L'Uomo In Riva Al Mare. Jack Benton

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L'Uomo In Riva Al Mare - Jack Benton


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mentre si sforzava di dare un senso alle parole. Quando Ted arrivò ad implorare, “Per favore, dimmi che mi perdoni”, Slim si era fermato ad analizzare il dolce movimento delle onde già da diversi minuti, con la testa da tutt’altra parte.

      Slim si mise a sedere, mentre Ted rimetteva il libro dentro la tasca del giaccone. Dopo un ultimo sguardo al mare, Ted si girò e ritornò alla macchina, con il capo chino. Slim iniziò ad infilare l’attrezzatura in borsa. Con le dita formicolanti, e mille pensieri per la testa. C’era qualcosa che non andava, come se si fosse intromesso in un atto privato, che non avrebbe dovuto essere condiviso con nessuno. Mentre alzava lo sguardo per osservare l’auto di Ted che usciva dal parcheggio, sapeva che avrebbe dovuto inseguirlo, che stasera poteva essere la sera che Ted sarebbe corso tra le braccia di un’amante rimasta finora nascosta, ma era bloccato, intrappolato nella propria risacca, dal rischio di ciò che le parole di Ted potessero rivelare.

      5

      Quella notte, prima ancora di aver deciso cosa fare delle misteriose registrazioni, Slim sognò onde impetuose, e delle braccia grigiastre che spuntavano dalle profondità gelide del mare per trascinarlo giù.

      Cosciente del fatto che sarebbe stato congedato a breve, Slim aveva portato via tutto ciò che poteva dall’esercito e nei quindici anni successivi, ed in particolare nei cinque trascorsi da quando aveva lasciato una serie di lavori mal pagati e poco stimolanti nel campo dell’autotrasporto per dedicarsi all’investigazione privata, aveva fatto buon uso dei propri contatti. La mattina seguente, sul tardi e con una tazza di cereali in mano — corretti con un goccio di whiskey — telefonò ad un vecchio amico specializzato in lingue straniere e traduzione.

      Mentre attendeva una risposta, si rimise sul letto e si appoggiò il vecchio portatile sulle ginocchia. Il web, una volta iniziate le ricerche, iniziò a dare delle risposte.

      Cramer Cove era stata rimossa dalla lista delle migliori spiagge turistiche del Lancashire da oltre trent’anni. Secondo un sito di legge locale, la balneazione era stata proibita dall’estate del 1952, quando una forte risacca aveva tolto la vita a tre persone nel corso di poche settimane. Con il divieto di ogni tipo di attività acquatica, terminò la vita di Cramer Cove come meta estiva; sia turisti che gente del luogo abbandonarono la pittoresca insenatura, in favore di spiagge più sicure, seppur più scialbe, come quelle di Carnwell e Morecombe. Ciononostante, alcune altre anime coraggiose avevano osato avventurarvisi, dal momento che nei primi anni Ottanta vennero rese note altre quattro morti, e se le circostanze di ognuna di queste erano rimaste ignote, tutte erano state categorizzate come presunti annegamenti.

      Vedendo allungarsi la lista di tragedie, Slim era riluttante ad approfondire la ricerca. Il suo unico incarico durante la prima Guerra del Golfo nel 1991 aveva praticamente annientato la sua curiosità. Sarebbe arrivato il giorno in cui questa si sarebbe ridotta a zero, e lui vi si sentiva molto vicino, ma aveva anche un altro genere di entrate adesso, e l’affitto non si sarebbe pagato da solo.

      Mise a confronto date ed età. Ted Douglas aveva cinquantasei anni, quindi nel 1984 doveva averne ventitré.

      Ed eccola lì.

      25 ottobre 1984. Joanna Bramwell, di ventun anni, ritenuta annegata a Cramer Cove.

      Ted stava forse piangendo un amore perduto? Secondo le informazioni che Slim aveva ricavato da Emma Douglas, i due si erano incontrati e sposati nel 1989. A quell’epoca, Joanna Bramwell era già morta da cinque anni.

      Slim era contento che non vi fosse alcun tradimento. Sarebbe stato troppo ordinario, un anticlimax in molti sensi.

      Il web non forniva che nomi e cause di morte, perciò, nella fredda mattinata, Slim dovette far entrare tutti i suoi pensieri dentro la sua Honda Jazz e guidare fino alla biblioteca di Carnwell per setacciare gli archivi giornalistici in microfilm.

      Le tre vittime successive alla morte di Joanna erano un’adolescente, una bambina ed una donna anziana. Quando Slim scovò l’articolo che avrebbe dovuto riportare la morte di Joanna, si ritrovò davanti un foglio sbavato, come se fosse stato danneggiato dall’acqua, dove le parole si confondevano l’una con l’altra, illeggibile.

      Il bibliotecario di servizio sosteneva che non vi fossero altre copie, nonostante le rimostranze di Slim. Come risposta alla sua richiesta di maggiori informazioni sulla questione, ricevette una scrollata di spalle.

      “Sta cercando un articolo su una ragazza morta?” chiese il bibliotecario, un uomo sulla trentina con lo sguardo da scrittore fallito, un maglione a collo alto, un foulard e un paio di occhiali dalla montatura in metallo. “Forse qualcuno non vuole che lo legga.”

      “Forse no,” disse Slim.

      Il giovane bibliotecario fece l’occhiolino, come se per lui si trattasse di una specie di gioco. “O forse la persona che sta cercando di riesumare non vuole essere disturbata.”

      Slim forzò un sorriso e una risatina richiesti dalle circostanze ma, mentre lasciava la biblioteca, l’unica cosa che provava era frustrazione. Joanna Bramwell, apparentemente, non voleva proprio essere disturbata.

      6

      L’esercito, con la sua rigidità e le sue regole, aveva insegnato a Slim ad essere ingegnoso, e lo aveva reso il maestro di una sfilza di travestimenti che poteva assumere a piacimento. Armato di cartelletta, un taccuino immacolato e una penna presa in prestito a tempo indeterminato dall’ufficio postale, bevette fino a calarsi per qualche ora nei panni di un ricercatore documentarista di storia locale, bussando ad ogni porta, facendo domande solo a coloro abbastanza vecchi da poter ricordare i fatti, e spazientendo coloro troppo giovani per averli vissuti.

      Nove strade e nessuna pista convincente dopo, ritornò a casa, ubriaco ed esausto, per trovare una chiamata persa da Kay Skelton, l’amico traduttore dell’esercito, che adesso lavorava come linguista forense.

      Lo richiamò.

      “È latino,” disse Kay. “Ma molto antico. Un tipo di latino che le persone che parlano latino generalmente non conoscono.”

      Slim intuì che Kay stava semplificando un concetto complicato che lui probabilmente non avrebbe capito e continuò spiegando come quelle parole fossero un richiamo per i morti, il pianto di un amore perduto. Ted stava implorando per una ricomparsa, una resurrezione, un ritorno.

      Kay aveva scansionato la trascrizione online e trovato la citazione originale, presa da una pubblicazione del 1935 intitolata Pensieri Pervasi dai Morti.

      “È possibile che il tuo uomo abbia trovato il libro in un negozio di cianfrusaglie,” sosteneva Kay. “Non viene ristampato da cinquant’anni. Chi vorrebbe un libro del genere?”

      Slim non rispose, perché, francamente, non ne aveva idea.

      7

      Un’ennesima settimana di finte ricerche lo condusse ad un’altra pista. Al menzionare il nome di Joanna, un sorriso si insediò nel viso di un’anziana donna che si presentò come Diane Collins, una donna del posto qualunque. Annuì con l’entusiasmo di chi non riceveva ospiti da molto tempo, ed invitò Slim ad accomodarsi nel salotto illuminato, dalle cui finestre si intravedeva un prato impeccabile che si concludeva con un curato laghetto ovale. L’unica cosa fuori posto sembrava essere un rovo che si estendeva dalla staccionata di legno fino al retro del giardino. Slim, le cui nozioni di giardinaggio si limitavano all’occasionale calcio alle erbacce che spuntavano davanti alla porta del suo palazzo, si chiedeva se si trattasse di un cespuglio di rose privo di tutti i fiori.

      “Sono stata l’insegnante di Joanna,” disse la signora,


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