Svolte Nel Tempo. Guido Pagliarino

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Svolte Nel Tempo - Guido Pagliarino


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valletto, prospiciente lo scrittoio e la scranna del Capo del Governo che si trovavano quasi al fondo nella parte opposta del locale, erano entrati affiancati e s’erano diretti a passo di corsa verso il Duce, sempre fianco a fianco, secondo recentissime disposizioni di Mussolini in persona; intanto il valletto richiudeva dietro di loro l'uscio: ufficialmente l’ordine di correre aveva lo scopo di ridurre il tempo dedicato alle udienze, lasciandone maggiormente al Gran Capo per altre incombenze; soprattutto però, a Mussolini piaceva moltissimo vedere quei signori in camicia e giubba nera obbedirgli ridicolmente: dal giugno 1935 avrebbe addirittura fatto saltare ginnicamente tutti i suoi gerarchi nei cerchi di fuoco durante il cosiddetto “sabato fascista” o, più precisamente, durante il pomeriggio dello stesso dì, dedicato alla ginnastica e all'educazione para militare, dovere che avrebbe riguardato nondimeno, ahiloro! tutti gl'italiani. Già il fatto di percorrere camminando la lunga sala, col Duce impettito al fondo dietro alla scrivania presidenziale, braccia conserte, mascellone impennato e occhi dritti agli occhi del convocato di turno, o transitanti da uno all’altro dei convenuti quand’erano più di uno come nel nostro caso, avrebbe messo in notevole soggezione, ma il fare il salone a passo di corsa domava del tutto e rendeva docilissimi quando ci si veniva a trovare innanzi al Duce. Ricevuti gli ordini poi, i convocati dovevano salutare romanamente il loro Capo supremo, fare dietro-front e, sempre affiancati e a passo di corsa, hop, hop, uscire dalla porta, nel frattempo riaperta dall’usciere cui Mussolini aveva dato preavviso premendo un pulsante sulla scrivania non appena gli stessi gli avevano dato le spalle. Egli non desiderava, in fondo, avere collaboratori, a parte il fido Bocchini, ma semplicemente marionette.

      Con poche parole aveva dato ordine ai due ministri e al sottosegretario di costituire presso l’Università La Sapienza di Roma, “a tempo di record!” un gruppo segreto di scienziati e tecnici, “denominato, convenzionalmente”, aveva soggiunto, “Gabinetto RS/33, acronimo di Ricerche Speciali anno 1933”: Mussolini, ex maestro elementare, si piccava d’essere un grande esperto della lingua italiana e non era affatto nuovo nel coniare sigle o espressioni; anche il misteriosissimo acronimo OVRA era suo.

      Il gran Capo non aveva convocato cogli altri un quarto ministro, anch’egli basilare per il costituendo Gabinetto, quello dell’Aeronautica generale Italo Balbo, e l’aveva invitato, da solo, per le ore 16; sapeva bene infatti che, essendo quell’uomo un fascista della primissima ora e uno dei quattro capi in testa della Marcia su Roma, i cosiddetti Quadrunviri della Rivoluzione, e in primo luogo essendo assolutamente convinto del proprio valore, mai e poi mai Balbo si sarebbe presentato umilmente e addirittura a passo di corsa, sempre pronto com’era, anzi, a criticare in faccia il Duce, magari aggiungendo qualche insolenza. D’altronde egli godeva d’enorme favore nel Paese gareggiando in popolarità con lo stesso Mussolini. Era uno dei pochissimi nell'agone politico a dargli del tu, che il Duce si riceveva ma con fastidio: provava grand’invidia nei confronti di Balbo, anche se la mascherava e non aveva fatto nulla al momento per danneggiarlo, ma riservandosi d’allontanarlo alla prima buona occasione: ci sarebbe riuscito alla fine dello stesso 1933 promovendolo al più alto dei gradi aeronautici, maresciallo dell’aria, dopo avergli indirizzato alti elogi e, poco dopo, il 26 novembre, facendolo nominare dal re governatore della cosiddetta Quarta Sponda, la colonia italiana di Libia, in tal modo, di fatto, esiliandolo.

      Quella stessa sera del 15 giugno, dopo aver ricevuto Balbo e avergli dato gli ordini, il Duce aveva incaricato la polizia politica OVRA nella persona del fido Bocchini di supervisionare il lavoro del costituendo Gabinetto e di riportargli ogni notizia in merito.

      A tempo di assoluto record, in ogni capoluogo di provincia era stata costituita, segretamente, un’apposita “sezione speciale RS/33” dell’OVRA con il compito primario d’avvisare il Bocchini a ogni nuovo eventuale avvistamento di velivoli sconosciuti, di qualsivoglia forma, e d’interessarsi immediatamente e direttamente di plagiare testimoni non militari. Ogni avvistamento doveva essere segnalato tramite un formulario ideato dal Bocchini stesso, siglato RS/33.FZ.4, il cui modello era stato trasmesso sollecitamente, con apposito dispaccio, a tutte le prefetture italiane e, da ciascuna di queste, a tutti i dipendenti comandi delle forze di sicurezza nonché alle caserme locali della Milizia; analogo modello, destinato agli ufficiali dell’Aeronautica, era stato inviato dall'ufficio ministeriale di Balbo a tutti i comandi aerei perché lo diramassero ai reparti dipendenti. Mussolini aveva anche deciso che qualsiasi rapporto relativo ad avvistamenti da parte di soggetti civili dovesse passare per l’OVRA e da questa esser mandato a lui personalmente e ai gerarchi Italo Balbo in quanto ministro dell'Aeronautica e Gian Galeazzo Ciano come direttore entrante dell’Ufficio Stampa, nonché alla sede centrale romana del Gabinetto RS/33.

      Anche Balbo, pur se non era uno studioso, era stato cooptato nello stesso Gabinetto, per la sua determinazione nel promuovere la Regia Aeronautica Militare, essendo il suo motto: “Bisogna sublimare la passione del volo fino a rendere l'Italia il paese più aviatorio del mondo”. Quanto ai membri scienziati, a capo dell'RS/33 era stato posto Guglielmo Marconi. Essendo però egli in crociera attorno al globo sul proprio panfilo-laboratorio Elettra – il nome era lo stesso della figlia –, Mussolini aveva deciso che, per il momento, il Gabinetto sarebbe stato diretto dall’astronomo e matematico professor Gino Cecchini dell’Osservatorio di Milano Merate: nelle intenzioni del Duce solo provvisoriamente, tuttavia, data la latitanza anche successiva del premio Nobel in molt'altre ricerche affaccendato, il Cecchini sarebbe rimasto definitivamente a capo dell’RS/33. Gli altri scienziati erano appartenenti alle classi di medicina, scienze naturali, fisiche e matematiche della Reale Accademia d’Italia, a parte il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici conte e senatore Luigi Cozza, che era stato assunto nel Gabinetto quale referente organizzativo e membro di collegamento col Governo.

      In primo luogo si trattava di capire il funzionamento dell'aeromobile straniero, per poterne costruirne non solo di simili, ma sperabilmente di migliori, mantenendo così all’Italia, “in modo formidabile” secondo le parole del Duce, il primato tecnico aviatorio che, in quegli anni, le era riconosciuto nel mondo e, con esso, la concreta supremazia militare nell’aria e la soggezione psicologica all'Italia di tutti i potenziali nemici. Il programma comportava la concentrazione delle ricerche, al più presto, in un centro dotato d’impianti modernissimi, ch'era stato denominato, da subito, Istituto Centrale Aeronautico e che s'intendeva creare fuori Roma ma non lontano dalla sede universitaria dell’RS/33; era stato presto individuato il luogo, il campo d’aviazione Barbieri a Montecelio, dove gl’impianti sarebbero sorti fra il ’33 e il ’35 e attorno a cui sarebbe stata edificata la nuova città di Guidonia.

      Come appariva dal secondo spezzone restaurato di film, i nudisti alieni erano individui simili agli esseri umani a parte alcuni considerevoli caratteri:

      Avevano un viso simile al muso dei koala terrestri, ma privo di peluria, e quattro dita per mano come, d’altronde, quattro erano quelle degli scheletri umanoidi ritrovati, e per questo l’aritmetica di quella specie intelligente, come risultava da fogli con calcoli e come s’era potuto verificare, dopo la decifrazione dei simboli, grazie ai conteggi della ventottenne dottoressa Raimonda Traversi, geniale matematica e statistica dell’équipe, era a base otto25: gli antenati di quei koala antropomorfi dovevano aver iniziato a far di conto, nel lontano passato, sulle loro otto dita, mentre gli esseri umani avevano preso a computare sulle loro dieci creando, diversamente, un’aritmetica decimale; altra differenza rilevante era un marsupio sul ventre delle femmine: “Specie mammifera marsupiale placentata”, aveva decretato, con assoluta ovvietà, il maggiore dottor Aldo Gorgo, cinquantenne segaligno e allampanato, medico chirurgo militare di bordo e biologo coordinatore del gruppo scientifico astrobiologico.

      Tutti i ritrovamenti denunciavano che, al momento della sua scomparsa, la civiltà del pianeta 2A Centauri26 s’era trovata nella stessa situazione scientifico-tecnologica della Terra della prima metà del


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