La fine dell'amore. Bracco Roberto

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La fine dell'amore - Bracco Roberto


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sostengo che è assurdo!

Albenga

      (con importanza) Nè assolutamente vero, nè assolutamente assurdo. Sono fenomeni che io ho approfonditi. Il quarto d'ora della vulnerabilità arriva ma esso è determinato da una influenza, da un fluido, da una forza fascinatrice…

Rivoli

      (si alza lentamente e si sdraia meglio in un'altra poltrona anche più bassa e più soffice, stendendo le gambe sopra uno sgabello e respirando:) Ah!

Albenga

      (continua) E questa forza, signori miei, può essere la bellezza, può essere la bontà, può essere l'astuzia, può essere… non spetterebbe a me il dirlo… ma può essere, ed è, spesse volte, l'arte…

Rivoli

      Dio buono! Meno teorie e più fatti!

Salvetti

      E dire che sono i fatti quelli che vi hanno liquidato!

Rivoli

      Uhm! Non ancora.

      SCENA II.

      ANNA, SALVETTI, DIONIGI, D'ALMA, ALBENGA, RIVOLI

Anna

      (sporgendo la testa dalla porta a sinistra e nascondendo il capo dietro la portiera, chiama:) Conte Dionigi!

Dionigi

      (alzandosi subito) Marchesa? (Tutti s'alzano e s'inchinano.)

Anna

      Per un vestito d'amazzone, in campagna, che colore mi consigliereste?

Dionigi

      (cercando di vedere) Se potessi indovinare…

Anna

      Ah, no! Dovete essere… indipendente.

Dionigi

      Ebbene, il grigio.

Anna

      E voialtri?

Albenga

      Io direi il bleu. C'è una mia protagonista che si veste così.

D'Alma

      Il color Valkiria, marchesa!

Anna

      Non c'è! E voi, dottor Salvetti?

Salvetti

      Le donne a cavallo mi sono odiose in tutti i colori.

Anna

      Orso!

Salvetti

      (paziente) Orso.

Anna

      Uno!.. Due!.. E tre!.. (Viene fuori d'un salto e si ferma.) – (Risatina.) Eccomi qua! (Indossa un vestito d'amazzone grigio. Porta in mano guanti, frusta e cappellino.) Conte, non siete voi che avete indovinato il mio colore, sono io che ho indovinato il vostro.

Dionigi

      Molto inglese! (Analizzando seriamente il vestito di lei) Molto chic! molto chic!

Anna

      A voi! (Stendendo il braccio) Si procede al baciamano.

      (Tutti si dispongono in fila come dinanzi allo sportello d'un bigliettinaio, aspettando il loro turno.

      La Marchesa resterà ferma col braccio teso, ed essi le si accosteranno l'uno dopo l'altro, ordinatamente.)

Dionigi

      (le prende la mano e gliela bacia con estrema eleganza.)

Albenga

      (gliela bacia guardando lei con occhi pieni di pensieri importanti.)

D'Alma

      (le solleva le dita con le dita e timidamente indugia accostandovi la bocca.)

Anna

      Coraggio, signor Giuliano, coraggio!

D'Alma

      Non ne ho mai quando so di profanare quello che tocco. (Le sfiora le dita con le labbra.)

Rivoli

      (che era già dietro a Giuliano D'Alma, aspettando il suo turno) Io ne ho sempre quando so di toccare quello che profano. (Le bacia la mano avidamente e vorrebbe continuare.)

Anna

      (ritirando il braccio) Ho sentito, ho sentito!

Salvetti

      (con subitanea risoluzione) Per conto mio, rinunzio.

Anna

      (con lieve moto di dispetto) Lo so che siete astemio!

Rivoli

      (a Salvetti) Non ve l'ho detto, io?

Dionigi

      Sicchè, il programma di oggi, marchesa, è indicato dalla vostra toilette?..

Anna

      Come? Non s'era già stabilito d'andare a cavallo sino al laghetto e di fare colazione alla Capannella d'oro?

Dionigi

      No, marchesa…

Anna

      Oh, che testa! che testa che ho io! Ma è spaventevole! (Ride) Ah ah ah! Intendo. L'avrò sognato… Da che sono in campagna non faccio che sognare!

D'Alma

      (con dolcezza poetica) Come me.

Rivoli

      (con un rimpianto di cupidigia lasciva) Come me.

Anna

      E sapete, per esempio, l'altra notte che sognai? Sognai… d'averlo finalmente trovato.

Rivoli

      Chi?!

Anna

      Non so bene chi, ma era lui! Era lui, era proprio lui, era proprio quello che viceversa cerco da due anni (declamando per celia) e che forse non troverò giammai. (Risatina.)

Albenga

      (con aria di competenza) Marchesa, dalle mie osservazioni mi risulta che le mogli, che hanno il vostro temperamento, sono avide di libertà, ma non possono vivere che di tirannia. Esse fuggono il marito, sì, come faceste voi, ma cercano un altro tiranno.

Anna

      (seria) Aimè! Mio marito non è stato neppure un tiranno.

Dionigi

      E poi non sarebbe mica di buon gusto. Voi, marchesa, ça va sans dire, avete il diritto di cercare uno schiavo…

Rivoli

      Un amante, che diamine!

Salvetti

      Un «reagente»!

D'Alma

      Un'anima… parallela!

Anna

      (con umorismo) L'anima parallela non mi dispiacerebbe. Ma tutte queste distinzioni sono di ordine secondario. Io cerco, purtroppo, quel che è più raro e più irreperibile, al giorno d'oggi, sulla faccia del mondo. Io cerco… un uomo!!

Tutti

      Eh?!!

Rivoli

      (non si regge più sulle gambe si ritrae indietro e siede sul bracciuolo di una poltrona.)

Anna

      A voi pare una cosa facile?.. V'ingannate. Per gli uomini, si sa, tutti gli uomini sono uomini. Ma per noi donne, è diverso! (Risatina) Ognuna di noi non ammette che un uomo solo: quello che sa conquistarla. Orbene, amici miei, non potete disconoscere che, ai tempi nostri, la galanteria è divenuta molto diffusa, ma punto tentatrice. Ricordate, eh?, tutta quella numerosa schiera di giovanotti che in città ingombravano il mio salotto? Io vi domando: quale poteva essere per me un vero conquistatore? Dieci di essi mi facevano la corte per vendicarsi dei fiaschi ottenuti con le mie nemiche; altri dieci me la facevano per farla… alle mie amiche, ed era un po' come quel grazioso giuoco, quello che voi, conte, conoscete così bene…

Dionigi

      (stupidamente) Il bézigue?

Anna

      Ma no!.. Un giuoco di bigliardo…

Dionigi

      Ah! La carambole

Anna

      Benissimo!.. la carambola: urtarne due per non fermarsi, possibilmente, a nessuna… E quelli, poi, che mi facevano la corte per non farla che a me, avevano un'aria così indolente, così pigra, così stanca – peggio di Rivoli, veh!..

Rivoli

      (si dirizza d'un subito in piedi, a guisa d'una molla.)

Anna

      (continuando)… che non avrei osato di sceglierne uno senza sentire il dovere di dirgli: «Scusi l'incomodo».


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