Raji: Libro Uno. Charley Brindley

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Raji: Libro Uno - Charley Brindley


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con il fiato corto. Cercò di allontanarsi, ma la ragazza la teneva stretta.

      “Ho le zampe.”

      Fuse cercò di posizionare correttamente le zampe posteriori del puledro – dovevano uscire per prime. Stormy lottò contro di lui mentre tirava, ma lui si aggrappò a lei e tirò fuori l'avambraccio, portando con sé le zampe, attento a non rompere il sacco amniotico.

      Stormy riuscì ad allontanarsi alzandosi in piedi. La ragazza urlando le afferrò nuovamente la testa.

      “Adesso, spingi forte Stormy,” disse Fuse.

      Le zampe posteriori uscirono, e Fuse lasciò riposare Stormy per un po’. Dopo un paio di minuti, tirò delicatamente. Il resto del corpo del puledro cominciò ad affiorare.

      Stormy inarcò la schiena, gemette, e si sforzò molto. Il resto del corpo uscì rapidamente, Fuse lo afferrò mentre scendeva da Stormy. Il cordone ombelicale si spezzò e Fuse mise il puledro sulla paglia.

      “È una piccola puledra”, disse.

      Le pulì la bocca e iniziò a strofinarla con manciate di paglia. La ragazza lasciò la presa e Stormy fissò il cucciolo.La neo-mamma si scrollò dalla testa alla coda, poi cominciò a leccare il suo puledrino. Gli occhi della piccola si aprirono e guardò selvaggiamente il nuovo mondo che la circondava. Fuse si spostò per permettere a Stormy di pulirla. Era esausto, ma euforico nel vedere i grandi occhi marroni ammirare il mondo per la prima volta.

      “Credo che staranno entrambi bene”.

      Mentre usava la paglia per pulirsi le braccia, tremando dal freddo, guardò la stufa a cherosene di Stormy. Bruciava con un caldo bagliore, ma poiché Fuse era scalzo e senza maglietta, la stufa non gli era di grande aiuto.

      Sentì la ragazza parlare dietro di lui, poi qualcosa gli coprì le spalle; era lavecchia giacca di tela di lei. Non era molto, ma gli diede un po’ di calore. Era grato per il gesto e desiderò conoscere la sua lingua per poterle dire quanto la apprezzasse.

      “Grazie”, disse Fuse quando lei si inginocchiò accanto a lui.

      Guardarono il piccolo cavallo che cercava di alzarsi in piedi. Aveva le zampe anteriori piegate sotto di sé, quando provò ad alzarsi con le zampe posteriori, vacillò e cadde di lato nella paglia.

      Fuse e la ragazza si misero a ridere.

      Stormy strofinò il naso sulla cavallina, incoraggiandola a riprovare. Lei lottò con le sue zampe e mosse i primi passi.

      “Ha solo cinque minuti e già cammina”, disse Fuse. “Vedi la criniera bionda e il color crema? È un palomino, proprio come sua madre”.

      Vide la ragazza sorridere mentre guardava il puledro oscillare e annusare la gamba della madre.

      “Good job, (Ottimo lavoro)”disse.

      “Gut jab.(Colpo alla pancia)”disse lei guardandolo.

      “Good job.(Ottimo lavoro)” ripeté il ragazzo.

      “God jab?(Dono di Dio?)”Disse allora la ragazza.

      “Good job.(Ottimo lavoro)” insistette Fuse.

      “God jab.(Dono di Dio)” Disse lei raggiungendo il puledro che stava iniziando a poppare. “God jab.”ripeté.

      La porta della gabbia si aprì dietro di loro ed entrò Ransom. Si fece strada tra Fuse e la ragazza, poi guardò il puledro.

      “Come ci si sente ad essere papà?”. Fuse mise il braccio attorno al cavallo.

      Ransom avanzò, cercando di annusare il puledro, e Fuse lo fece passare. Stormy soffiò e mostrò i denti mettendosi tra Ransom e il suo cucciolo. Il cavallo allora fece un passo indietro, poi un altro. Aveva uno sguardo sorpreso mentre si avvicinava alla ragazza.

      “Si, Ransom.” Fuse si massaggiò la gamba dove Stormy l'aveva morso. “È meglio lasciarli soli per un po’, a meno che tu non voglia perdere un orecchio”.

      La ragazza circondò il collo di Ransom con le braccia, “God Jab” disse e indicò il puledro.

      Ransom sfiorò e strofinò il muso sulla guancia della ragazza, facendola ridere.

      “Dovremmo chiamare il puledro Santa, visto che è la vigilia di Natale”. Fuse era in piedi. “No, è un nome maschile. Lei è così carina; forse meglio chiamarla Monica”.

      La ragazza raggrinzì la fronte.

      “Vado in casa a prendere delle zollette di zucchero per Stormy. Torno subito” Alzò l'indice, sperando che lei capisse che se ne sarebbe andato solo per un minuto.

      Fuse si fermò sulla porta del granaio, sorpreso di vedere enormi fiocchi di neve posarsi silenziosamente al suolo. C’erano già quasi due centimetri di altezza. Si strinse la giacca sul petto e corse verso la casa. Quando arrivò alla porta sul retro, pestò i piedi nudi sul portico e si scrollò la neve dalle spalle. Entrando in casa, si accorse che non faceva molto più caldo che fuori.

      Accenderò il fuoco quando tornerò dal fienile.

      Si mise gli stivali e prese il cappotto da un gancio dietro la porta.Vide che era rimasta mezza scatola di zollette di zucchero, così ne prese una manciata e si affrettò ad uscire, portando con sé la giacca della ragazza. Arrivò velocedentroil fienile.

      “Ho preso il mio cappotto.” Arrivò alla porta della stalla. “Così puoi…”

      Se n’era andata.

* * * * *

      Il sole era già sorto quando Fuse accese il fuoco in cucina e mise su il caffè per suo padre. Rimase un attimo in piedi davanti al lavandino, fissando fuori dalla finestra e guardando la neve scendere. Più di 15 centimetri ricoprivano il terreno, nevicava così abbondantemente che riusciva a malapena a vedere il fienile.

      Fuse aspettò che suo padre si svegliasse per aiutarlo a vestirsi e portarlo con la sedia a rotelle davanti al camino scoppiettante. Poi lo aiutò a bere il caffè prima di uscire a mungere le mucche, a dar da mangiare agli altri animali e a controllare Stormy e il suo nuovo puledro.

      Si chiedeva della ragazza mentre stava alla finestra della cucina. Era là fuori da qualche parte, nella neve, e ora senza nemmeno una giacca.

      Da dove viene e perché non capisce l'inglese?

      Forse se fosse rimasto lontano dal fienile, lei sarebbe tornata nella stalla di Stormy, dove faceva caldo.

      Venti minuti dopo, Fuse teneva un cucchiaio di caffè zuccherato sulle labbra del padre. "L'infermiera Smithers oggi non verrà, papà".

      Suo padre sorseggiò il caffè e si leccò le labbra.

      Il fuoco scoppiettava nel camino, e la stufa della cucina bruciava con il carico di legna che ci aveva messo dentro. Presto l'intera casa sarebbe stata calda e accogliente.

      “È la vigilia di Natale. La signora Smithers ha la sua famiglia di cui occuparsi”.

      Fuse guardò i quattro regali di Natale sul divano – due per suo padre e due per sua madre. Aveva comprato un vestito e un portafoglio di pelle per il padre, e una lunga sciarpa gialla e una spilla Cammeo per la madre.

      “Questo è il primo anno senza albero di Natale.” Si rivolse al padre. “Ti ricordi quella volta che abbiamo abbattuto quel pino di oltre tre metri e mezzo, dall’altra parte del grande stagno? Abbiamo dovuto tagliare altri sessanta centimetridalla base prima di poterlo mettere in quell’angolo laggiù, vicino alle scale.” Immerse nuovamente il cucchiaino nel caffè. “Quello è stato il miglior albero di sempre.”

      Il signor Kupslinker, della banca, dava i soldi a Fuse ogni volta che ne aveva bisogno. Non per palle da tennis o cose del genere, ma per la spesa, il materiale scolastico e altri beni di prima necessità, come i libri. I soldi del latte venduto aiutavano un po’; pagare la bolletta della luce e comprare il mangime per gli animali. A parte questo, non aveva alcuna entrata. Il signor Kupslinker disse che secondo lui i regali di Natale erano decisamente una necessità.

      Fuse sapeva che i soldi della banca dovevano essere restituiti, ma non sapeva quando, o


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