Читать онлайн книгу.vivono nel presente. L’uomo abitato dallo spirito ha potere di previsione (intuizione); egli può visualizzare il futuro. Solo i comportamenti lungimiranti e progressivi sono personalmente reali. L’etica statica e la moralità tradizionale sono di poco superiori all’animalità. Nemmeno lo stoicismo è un ordine elevato di autorealizzazione. L’etica e la morale diventano veramente umane quando sono dinamiche e progressive, vibranti di realtà universale.
12:5.11 (135.10) La personalità umana non è solo un elemento concomitante degli avvenimenti del tempo e dello spazio; la personalità umana può anche agire come causa cosmica di tali avvenimenti.
6. Il supercontrollo universale
12:6.1 (135.11) L’universo è non statico. La stabilità non è il risultato dell’inerzia, ma piuttosto il prodotto di energie bilanciate, di menti cooperative, di morontie coordinate, di supercontrollo spirituale e di unificazione della personalità. La stabilità è totalmente e sempre proporzionale alla divinità.
12:6.2 (135.12) Nel controllo fisico dell’universo maestro il Padre Universale esercita la priorità ed il primato tramite l’Isola del Paradiso. Dio è assoluto nell’amministrazione spirituale del cosmo nella persona del Figlio Eterno. Nei domini della mente, il Padre ed il Figlio operano in coordinazione nell’Attore Congiunto.
12:6.3 (136.1) La Terza Sorgente e Centro aiuta a mantenere l’equilibrio e la coordinazione delle energie e delle organizzazioni fisiche e spirituali congiunte per mezzo dell’assolutezza del suo potere sulla mente cosmica e dell’esercizio dei suoi complementi inerenti ed universali di gravità fisica e spirituale. In ogni tempo e luogo in cui si stabilisce una connessione tra il materiale e lo spirituale, tale fenomeno mentale è un atto dello Spirito Infinito. Solo la mente può interassociare le forze e le energie fisiche del livello materiale con i poteri e gli esseri spirituali del livello dello spirito.
12:6.4 (136.2) Ogni volta che contemplate dei fenomeni universali, assicuratevi di prendere in considerazione l’interrelazione delle energie fisiche, intellettuali e spirituali, e di tenere debito conto sia dei fenomeni inattesi che accompagnano la loro unificazione da parte della personalità che dei fenomeni imprevedibili che risultano dalle azioni e dalle reazioni della Deità esperienziale e degli Assoluti.
12:6.5 (136.3) L’universo è altamente prevedibile soltanto nel senso quantitativo o di misurazione della gravità. Anche le forze fisiche primordiali non reagiscono alla gravità lineare, né lo fanno i significati mentali superiori ed i veri valori spirituali delle realtà ultime dell’universo. Qualitativamente l’universo non è altamente prevedibile in ciò che concerne nuove associazioni di forze, siano esse fisiche, mentali o spirituali, sebbene molte di queste combinazioni di energie o di forze diventino parzialmente prevedibili quando sono sottoposte ad osservazione critica. Quando la materia, la mente e lo spirito sono unificati dalla personalità della creatura, noi siamo incapaci di predire interamente le decisioni di questo essere dotato di libero arbitrio.
12:6.6 (136.4) Tutte le fasi di forza primordiale, di spirito nascente e di altre ultimità non personali sembrano reagire secondo certe leggi relativamente stabili ma sconosciute, e sono caratterizzate da un’ampiezza di realizzazione e da un’elasticità nella risposta che sono spesso sconcertanti quando riscontrate nei fenomeni di una situazione circoscritta ed isolata. Qual è la spiegazione di questa imprevedibile libertà di reazione rivelata da tali realtà universali emergenti? Questi aspetti imprevedibili, sconosciuti ed insondabili — sia che riguardino il comportamento di un’unità primordiale di forza, la reazione di un livello di mente non identificato, od il fenomeno di un vasto preuniverso in formazione nei domini dello spazio esterno — rivelano probabilmente le attività dell’Ultimo ed il risultato della presenza degli Assoluti, che anticipano la funzione di tutti i Creatori degli universi.
12:6.7 (136.5) Noi non lo sappiamo realmente, ma supponiamo che tale sorprendente versatilità e tale profonda coordinazione significhino la presenza e le attività degli Assoluti, e che questa diversità nella risposta di fronte ad una causalità apparentemente uniforme riveli la reazione degli Assoluti, non solo alla causalità diretta e legata ad una situazione, ma anche a tutte le altre causalità connesse nell’intero universo maestro.
12:6.8 (136.6) Gli individui hanno i loro custodi del destino; pianeti, sistemi, costellazioni, universi e superuniversi hanno ciascuno i loro rispettivi capi che lavorano per il bene dei loro domini. Havona ed anche il grande universo sono sorvegliati da coloro ai quali sono state affidate queste alte responsabilità. Ma chi bada e provvede ai bisogni fondamentali dell’universo maestro nel suo insieme, dal Paradiso fino al quarto e più lontano livello di spazio esterno? Sotto l’aspetto esistenziale questa superassistenza è probabilmente da attribuire alla Trinità del Paradiso, ma da un punto di vista esperienziale l’apparizione degli universi posteriori ad Havona dipende da:
12:6.9 (136.7) 1. Gli Assoluti quanto a potenziale.
12:6.10 (136.8) 2. L’Ultimo quanto a direzione.
12:6.11 (137.1) 3. Il Supremo quanto a coordinazione evoluzionaria.
12:6.12 (137.2) 4. Gli Architetti dell’Universo Maestro per l’amministrazione anteriore all’apparizione di capi specifici.
12:6.13 (137.3) L’Assoluto Non Qualificato pervade tutto lo spazio. Lo status esatto dell’Assoluto della Deità e dell’Assoluto Universale non ci è del tutto chiaro, ma sappiamo che quest’ultimo funziona ovunque funzionano l’Assoluto della Deità e l’Assoluto Non Qualificato. L’Assoluto della Deità può essere universalmente presente, ma non è presente nello spazio. L’Ultimo è presente nello spazio, o lo sarà un giorno, fino ai margini esterni del quarto livello di spazio. Noi dubitiamo che l’Ultimo sarà mai presente nello spazio al di là della periferia dell’universo maestro, ma all’interno di questo limite l’Ultimo sta progressivamente integrando l’organizzazione creatrice dei potenziali dei tre Assoluti.
7. La parte ed il tutto
12:7.1 (137.4) In tutto il tempo e lo spazio e nei confronti di tutta la realtà di qualsiasi natura, opera una legge inesorabile ed impersonale che è equivalente alla funzione di una provvidenza cosmica. La misericordia caratterizza il comportamento amorevole di Dio verso l’individuo; l’imparzialità motiva il comportamento di Dio verso la totalità. La volontà di Dio non prevale necessariamente nella parte — nel cuore di ciascuna personalità — ma la sua volontà governa effettivamente il tutto, l’universo degli universi.
12:7.2 (137.5) In tutti i rapporti con tutti i suoi esseri è vero che le leggi di Dio non sono intrinsecamente arbitrarie. A voi, con la vostra visione limitata ed il vostro punto di vista finito, gli atti di Dio devono spesso sembrare arbitrari e dittatoriali. Le leggi di Dio sono semplicemente le abitudini di Dio, il suo solito modo di fare le cose; ed egli fa sempre bene tutte le cose. Voi notate che Dio fa la stessa cosa nella stessa maniera, in modo ripetitivo, semplicemente perché quello è il modo migliore di fare quella cosa particolare in una data circostanza; ed il modo migliore è il modo giusto. Per questo la saggezza infinita ordina sempre che ciò sia fatto in quella maniera precisa e perfetta. Dovreste anche ricordare che la natura non è l’atto esclusivo della Deità; altre influenze sono presenti nei fenomeni che l’uomo chiama natura.
12:7.3 (137.6) È incompatibile con la natura divina subire un qualsiasi tipo di deterioramento o permettere l’esecuzione di un atto puramente personale in un modo imperfetto. Si deve tuttavia precisare che, se nella divinità di qualsiasi situazione, nel caso estremo di qualsiasi circostanza, in un qualche caso in cui il corso della saggezza suprema indicasse la necessità di una condotta diversa — se le esigenze della perfezione dovessero per qualche ragione dettare un altro tipo migliore di risposta, allora il Dio infinitamente saggio opererebbe subito nel modo migliore e più appropriato. Ciò sarebbe l’espressione di una legge superiore, non la revoca di una legge inferiore.
12:7.4 (137.7) Dio non è uno schiavo vincolato dall’abitudine alla ripetizione cronica dei suoi atti volontari. Non c’è conflitto tra le leggi dell’Infinito; esse sono tutte perfezioni della natura infallibile; sono tutti atti indiscussi che esprimono decisioni